"MI PIACEVA VEDERE GLI SHOW EROTICI. UNA SERA VOLLI PROVARE..." - MANUELA FALORNI, IN ARTE VENERE BIANCA, ACCENDEVA NEGLI ANNI '80 L'EROS DEGLI ITALIANI: "MI SENTIVO UNA DEA DELL'AMORE UN PO' ALGIDA, INTERPRETE DI UNA TRASGRESSIONE ETEREA" - "NON HO MAI GIRATO SCENE ESAGERATE" - IL MATRIMONIO CON IL PUGILE NINO LA ROCCA E POI CON FRANCO CIANI, EX DI ANNA OXA: "CI ERAVAMO CONOSCIUTI AL FESTIVAL DI SANREMO. C'E' STATA UNA BREVE SEPARAZIONE. DOPO UN ANNO IL SUO SUICIDIO. CERCO ANCORA DI REAGIRE..."

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Marco Menduni per "Specchio - La Stampa"
 

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Lei è Manuela Falorni. Il suo nome d'arte è Venere Bianca. Sì, la Venere Bianca delle copertine, delle sfilate, delle trasmissioni ammiccanti nelle serate delle prime tv private. Poi i set a luci rosse. E nel frattempo la sua vita scorreva come un otto volante di occasioni e di emozioni.
 
Anche contrastanti. Chi è oggi Manuela Falorni? «Il mio oggi è ovviamente molto meno movimentato. È lo stile di vita della persona comune, si alza, va a lavorare, fa le faccende, esce con un amica o amico. Questo è anche giusto, perché ho 63 anni e non lo nascondo e non potrei riproporre a me stessa uno stile di vita come allora, in termini di energie e resistenza».
 

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Da tre anni si è diplomata personal trainer in una delle migliori scuole di Milano.
Sorride: «Mi sono voluta specializzare nell'allenamento femminile. Curioso: ho lavorato per una vita con gli uomini, e ora con le donne».
 
Se si guarda indietro?
«Io mi invidio il mio passato. Non rinnego niente, anche se ho fatto una scelta particolare. Non rinnego nulla di quello che ho rappresentato. Adoravo il contatto con il pubblico, la gente, gli spostamenti continui».
 
Un debutto da modella tradizionale.
«Le top non esistevano ancora. C'erano le professioniste. In Italia eravamo tutte italiane. I gruppi di Milano, di Roma, di Bologna e di Firenze. Lavoravo un po' con tutti. Sono stata in Russia, Giappone, Corea, in tutta Europa. Eravamo tra la fine degli Anni 70 e l'inizio degli 80. Il nostro lavoro era quello di Pitti, Milano collezione, l'alta moda a Roma. Poi facevo servizi fotografici per costumi e biancheria. Ero magra ma con le forme, non filiforme».
 

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Sposa il pugile Nino La Rocca, il matrimonio dura un lustro. Nasce il figlio Antonio, che oggi ha 35 anni. Dopo la separazione arriva la trasmissione erotica Top Club di Rete Mia ed è l'anticipazione della svolta. 
«Erano programmi notturni, seguitissimi nei primi Anni 90. Già da un anno vivevo con il mio secondo consorte, Franco Ciani, ex marito di Anna Oxa. Era produttore e musicista. Ci eravamo conosciuti al Festival di Sanremo, lui al seguito di una nota cantante, io modella di clip musicali».
 
Un ricordo vivido.
«C'è stata una breve separazione. Dopo un anno il suo suicidio. Cerco ancora di reagire, di essere serena, di reinventarmi. Ma che brutto questo termine!».
 
Il debutto negli spettacoli - «allora c'erano tantissimi club» - avviene quasi per gioco: «Mi piaceva vedere gli show erotici. Una sera volli provare. Salii sul palco, da outsider. Doveva durare quindici minuti, durò un'ora, io non scendevo più dal palco, la gente era in delirio».
 

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Dopo poco, l'approdo ai programmi notturni. Le dirette di Rete Mia e Rete A: «Ne parlavano persino i grandi quotidiani. Certo, anche perché ero stata la moglie di La Rocca e di Ciani. Erano cose all'acqua di rosa ma per i tempi era un pugno nello stomaco».
 
Ancora, il circuito dei piccoli teatri italiani a luci rosse: «Decisi che era il momento. Prima ho autoprodotto un film molto amatoriale ma molto carino. Un imprenditore del settore comprò il master. Poi i set professionali».
 
Come nasce Venere Bianca?

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«All'epoca c'era un'altra attrice in voga, Emanuelle Cristaldi. Non volevo che si creasse confusione. Ho scelto il nome che mi descriveva come mi sentivo in quel momento. Venere come dea dell'amore. E bianca, un po' algida, interprete di una trasgressione eterea. Un po' più su delle altre. Anche un po' irraggiungibile». Puntualizza: «Non ho mai girato scene esagerate. Dico sempre: sono stata molto più trasgressiva nel mio privato che nei film. Lì sapevo di concedere la mia intimità e mi sembrava già abbastanza».

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La scelta di abbandonare il set arriva nel 2005: «Se diventi carne da macello non va più bene. Mi accorsi che il mondo del porno stava crollando come qualità. Ma sono rimasta in scena, nei club. Gli ultimi spettacoli ancora due anni fa, subito prima della pandemia». 

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