luigi mangione brian thompson

"SONO UN EROE E UN MARTIRE, SEGUITE IL MIO ESEMPIO" - LUIGI MANGIONE, 26ENNE ARRESTATO PER L’OMICIDIO DEL CEO DI "UNITED HEALTHCARE" BRIAN THOMPSON, NON SI PENTE - IL RAGAZZO È STATO FERMATO IN UN MCDONALD'S IN PENNSYLVANIA: PER MANGIARE SI È ABBASSATO LA MASCHERINA E UN CLIENTE LO HA RICONOSCIUTO - QUANDO LA POLIZIA LO HA BECCATO HA INIZIATO A TREMARE E, DURANTE LA PERQUISIZIONE, GLI AGENTI HANNO TROVATO UNA PISTOLA REALIZZATA CON UNA STAMPANTE 3D E TRE DOCUMENTI FALSI - MANGIONE AVEVA SUBITO UN DOLOROSO INTERVENTO ALLA SCHIENA CHE GLI IMPEDIVA DI FARE SESSO, POSSIBILE MOVENTE DEL CRIMINE...

1. IL KILLER NON SI PENTE “SONO EROE E MARTIRE SEGUITE IL MIO ESEMPIO”

Estratto dell'articolo di Anna Lombardi per “La Repubblica”

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/poteva-passare-inosservata-puntata-ldquo-report-rdquo-417735.htm

 

luigi mangione 9

«Vede sé stesso come un martire, un eroe, un esempio da seguire». Luigi Mangione, 26 anni, killer del Ceo della compagnia assicurativa United HealthCare Brian Thompson, è descritto così nel primo report della polizia a lui dedicato. Quello redatto subito dopo l’arresto dagli agenti che per primi lo hanno interrogato, visionato dal New York Times.

 

Lo avevano fermato ore prima, alle nove di lunedì, mentre approfittava del wi-fi di un McDonald’s ad Altoona, 40 mila anime nel cuore della Pennsylvania. Nei brevi istanti in cui s’è abbassato la mascherina chirurgica che gli celava il viso per sorseggiare il caffè, un cliente abituale ne ha riconosciuto il sorriso ammiccante.

 

Lo stesso rivolto a una receptionist poche ore prima di uccidere Thompson. Quell’atteggiamento flirtante gli è stato fatale. Ripreso da una telecamera interna è stato usato dalla polizia per la foto segnaletica diffusa in tutta l’America.

 

IL KILLER DI BRIAN THOMPSON

Gli agenti lo hanno trovato a un tavolino appartato, lo zaino a terra, intento a usare il portatile. Gli ha fornito la stessa carta d’identità contraffatta usata a Manhattan. Un passo falso: «Non avrei dovuto», ha commentato a caldo. D’altronde, quando gli hanno chiesto se era stato di recente a New York la sua reazione è stata più efficace di una confessione: ha iniziato a tremare. Nello zaino e nell’auto, la polizia ha poi trovato tutto quel che serviva ad accusarlo: una pistola con silenziatore realizzata con stampante 3D e altri tre documenti falsi. [...]

 

Gli investigatori hanno stabilito che era arrivato a New York il 24 novembre, dieci giorni prima dell’omicidio, per studiare il terreno. Aveva poi lasciato l’alloggio in un ostello nell’Upper West Side il 29: salvo rientrare alla vigilia dell’omicidio, avvenuto il 4 dicembre. Dopo aver sparato a Thompson, si era allontanato a piedi, preso una bici fino a Central Park per poi dileguarsi su un bus.

 

BRIAN THOMPSON

Le motivazioni, non ancora chiare, vengono per ora rintracciare nel manoscritto che aveva con sé. Sorta di manifesto dove il giovane, affetto da spondilolistesi, il doloroso scivolamento in avanti delle vertebre, aveva scritto: «Questi parassiti se la sono cercata». Insieme ad un’articolata denuncia del «sistema sanitario americano. Il più costoso al mondo, nonostante l’aspettativa di vita sia al 42esimo posto» come ha spiegato Joseph Kenny, l’investigatore responsabile dell’inchiesta, parlandone ad Abc.

 

Spiegando così un assassinio talmente premeditato, che il giovane aveva scritto con un pennarello indelebile «negare», «ritardare», «difendere» sui proiettili usati. Formule usate dalle compagnie assicurative per declinare pagamenti e rimborsi, evocate anche nel titolo di un libro-inchiesta del 2010. [...]

