coronavirus cina xi jinping

PER QUANTO ANCORA DOBBIAMO FARCI PRENDERE PER IL CULO DAI CINESI? – UN RICERCATORE AMERICANO È RIUSCITO A RICOSTRUIRE 13 SEQUENZE DEL VIRUS, RISALENTI A INIZIO EPIDEMIA, CHE LA CINA AVREBBE NASCOSTO: SEQUENZE CHE CI DICONO NON SOLO CHE IL VIRUS CIRCOLAVA GIÀ PRIMA DI DICEMBRE 2019, MA CI AIUTANO A CAPIRE COME È AVVENUTA LA PRIMA INFEZIONE – DUNQUE I PRIMI VIRUS STUDIATI DALL’OMS NON SAREBBERO RAPPRESENTATIVI DI TUTTI I CEPPI VIRALI: IN ALTRE PAROLE, LE INDAGINI SULL’ORIGINE DEL VIRUS SAREBBERO STATE DEPISTATE…

F. Mal. Per "il Messaggero"

 

ricercatori cinesi 3

Partiamo dalla fine: «Serviranno ulteriori studi». Per cui è presto per sentenze definitive. Torniamo poi all'inizio per capire come, pur senza avere ancora certezze, i già complessi studi sull'origine del Sars-Cov-2 da qualche giorno siano diventati ancora più intricati. Un ricercatore americano infatti, Jesse Bloom del Fred Hutchinson Cancer Research Center, ha identificato dei dati che contengono 13 sequenze del virus risalenti all'inizio dell'epidemia a Wuhan deliberatamente nascoste.

 

Bloom, che studia l'evoluzione del virus fin dall'inizio dell'emergenza, alcune settimane fa si è accorto che un set di dati contenente sequenze di Sars-CoV-2 è stato cancellato dall'archivio di lettura della sequenza dei National Institutes of Health. Un «fatto misterioso» che lo spinge prima a mettersi sulle loro tracce e a riuscire a recuperare i file cancellati (da Google Cloud, il sistema di archiviazione digitale usato dall'ente) e poi a «ricostruire sequenze parziali di 13» dei primi campioni del virus.

laboratorio di ricerca

 

Un'operazione di per sé difficile nella sua accuratezza che il ricercatore racconta in un articolo scientifico su Biorxiv (un sito che raccoglie documenti non ancora vagliati dalla comunità scientifica) e anche all'autorevole rivista Science, sottolineando però come la sparizione dei dati sia solo l'inizio della sua indagine.

 

LA RICOSTRUZIONE Ricostruite le 13 sequenze infatti, Bloom si accorge che i primi virus studiati dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) non sarebbero pienamente rappresentativi di tutti i ceppi virali in circolazione in quei primi mesi.

 

ricerca in cina contro il coronavirus

«L'analisi filogenetica di queste sequenze» cancellate «nel contesto di dati esistenti accuratamente annotati suggerisce che le sequenze del mercato dei frutti di mare di Huanan che sono al centro del rapporto congiunto Oms-Cina non sono pienamente rappresentative del virus che circolava a Wuhan all'inizio dell'epidemia. Invece, il progenitore delle sequenze conosciute di Sars-CoV-2 conteneva probabilmente tre mutazioni relative al virus del mercato, che lo rendevano più simile ai parenti' coronavirus del pipistrello».

coronavirus cina 3

 

In altre parole le indagini sull'origine del virus sarebbe state in qualche modo depistate. Attenzione però. Come chiarisce lo stesso ricercatore, nelle sue analisi non c'è alcune prova che questo sia derivato da un incidente in laboratorio piuttosto che per zoonosi (le malattie trasmesse dagli animali all'uomo), ma getta qualche ombra sul fatto che la Cina abbia collaborato appieno per ricostruire l'origine del virus.

 

TAMPONE IN CINA

Eppure «i campioni dei primi pazienti ambulatoriali a Wuhan sono una miniera d'oro per chiunque cerchi di capire la diffusione del virus», ha spiegato Bloom nel suo paper. Aggiungendo poi che capire cosa è successo nella metropoli del gigante asiatico dove ha fatto la sua prima comparsa il patogeno «è fondamentale per tracciare le origini del virus, compresa l'identificazione degli eventi che hanno portato all'infezione del paziente zero». Non solo.

 

CORONAVIRUS CINA

Le sequenze ricostruite dallo studioso americano dimostrerebbero anche «che il virus probabilmente circolava a Wuhan prima di dicembre e che quindi abbiamo un quadro non completo delle sequenze dei primi virus». Un orizzonte parziale dettato però non dalla poca disponibilità di informazioni ma, come rivela il Wall Street Journal, proprio da una decisione cinese. Le sequenze genetiche dei primi casi di Covid-19 infatti, registrate su un database Usa da un ricercatore cinese, sarebbero state eliminate poi su sua richiesta. Il National Institutes of Health ha infatti confermato che «chi ha i diritti sui dati può legittimamente chiederne il ritiro».

ricercatori cinesi

 

COLPO DI SCENA Un colpo di scena (o forse di spugna) che però, rivela ora come una grossa parte di ciò che si è supposto fino ad oggi potrebbe basarsi su presupposto sbagliati. «Per semplificare al massimo una cosa complicatissima - ha spiegato su Twitter il virologo Roberto Burioni - se SARS-CoV-2 deriva da un passaggio naturale dal pipistrello all'uomo i virus isolati dai primi pazienti devono essere più simili a quelli del pipistrello rispetto a quelli isolati più avanti. Non è certo che sia così». In pratica, come conclude Bloom ma anche Burioni, «è assolutamente indispensabile una inchiesta indipendente che faccia luce in maniera definitiva sull'inizio della pandemia».

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