mario draghi xi jinping raffaele volpi

RECOVERY CHINA! – IL PIANO NAZIONALE DI “RICOSTRUZIONE E RESILIENZA” DOVREBBE SERVIRE (ANCHE) PER RENDERE L’ITALIA MENO DIPENDENTE DALLE IMPORTAZIONI TECNOLOGICHE DALLA CINA. MA SIAMO SICURI CHE SIA DAVVERO COSÌ? A SORVEGLIARE DOVREBBE ESSERE IL COPASIR, PARALIZZATO DA DUE MESI PER IL CONFLITTO SULLA PRESIDENZA TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA –MARCO MAYER: "FINCHÉ SI CONTENDONO L’AMICIZIA CON ORBAN NIENTE DA DIRE, MA LO  STALLO DEL COPASIR È INACCETTABILE E NON PUÒ PERDURARE"

 

 

 

Marco Mayer per www.formiche.net

 

marco mayer

Nel corso del mese di marzo quasi tutti i ministri del governo Draghi sono stati convocati in audizione dalle commissioni parlamentari competenti per discutere il  Piano Nazionale di Ricostruzione e Resilienza (Pnrr), il programma da 196 miliardi destinati all’Italia dalla Ue.

 

Il piano strategico non è ancora definito nei dettagli ,ma dai lavori delle Commissioni Parlamentari risulta evidente che il Pnrr  avrà implicazioni di rilevanza primaria in materia di  sicurezza nazionale, alleanze internazionali e rilancio della vocazione euro-atlantica dell’Italia.

 

Mario Draghi

Pochi ricordano che una delle priorità fondamentali del programma Next Generation EU (deliberato dal Consiglio Europeo nel luglio 2020) è irrobustire la resilienza istituzionale degli Stati membri. Nelle prossime settimane (esattamente come per il piano dei vaccini) un compito importante e delicato dovrebbe spettare al Copasir che – avvalendosi della preziosa collaborazione dell’ Autorità Delegata –  potrebbe  compiere un esame a 360 gradi dei progetti che il nostro Paese dovrà  presentare all’Unione Europea entro il prossimo 30 Aprile.

 

Xi Jinping CINA

Verificare la coerenza dei progetti Pnrr rispetto all’obiettivo di irrobustire la resilienza istituzionale dell’Italia è  ciò  che rende  utile e opportuno un esame “trasversale” del Copasir.

 

Per chiarire meglio questo aspetto è sufficiente richiamare all’attenzione dei decisori un solo esempio paradigmatico. A parole tutti concordano sul fatto che per rendere l’Italia più resiliente sia indispensabile ridurre la sua forte dipendenza dalle importazioni tecnologiche dalla Cina, dipendenza testimoniata in modo emblematico dalla rapida e consistente penetrazione delle imprese del Dragone nelle nuove reti 5G e nelle forniture per la broad band.

 

HUAWEI

Per ragioni di spazio non cito i dati inquietanti (sottolineati proprio dal Copasir) in merito alla crescita dell’influenza economico-finanziaria della Cina nel nostro Paese nell’ultimo quinquennio (2015/ 2020). Mi riferisco in particolare a quanto il Copasir ha segnalato in materia di investimenti diretti (talora abilmente mascherati con etichette europee),  joint ventures, importazioni di prodotti, componenti, piattaforme e servizi, forniture Pa via Consip o altre migliaia di stazioni appaltanti, accordi con università italiane per la diffusione di tecnologie cinesi di varia natura.

 

XI JINPING GIUSEPPE CONTE

I numeri parlano chiaro: negli ultimi anni la Cina (con i suoi colossi finanziari, tecnologici e energetici) ha potuto contare sull’ Italia come una piattaforma preziosa per attuare la sua strategia di penetrazione e commerciale in Europa e nel Mediterraneo (basta consultare i documenti ufficiali sullo stato di avanzamento della Bri e in particolare i segmenti Digital, Marittime ed Enviromental Silk Road).

 

In questi giorni numerosi intermediari italiani “stanno lavorando ai fianchi” gli apparati amministrativi e il mondo politico nella speranza che una parte dei fondi del Pnrr  (soprattutto per la transizione ecologica e digitale) siano destinati ai progetti in cui (in qualità di fornitori  e/o subfornitori) le imprese tecnologiche cinesi possano essere coinvolte e beneficiare dei finanziamenti.

 

mario draghi saluta biden consiglio europeo

Un simile scenario sarebbe paradossale: un intervento ideato per aumentare la resilienza si trasformerebbe nel suo esatto opposto. Il Pnrr avrebbe un effetto boomerang determinando un’ulteriore crescita della dipendenza tecnologica dell’Italia dalle aziende cinesi. Gli addetti alle relazioni esterne di Wind3, Huawei, Zte, Inspur, Xiaomi e altre imprese cinesi nonché (come è del tutto normale le lobbies più svariate) si stanno muovendo in modo trasversale cercando  di coinvolgere esponenti di partito, associazioni imprenditoriali accademici a livello nazionale, regionale e locale.

