garry kasparov

QUANDO KASPAROV PERSE CONTRO UN COMPUTER - NEL SUO LIBRO, IL CAMPIONE RUSSO RACCONTA LA SCONFITTA SUBITA NEL 1997 DA “DEEP BLUE” DI IBM: “ERA INTELLIGENTE ALLO STESSO MODO IN CUI PUÒ ESSERLO UNA RADIOSVEGLIA. NON CHE PERDERE CONTRO UNA SVEGLIA DA DIECI MILIONI DI DOLLARI MI FACESSE SENTIRE MEGLIO. GLI ESPERTI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE FURONO FELICI DEI RISULTATI MA…”

Estratto dal libro di Garry Kasparov “Deep Thinking” pubblicato da "la Repubblica"

 

Garry Kasparov - Deep Thinking

Il 6 giugno 1985 era una bella giornata ad Amburgo, anche se agli scacchisti non capita spesso di godersi il bel tempo. Mi trovavo in una sala angusta; camminavo su e giù tra i tavoli disposti in cerchio su cui erano state sistemate trentadue scacchiere. A ogni tavolo di fronte a me c'era un avversario che faceva la sua mossa non appena arrivavo io: si trattava di un'esibizione simultanea. Le "simultanee" sono da secoli un classico degli scacchi, un modo per i dilettanti di sfidare un campione.

 

Questa, però, era diversa dalle altre. I miei avversari, tutti e trentadue, erano computer.

Per oltre cinque ore passai da una macchina all'altra facendo le mie mosse. I quattro maggiori produttori di scacchi computerizzati avevano mandato i loro modelli migliori, tra i quali ce n'erano otto della società di elettronica Saitek recanti il marchio "Kasparov".

 

GARRY KASPAROV

Uno degli organizzatori mi aveva avvertito che giocare contro una macchina è completamente diverso perché questa non si stancherà mai né mai si ritirerà presa dallo sconforto, come può capitare a un avversario umano; la macchina gioca fino all'ultimo sangue. Ma io pregustavo questa bella sfida, e l'attenzione mediatica che ne sarebbe derivata. Avevo ventidue anni e alla fine dell'anno sarei diventato il più giovane campione mondiale di scacchi della storia. Ero impavido e, in questo caso, la mia fiducia fu pienamente ricompensata.

 

Per comprendere quale fosse all'epoca lo stato dell'arte degli scacchi computerizzati, basti pensare che nessuno si stupì granché, quantomeno non negli ambienti scacchistici, del mio trionfo schiacciante per trentadue a zero. Eppure un momento difficile ci fu. A un certo punto mi resi conto che mi stavo mettendo nei guai durante una delle partite contro uno dei modelli Kasparov. Se quella macchina avesse vinto o anche solo pareggiato, qualcuno avrebbe potuto dire che avevo gettato al vento la partita per fare pubblicità all'azienda; così dovetti moltiplicare gli sforzi.

GARRY KASPAROV

 

Dodici anni dopo ero a New York a giocarmi la partita della vita contro una sola macchina, un supercomputer dell'Ibm da dieci milioni di dollari soprannominato "Deep Blue". Quella battaglia, in realtà una rivincita, è diventata il più celebre duello tra uomo e macchina della storia. La copertina del Newsweek titolò "L'ultimo baluardo del cervello", e furono pubblicati una miriade di libri in cui il match fu paragonato al primo volo di Orville Wright o al primo sbarco sulla Luna. Si tratta di iperboli, naturalmente, ma non sono del tutto fuori luogo nella storia del nostro rapporto, di amore e odio, con le cosiddette macchine intelligenti.

 

GARRY KASPAROV

Un balzo di altri vent'anni e arriviamo al 2017: oggi possiamo scaricare gratuitamente una qualsiasi app scacchistica in grado di rivaleggiare con un grande maestro di scacchi. Immaginate al mio posto, lì ad Amburgo, un robot che gira tra i tavoli e sconfigge contemporaneamente trentadue tra i migliori scacchisti umani del mondo. Le parti si sono ormai invertite, come sempre accade nell'eterna competizione con la nostra tecnologia.

Gli esseri umani hanno fantasticato sulle macchine intelligenti ben prima che fosse concepita la tecnologia per costruirle. Alla fine del diciottesimo secolo, un automa meccanico che giocava a scacchi, soprannominato il "Turco", fu considerato un prodigio dell' epoca. A muovere i pezzi era una figura umana di legno intagliato che, incredibilmente, giocava benissimo.

 

Prima di andare distrutto in un incendio nel 1854, il Turco girò l'Europa e le Americhe e fu acclamato ovunque, annoverando tra le sue vittime appassionati di scacchi del calibro di Napoleone Bonaparte e Benjamin Franklin. Ovviamente si trattava di un trucco: all' interno della scatola sotto il tavolo c'era un uomo, nascosto da un complesso ingegnoso d'ingranaggi e pannelli scorrevoli.

 

GARRY KASPAROV

Curiosamente, oggi i tornei sono pieni di giocatori che accedono con imbrogli di vario genere a potentissimi programmi informatici per battere i loro avversari umani. Il primo vero programma di scacchi precede l'invenzione del computer e fu scritto a mano da un luminare come Alan Turing, il genio inglese che decrittò il codice nazista Enigma.

 

Nel 1952 sviluppò un algoritmo scacchistico su alcuni fogli di carta svolgendo egli stesso il ruolo dei moderni computer; quella "macchina di carta" giocò una buona partita. Il nome di Turing è legato per sempre a un esperimento mentale che più tardi fu applicato concretamente: il "test di Turing".

 

Garry Kasparov contro Deep Blue

In sostanza si tratta di verificare se un computer sia in grado di far credere a un uomo che esso sia un essere umano: se ci riesce, il test è superato. Prima ancora che io mi scontrassi con Deep Blue, le macchine cominciavano a superare il cosiddetto "test di Turing scacchistico". Deep Blue era intelligente allo stesso modo in cui può esserlo una radiosveglia. Non che perdere contro una sveglia da dieci milioni di dollari mi facesse sentire meglio.

 

Anche gli esperti dell' intelligenza artificiale furono felici dei risultati e dell' interesse risvegliato dal match, ma al tempo stesso mortificati nel constatare che Deep Blue non era esattamente quello che i loro predecessori avevano immaginato decenni prima, quando avevano sognato di creare una macchina in grado di sconfiggere il campione mondiale di scacchi.

 

Garry Kasparov contro Deep Blue

Invece di un computer che pensava e giocava a scacchi come un essere umano, con creatività e intuito umani, si ritrovarono con uno che giocava come una macchina, valutando sistematicamente fino a duecento milioni di mosse possibili al secondo e vincendo con la forza bruta dei numeri. Questo non per sminuire in alcun modo quello straordinario traguardo. Dopo l'intollerabile tensione del match, esacerbata dal dubbio comportamento dell' Ibm e dalla mia sospettosa mente di essere umano, non ero dell' umore giusto per perdere con dignità. Non che abbia mai saputo perdere, ci tengo a precisare.

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…