annamaria bernardini de pace alberto genovese

"ALBERTO GENOVESE ANDREBBE TORTURATO COME HA FATTO CON LA SUA VITTIMA" - ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE FA ECO A VITTORIO FELTRI NEL CASO DELLA 18ENNE STUPRATA DA GENOVESE: “SE TI VIOLENTANO LA DOMENICA MATTINA MENTRE FAI JOGGING AL PARCO, NON TI PUOI RIMPROVERARE NULLA. MA SE VAI A UN DROGA PARTY, TI FAI SEQUESTRARE IL TELEFONINO E ASSUMI STUPEFACENTI, TI SEI MESSA IN UNA SITUAZIONE A RISCHIO - DESCRIVERCI INERMI DAVANTI AL MASCHIO VIOLENTO, È UN INSULTO ALLE BATTAGLIE CHE ABBIAMO FATTO IN PIAZZA” - MA QUANTI DROGA PARTY SI RISOLVONO SENZA UNO STUPRO? “A RISCHIO” SONO LE SITUAZIONI O LE PERSONE?  

Pietro Senaldi per “Libero quotidiano”

 

annamaria bernardini de pace

Avvocato, ci difenda! Oggi nessuno vuole stare ad ascoltare neppure mezza opinione che non combaci perfettamente con le proprie idee. Se dici che per una diciottenne andare a un droga party organizzato da un pervertito cocainomane è pericoloso perché non è impossibile finire violentata, ti accusano di difendere lo stupratore e di essere un sessista. Siamo in bilico tra un permessivismo che non trova poi sbagliato che una ragazzina frequenti festini organizzati da adulti sniffatori di polvere bianca, tipo quelli che si tenevano nella casa-reggia dell' imprenditore Alberto Genovese, e un moralismo che ti processa se osi dire che la signorina in questione è stata imprudente.

vittorio feltri

 

Sensibilizzare l' opinione pubblica sul tema della violenza carnale ai danni delle donne è sacrosanto e utile, ma c'è un femminismo negazionista che, per affermare il giusto principio della difesa di quello che un tempo si chiamava sesso debole, non ammette riflessioni e arriva a trattare ragazze e signore alla stregua di esseri inconsapevoli, in balia degli eventi e inevitabilmente destinate a essere dominate dagli uomini.

 

chiara giordano con la madre annamaria bernardini de pace

«Il grande equivoco è scambiare la responsabilizzazione della donna per la sua colpevolizzazione. Quando si verifica uno stupro è scontato che l' uomo sia colpevole. Prendiamo proprio il caso di Alberto Genovese, è evidente che è un criminale; infatti sta in carcere e, se dipendesse da me, andrebbe torturato esattamente come ha fatto lui con la sua giovane vittima. Però la ragazza ha delle responsabilità in quello che le è successo. Io, se qualcuno mi avesse portato in un posto del genere, sarei fuggita immediatamente, e ho insegnato a fare lo stesso alle mie figlie».

 

Avvocato, vuole inguaiarsi?

«Oggi il politicamente corretto non consente di parlare delle donne come di persone che si possono difendere. E per questo io lo detesto».

ALBERTO GENOVESE

 

Il concetto che passa è che la brutalità dello stupro cancella tutto il resto

«Ed è un errore, perché in questo modo si azzera il ruolo della donna, si tradiscono anni di battaglie per la parità e, alla fine, si mettono nei guai le ragazze anziché proteggerle, perché non si insegna loro a guardarsi dai pericoli».

 

Ma una donna può sempre dire no, anche se ti segue in camera da letto

«Certo che è così, però questo non significa che una donna può permettersi di vivere con la testa in aria. Se ti violentano la domenica mattina mentre fai jogging al parco, non ti puoi rimproverare nulla. Ma se vai a un droga party, ti fai sequestrare il telefonino e assumi stupefacenti, ti sei messa in una situazione a rischio, che vivi o per ingenuità o perché ti interessava essere lì».

 

AUDIO DELLA RAGAZZA VIOLENTATA DA ALBERTO GENOVESE INVIATO A DANIELE LEALI

Questa opinione oggi viene ritenuta giustificatoria dello stupro

«Non esiste il diritto di investire, ma non mi vorrà mica dire che se una ragazza viene travolta sulle strisce pedonali o mentre attraversa a piedi un' autostrada di notte, la sua parte di responsabilità in quel che le è successo è la medesima? Così come gli incidenti, anche gli stupri si dividono, in base alle circostanze, tra imprevedibili e probabili»

 

Annamaria Bernardini De Pace è la matrimonialista più famosa d' Italia. Nonché, proprio per questo, una delle donne più temute dagli uomini; «anche da quelli che mi vorrebbero» scherza lei, sapendo di dire il vero.

ALBERTO GENOVESE

 

Nella sua carriera ha convinto centinaia di mogli a denunciare le violenze del coniuge, aiutandole a staccarsi da loro. E ha iniziato a farlo in anni nei quali non era facile, perché fino al 1975 la nostra era ancora una società patriarcale, con il marito che era legalmente il capofamiglia e aveva un potere educativo sulla consorte. Fiera e anticonformista allora, lo è rimasta oggi, tant' è che non ha paura di sfidare le femministe alla Boldrini come un tempo combatteva il maschio padrone.

 

«Noi donne», spiega «abbiamo tanto lottato per avere la parità e, ora che l'abbiamo ottenuta per l' aspetto giuridico, non vogliamo prendercela anche per quello culturale. La riforma del diritto di famiglia è stata fatta nel 1975. A 45 anni di distanza, deresponsabilizzarci, descriverci inermi davanti al maschio violento, limitarsi a lagnarsi e chiedere protezione all' uomo è un insulto alle battaglie che abbiamo fatto in piazza, ma anche in casa, con padri, mariti e compagni di classe per non essere considerate solo oche».