RAFFAELE VOLPI

 

Una parte del mondo universitario italiano è già coinvolto legittimamente in vari programmi di attività che coinvolgono aziende e atenei cinesi. Si tratta di un fenomeno fisiologico che ha – come nel caso del Politecnico di Milano – una lunga storia alle spalle.

 

Ciò che viceversa colpisce negativamente è l’assoluto disinteresse dimostrato dagli atenei italiani per le proteste studentesche e per quanto è accaduto e accade in questi ultimi tempi ad Hong Kong e in Birmania. Last but non least, il mondo accademico italiano sembra ignorare il fatto che il totalitarismo digitale costituisce oggi una delle maggiori minacce per il futuro di tutte le democrazie del mondo, occidentali ed asiatiche.

 

In seguito ai grandi stanziamenti europei di Next Generation EU per catturare l’attenzione della politica la narrazione elaborata da una parte dell’accademia ruota attorno a una espressione ambivalente, oggi molto di moda: “Sovranità digitale europea”. Intendiamoci: è sacrosanto che il Pnrr privilegi le aziende e centri di ricerca del continente, purché come sottolineato dal Copasir esse non siano europee soltanto sulla carta.

 

VITTORIO COLAO

Il tema tuttavia deve essere affrontato con realismo e con molta attenzione perché – come sempre – il diavolo si nasconde nei dettagli. Mentre si declama la presunta sovranità digitale  europea si tiene ben nascosto che nei mega progetti “europei” sono recentemente entrate alcune delle più potenti e aggressive aziende tecnologiche cinesi: China Mobile e China Telecom nella “O- RAN Alliance” (5G) e Alibaba,  Huwaei in ” Gaia-X” (Cloud Edge Computing).

 

marco mayer

Nel corso di una iniziativa promossa da Luiss Business School e da Formiche,  Giancarlo Giorgetti ed Enzo Amendola hanno espresso in modo nitido la volontà del governo Draghi di adottare una politica digitale fondata sui grandi valori di libertà e di democrazia che da sempre caratterizzano la comunità euro atlantica. Questa impostazione è stata sancita anche nel bilaterale tra Luigi Di Maio e il  Segretario di Stato americano Antony Blinken pochi giorni fa.

 

IL SEGRETATIO DI STATO USA blinken E LUIGI DI MAIO

Ma nel governo non tutti sembrano pensare allo stesso. Molto più sfumate appaiono le posizioni di altri ministri. In alcuni di loro modo sembra stagliarsi l’idea di una Europa come terza forza  equidistante dai due giganti tecnologici,  Cina e Stati Uniti. In un’era sempre più dominata dal cloud computing non si capisce bene – almeno nel medio periodo – come l’Europa possa essere autosufficiente. Ma al di là di questo punto interrogativo il linguaggio asettico tipico di alcuni ministri tecnici rischia di  omettere un fondamentale dato di realtà: il mondo è ancora diviso tra democrazie e dittature.

 

conte xi jinping

Nei regimi autoritari la libertà di ricerca, la libertà di insegnamento, la libertà di impresa sono fortemente limitate e condizionate: ciò rappresenta un grande limite per la scienza. Ogni atteggiamento di equidistanza dell’Italia potrebbe apparire politicamente ambiguo ed eticamente inaccettabile.

 

Da osservatore esterno,  per fare chiarezza su questi aspetti e su alcuni elementi  ancora indefiniti  della transizione digitale ed ecologica del Pnrr,  vedrei con favore audizioni dei ministri Colao e Cingolani al Copasir.  Il grande guaio è che per come ad oggi stanno le cose il mio è solo wishful thinking: il Copasir è paralizzato da due mesi per il conflitto sulla presidenza tra Lega e Fratelli di Italia.

 

ROBERTO CINGOLANI ENRICO GIOVANNINI

Finché i due partiti si contendono l’amicizia con Orban niente da dire, ma lo  stallo del Copasir è inaccettabile e non può perdurare.

 

Non casca il mondo se il Parlamento non é tempestivamente informato sui piani di reclutamento dell’addetto militare della Ambasciata della Federazione Russa a Roma espulso dall’Italia nei giorni scorsi. Non sta, invece, né in cielo né in terra che un organismo come il Copasir (così importante nel bilanciamento dei poteri costituzionali tra esecutivo e Parlamento) non sia messo nelle condizioni di conoscere e approfondire le implicazioni di un piano di quasi 200 miliardi da cui dipende il futuro dell’ Italia, o meglio l’Italia del futuro.

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…