 

Lui aveva rotto i rapporti con la sua famiglia e con gli amici sei mesi fa. Una “radicalizzazione” in concomitanza, nota qualcuno sui social, con un post pubblicato su Goodreads, dedicato al manifesto ideologico di Unabomber: il matematico che per 18 anni inviò pacchi bomba nel tentativo estremo di «fermare il progresso tecnologico». Indagini sono in corso per capire se qualcuno lo abbia aiutato durante la fuga.

 

luigi mangione 7

2. DA UN'OPERAZIONE SBAGLIATA ALL'ODIO TOTALE COSÌ MANGIONE È DIVENTATO IL VENDICATORE

Estratto dell'articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”

 

Luigi Nicholas Mangione è stato incriminato dallo Stato di York per l'omicidio di Brian Thompson, Ceo di UnitedCarehealth, avvenuto il 4 dicembre alle 6 e 44 del mattino fuori dall'Hilton Hotel a Manhattan. Mangione, 26 anni, ha trascorso le prime ore dopo l'arresto in un McDonald's di Altoona in una cella dello State Correctional Institution di Huntingdon. Ieri pomeriggio è iniziata la pratica per l'estradizione dalla Pennsylvania a New York State. [...]

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Dovrà rispondere di cinque capi di accusa fra cui possesso illegale di arma, falsificazione di documenti di identità e omicidio di secondo grado. Secondo fonti investigative Mangione si «sente un eroe». Si sta anche cercando di capire se qualcuno l'abbia aiutato.

 

Il movente dell'assassinio emerge dal manifesto di due pagine che aveva al momento dell'arresto in cui sono evidenti le critiche e la rabbia contro le società di mutua privata. Oltre a questo, la sua recente storia - e le testimonianze personali lasciate sui social nonché quelle degli amici - aiutano a comprendere parzialmente cosa è scattato nella mente di questo ragazzo, sino al 2023 programmatore informatico presso una società californiana, la TrueCar, primo della classe all'high school del Maryland, laureato in scienze informatiche e matematica alla UPenn.

 

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Da tempo Mangione lamentava un mal di schiena cronico che gli impediva una vita normale. Si era trasferito alle Hawaii da San Francisco e secondo il racconto di un suo co-inquilino, era «rimasto una settimana a letto dopo una lezione base di surf». Un'operazione alla spina dorsale l'aveva «traumatizzato», nel racconto di un amico con il quale aveva anche condiviso le radiografie della colonna vertebrale in cui si vedono delle viti chirurgiche. L'operazione non era stata risolutiva, fare sport era diventato quasi impossibile e aveva difficoltà relazionali con le ragazze.

 

[...] Era un avido lettore. Su un sito, Goodreaders, che ospita recensioni sui libri aveva elencato i 300 testi che aveva letto o che avrebbe voluto iniziare. Era affascinato dall'Intelligenza artificiale ma timoroso delle implicazioni, frequentava i social ma aveva allo stesso tempo il gusto per una vita più tradizionale. Amava intellettuali come Jonathan Haidt e Freya India, esponenti di "Anxious Generation" che si occupa dei risvolti psicologici e sociali per la Gen Z.

 

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Su X seguiva appena 75 persone e fra questi il podcaster Joe Rogan, Kennedy junior ed Edward Snowden. Era registrato nelle liste elettorali del Maryland ma non era affiliato a nessuno partito anche se famiglia era di orientamento repubblicano e possiede fra le varie attività una radio che ritrasmette i programmi della Fox News.

 

La madre Kathleen, il 18 novembre, aveva chiamato la polizia di San Francisco dicendo di non avere informazioni del figlio, aveva anche parlato con gli amici. Molti avevano perso le sue tracce, la sua stessa partecipazione sui social a dibattiti e conversazioni si è diradata, da questa estate non si trovano "impronte" di Mangione sui social.

 

luigi mangione 10

[...] Il caso apre anche un capitolo sulle cosiddette ghost gun, armi facilmente assemblabili a casa. Non hanno numero di serie, non serve un controllo sull'acquirente e non sono rintracciabili. La loro diffusione fra il 2016 e il 2021 è decuplicata, nel 2022 ne sono state sequestrate 25.785. L'Amministrazione Biden ha imposto della regole in modo da considerarle come tutte le altre armi da fuoco. La legge però è stata contestata da alcuni produttori. La Corte suprema dovrà esprimersi nei prossimi mesi.

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