 

annamaria bernardini de pace

I movimenti in difesa delle donne però hanno fatto anche un lavoro importante «Sì, perché hanno messo in evidenza un problema che c' è sempre stato, in tutte le società. Quando una donna subisce violenza dal suo compagno e viene da me in studio io spesso impiego mesi a convincerla a denunciare l' uomo».

 

Perché non lo fanno?

«Perché lo vivono come una vergogna e non vogliono renderla pubblica e poi vogliono proteggere il padre dei loro figli, non capendo che così fanno il male dei ragazzi, che da grandi imiteranno il padre non punito. E poi perché gli uomini violenti sono furbi: quando realizzano quello che hanno fatto, chiedono perdono, blandiscono e alimentano l' egocentrismo delle loro vittime, che si sentono importanti ai loro occhi e vengono colte dalla sindrome della crocerossina».

 

Come si fa a non cadere, o meglio ricadere, in trappola?

«Partendo dalla considerazione che una donna non può redimere un uomo violento, deve solo abbandonarlo. Certo questo significa avere capacità di autocritica, capire che si è sbagliato scelta e mettere da parte il proprio narcisismo. E poi, non aver paura di restare sole».

 

alberto genovese

È molto dura con le donne «No, penso che la strada migliore per difenderle sia dire loro la verità.

Questo significa che manca una cultura femminile contro la violenza, e la colpa è anche dei movimenti per le donne. Se le donne dimostrassero di essere più autonome, forse gli uomini sarebbero meno violenti. In parte è vero che la violenza è insita nel maschio, in ogni specie animale è così, ma è altrettanto vero che essa può essere un po' attenuata».

Questa me la deve spiegare, avvocato «I movimenti per le donne chiedono agli uomini di difendere le donne, e questo già non mi piace, perché significa abbassare la testa. Poi pensano che il problema sia solo degli uomini, e vorrebbero rieducare solo loro».

annamaria bernardini de pace chicco testa

 

Invece cosa bisognerebbe fare?

«Ai corsi contro la violenza ci devono andare sia gli uomini che le donne. Entrambi hanno da imparare molto».

 

Non si rischia di confondere vittima e carnefice?

«Chiariamo una cosa una volta per tutte: lo stupro è aberrante, è giusto ripeterlo all' infinito e combatterlo in ogni modo. La violenza sulle donne è comune a ogni civiltà ed è sempre esistita, direi oggi meno di un tempo. Ciascuna di noi ha davanti a sé due compiti, uno a livello di genere, l' altro di singola persona. Mi batto in pubblico contro gli stupri per ridurli il più possibile, ma nel privato non mi posso comportare come se avessi già vinto la battaglia e devo attuare degli accorgimenti, sapere che se mi metto in certe situazioni, rischio anche se ciò che mi fanno è sbagliato e orribile».

 

Primum vivere, deinde philosophari

«Io voglio eliminare, o almeno ridurre, la violenza nel mondo; ma per prima cosa non voglio diventare vittima di violenza».

 

Lei ha mai rischiato?

«Ho tirato tante ginocchiate ai genitali maschili, ma in realtà non ho mai rischiato lo stupro, perché non mi sono mai messa in contesti pericolosi. Così è tutto più chiaro: e io ne uscivo gratificata sia dal tentativo di seduzione sia dalla mia risposta violentemente paritaria».

ALBERTO GENOVESE

 

Non è mai entrata in una camera da letto senza volerlo, per essere ruvidi

«No, anche se è giusto che una donna che ci entra, poi possa uscirci quando vuole e denunci eventuali aggressioni. Solo che quando la denuncia accade venti o trent' anni dopo, diciamo che almeno perde forza». Ogni allusione al #metoo è puramente casuale «La violenza non va sottovalutata mai. Il sospetto che qualcuna si sia approfittata e abbia cavalcato l' onda dell' indignazione e della denuncia, esiste. Tant' è che oggi molti uomini, per nulla violenti, sono terrorizzati».

 

Il politicamente corretto ha rovinato il momento della seduzione?

«Quello che è orrendo è che il #metoo, e tutte queste denunce arrivate con ampio ritardo, hanno dato l' immagine che le donne siano tutte delle dementi senza coraggio».

 

anna maria bernardini de pace 2

Avvocato, mi dia un consiglio: io da uomo come mi devo comportare?

«Provarci dovrebbe essere legittimo, ma oggi non è così: bisogna presentarsi alla concupita con un contratto in mano e l' avvocato al fianco».

 

Anche le donne possono essere violente?

«Fisicamente soccombono, però nella mia professione ho visto parecchie donne violente, magari con i figli: li picchiano, li insultano, o dicono loro cose irripetibili. E qui si assiste a un fenomeno speculare: i padri non sono capaci di difendere se stessi e la loro prole».

Quando poi si passa alle carte bollate e ai divorzi, le donne diventano terribili «Questo è vero. Nel divorzio la parte debole è l' uomo, che spesso viene spolpato. Ma qui le cose, purtroppo o per fortuna, stanno cambiando più rapidamente che sul tema delle violenze. Oggi in caso di divorzio la situazione tra i generi è più equilibrata rispetto a dieci anni fa».

alberto genovese

 

Se difendesse la vittima di Genovese punterebbe a un grosso risarcimento in denaro?

«Io non sono una penalista e non mi permetto di suggerire, tantomeno di giudicare il lavoro dei colleghi. Certo, accettare un risarcimento in parte significa voler risolvere tutto e condonare, come se i soldi cancellassero quanto avvenuto. E questo, da donna, non mi piacerebbe».

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT