green deal giorgia meloni ursula von der leyen

LA "TRANSIZIONE" SECONDO GIORGIA: IL GREEN DEAL VA BUTTATO AL CESSO – MELONI ANNUNCIA LA BATTAGLIA PER RINVIARE IL PIANO DI TRANSIZIONE ENERGETICA FORTEMENTE VOLUTO DAI VERDI E DALLA VON DER LEYEN: "E' DISASTROSO, LO CAMBIEREMO" – A SPALLEGGIARE LA DUCETTA C'È IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI: “LA DECARBONIZZAZIONE INSEGUITA AL PREZZO DELLA DEINDUSTRIALIZZAZIONE È UNA DISFATTA” – APRIRE SUBITO UNA CREPA SUL GREEN DEAL NON AIUTA FITTO, DESTINATO ALLE FORCHE CAUDINE DELL'AUDIZIONE ALL'EUROPARLAMENTO...

https://www.repubblica.it/economia/2024/09/19/news/meloni_green_deal_ultime_notizie-423508423/

 

1. MELONI ALL’ASSALTO DEL GREEN DEAL “È DISASTROSO, LO CAMBIEREMO”

Estratto dell’articolo di Diego Longhin e Filippo Santelli per “la Repubblica”

 

GIORGIA MELONI EMANUELE ORSINI - ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA

Orsini alza la palla: «Il Green Deal è impregnato di troppi errori, la decarbonizzazione inseguita al prezzo della deindustrializzazione è una debacle», dice il nuovo presidente di Confindustria, alla sua prima assemblea. Meloni è lì per schiacciarla: «Lo ringrazio per essere stato chiaro sui risultati disastrosi frutto di un approccio ideologico, siamo impegnati per correggere queste scelte», risponde qualche minuto dopo sul palco dell’Auditorium, in un intervento fiume applauditissimo dalla platea.

 

URSULA VON DER LEYEN - GREEN DEAL

Confindustria è sempre filogovernativa, ma la sintonia è coreografata ed evidente come mai in tempi recenti. Una consonanza quasi a tutto campo, che ha nell’opposizione alle politiche europee per la transizione il suo centro. Ed è con questa sponda industriale che ora Meloni vuole partire all’attacco del piano verde, simbolo della prima Commissione Von der Leyen.

 

[...]

 

Ora anche il Partito Popolare spinge per rivedere il Green Deal, mentre Von der Leyen ha promesso che gli obiettivi ambientali saranno perseguiti lasciando alle imprese la scelta delle tecnologie, e con un piano industriale per sostenerle, ad oggi assente. Lo stesso rapporto Draghi raccomanda di conciliare decarbonizzazione e competitività: che finora non sia successo si vede soprattutto nel settore dell’auto, dove lo stop al motore termico nel 2035 si accompagna a vendite elettriche al palo e all’avanzata dei produttori cinesi, mettendo a rischio l’intera filiera.

 

[...]

 

URSULA VON DER LEYEN PRESENTA LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA

Il primo banco di prova per l’assalto del governo al Green Deal sarà comunque l’auto. E a muovere sarà il ministro per le imprese Adolfo Urso, che ai colleghi Ue chiederà di aprire una discussione subito - e non nel 2026 come previsto dal regolamento - per rivedere tempi e modi del passaggio alle auto a batteria. Lunedì presenterà la proposta proprio a Confindustria e sindacati, poi la porterà in Europa il 26 al Consiglio competitività. Cosa chiede l’Italia? Rinviare il 2035.

 

Ma si tratta dell’obiettivo grosso, e non è detto che il governo riesca a raggiungerlo, nonostante la crisi di produttori simbolo come Volkswagen renda il momento propizio. Von der Leyen infatti ha spiegato che, con tutti gli aggiustamenti del caso, il Green Deal resta un pilastro del suo programma e ha affidato il dossier alla vice presidente spagnola Teresa Ribera, ex ministra della Transizione del governo Sanchez, che appare poco propensa a concessioni. Meloni d’altra parte deve muoversi con cautela anche per non mettere in difficoltà Raffaele Fitto, che deve superare l’esame in Parlamento da neo commissario.

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

 

[...] 

 

«L’Europa confonde politiche ambientali autoreferenziali con politiche industriali per la crescita», ha detto Orsini. Nella sua relazione il presidente degli industriali ha evitato temi delicati come l’autonomia differenziata, su cui la base degli imprenditori è spaccata quanto il resto del Paese. Ha limitato al minimo le richieste in vista della legge di Bilancio: quella di «rendere permanente il taglio del cuneo fiscale» è quasi un pro forma, ben sapendo che i margini stretti permetteranno solo un altro rinnovo annuale. [...]

 

2. PATTO ANTI-GREEN DEAL

Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI EMANUELE ORSINI

«Se l'Europa deve cambiare marcia anche l'Italia è chiamata a nuove scelte coraggiose». Il messaggio è del presidente di Confindustria Emanuele Orsini alla sua prima assemblea annuale. Davanti a tutto il governo schierato in prima fila, il leader degli imprenditori punta il dito contro l'Europa […]

 

 Il problema è il Green Deal, continua Orsini, che è «impregnato di troppi errori, l'industria è a rischio. La decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una debacle». Un attacco durissimo che trova la sponda della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Sono d'accordo, il governo prende l'impegno per correggere queste scelte». È la prima di tante altre promesse che la premier farà nel corso del suo intervento.

 

GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN

[…]  Nell'agenda delle priorità di Orsini ci sono i conti pubblici – «apprezziamo la barra dritta del Mef» – la produttività, la sburocratizzazione a costo zero, il nucleare e il piano Draghi considerato «vitale» per il cambio di passo dell'Europa e «le sfide ciclopiche» sul fronte della competitività.

 

Un passaggio del discorso è riservato alle relazioni industriali: «Con i sindacati abbiamo tanto da fare insieme, siamo pronti ad avviare un'azione comune per contrastare i troppi contratti siglati da soggetti di inadeguata rappresentanza. Come alcuni sembrano non voler ricordare, Confindustria prevede retribuzioni ben più elevate del salario minimo per legge. Noi – aggiunge Orsini – difendiamo il principio che il salario si stabilisca nei contratti, trattando con il sindacato».

 

GIORGIA MELONI EMANUELE ORSINI

Ma la vera preoccupazione, il chiodo fisso, resta il Green deal: «La filiera italiana dell'automotive è in grave difficoltà, depauperata del proprio futuro dopo aver dato vita alle auto più belle del mondo e investito risorse enormi per l'abbattimento delle emissioni. Stiamo regalando alla Cina il mercato dell'auto».

 

Il feeling con Meloni nasce qui: la premier definisce lo stop ai motori endotermici nel 2035 «autodistruttivo» per l'economia europea. E apre le porte agli imprenditori: «Con me avrete un confronto leale e regole certe, non andremo sempre d'accordo ma l'Italia può ancora stupire se lavoreremo insieme».

 

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

Le critiche per la cancellazione del Superbonus per la premier sono acqua passata: «Abbiamo detto dei no perché non si buttano dalla finestra i soldi dei cittadini, è finita la stagione dei bonus». Ora, insiste, è il momento della lotta comune alla burocrazia – «mi sento come uno di voi quando vedo gente che fa di tutto per non risolvere i problemi»– e occorre aumentare la produttività del lavoro. […]

URSULA VON DER LEYEN E I NUOVI COMMISSARI UE A BRUXELLES

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…