luigi di maio reddito di cittadinanza

IL REDDITO E LA LUNA – DITE A DI MAIO CHE SOLO IL 3,6% DEI PERCETTORI DEL “SUO” SUSSIDIO HA TROVATO LAVORO – L’ASSEGNO MEDIO È DI 484 EURO AL MESE E LA DISTRIBUZIONE NON È EQUILIBRATA. SMANTELLARLO SARÀ DIFFICILE PERCHÉ PIÙ DI 1 MILIONE DI FAMIGLIE LO RICEVE E (ANCHE) GRAZIE A QUEI SOLDI RIESCE A TENERE SU LA BARACCA, MA UNA RIFORMA SARÀ INEVITABILE…

 

 

Valentina Conte per “la Repubblica”

 

le iene e i furbetti del reddito di cittadinanza 4

Oltre 1 milione di famiglie è in possesso della tessera di cittadinanza su cui sono caricati i soldi di reddito o pensione. Rispetto alle previsioni del governo, si tratta di un successo: il 76% della platea potenziale stimata dal governo M5S-Lega (1 milione e 335 mila nuclei) riceve in media 484 euro al mese. Si tratta del 57% delle famiglie in povertà assoluta stimate dall' Istat.

reddito di cittadinanza

 

Un dato che fa dire al premier Conte: «In otto mesi abbiamo il 60% in meno di povertà. Sono orgoglioso, rivendico la misura e mi batterò con tutte le mie forze per conservarla ». Tra gli alleati di governo i giudizi sono però discordi. Italia Viva preferirebbe destinare i soldi ad altro, sebbene il reddito di cittadinanza assomigli molto al Rei istituito dal Pd di Gentiloni. M5S difende a spada tratta la sua storica bandiera, supportato da Palazzo Chigi che nega intenti di modifica o revisione. «Per me e per tutto il Movimento Cinque Stelle reddito di cittadinanza e quota 100 sono misure intoccabili», twitta il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, prima firmataria nel 2013 del progetto di legge sul reddito.

luigi di maio con la postepay in mano

 

catalfo

«Chi propone di smantellarle o cambiarle sappia che non avrà mai i nostri voti». Il ministro pd per il Sud Giuseppe Provenzano ha detto a Repubblica che «chi vuole cancellare il reddito non ha mai parlato con chi, grazie a quei soldi, mette insieme il pranzo e la cena». Ma anche lui ammette «storture» da «rivedere».

peppe provenzano

 

Magari rinunciando alla natura ibrida dello strumento per tornare ad avere politiche attive per il lavoro separate dall' assistenza ai poveri. Il premier Conte condivide parte dei dubbi: «Il reddito è molto efficace per contrastare la povertà assoluta, ma dobbiamo migliorare la prospettiva occupazionale».

nunzia catalfo giuseppe conte

 

reddito di cittadinanza

Ma la povertà è stata abolita? Purtroppo no. Il 57% di chi oggi ha in mano la card con reddito o pensione di cittadinanza ha colmato la distanza tra le sue entrate molto basse e la soglia dei 780 euro, identificata come soglia minima per non essere considerati a rischio di povertà, in base alla definizione dell' indicatore ufficiale di povertà monetaria dell' Unione europea.

 

reddito di cittadinanza per tutti a genova pesce d'aprile

Ma uscire dalla povertà monetaria non è uscire dalla povertà. Il percorso è più lungo e comprende la possibilità di lavorare in modo dignitoso, mandare i figli a scuola, avere accesso alle cure mediche e a una rete sociale di sostegno. I dati a disposizione non consentono di dire se questi obiettivi sono stati raggiunti. Ma certo sono arrivati dei soldi a 1.014.429 famiglie (a 891 mila in forma di reddito, a 124 mila di pensione), quasi 2,5 milioni di persone. In media 522 euro di reddito al mese e 219 euro di pensione.

 

I punti deboli

di maio reddito di cittadinanzameme su di maio e la card per il reddito di cittadinanza 2

Solo il 36% del sussidio va alle famiglie con figli minori, quelle più a rischio povertà. I single sono il 39% dei beneficiari con 385 euro di assegno medio. Una famiglia di 4 persone senza minori prende quanto una famiglia con 6 o più componenti, tra cui bimbi: circa 600 euro medi. Per mantenere la cifra feticcio dei 780 euro a persona (alla fine i single con cifra piena sono solo il 4,4%), cuore della promozione martellante dei Cinque Stelle, è stata sacrificata la scala di equivalenza: se la famiglia cresce, l' importo non si adegua in proporzione ma molto meno. I disabili sono appena il 21%, perché spesso quelli conviventi con i familiari, seppur bisognosi, sono esclusi perché l' Isee supera il limite richiesto. Le famiglie straniere sono il 10% (11% ricevono il reddito, 2,8% la pensione): in tutto 103 mila. Anche qui le norme stringenti, seppur mitigate da una circolare Inps, ne escludono molti, specie i 10 anni di residenza richiesti.

di maio catalfo

 

le iene e i furbetti del reddito di cittadinanza 2

La fase due: il lavoro Oltre i soldi, c' è l' attivazione. Così è stato pensato e presentato il reddito. Lo dice anche la legge 26 che lo istituisce: «Misura di contrasto alla povertà volta a garantire il diritto al lavoro». Com' è andata? I dati Anpal - l' Agenzia nazionale per le politiche attive - dicono che su 2,5 milioni di persone che secondo l' Inps beneficiano del reddito solo 791.351 sono " work ready", pronte al lavoro: un terzo.

 

DI MAIO E LA CARD PER IL REDDITO DI CITTADINANZA BY LUGHINO

Poco più della metà di questi, 423 mila, è stato contattato dai centri per l' impiego, dove da settembre sono operativi 2.366 navigator, esclusi i 416 della Campania ancora in formazione. In 332 mila hanno sostenuto un colloquio, poi di questi 220 mila hanno sottoscritto il Patto di servizio. Alla fine hanno trovato un posto di lavoro 28.763: il 67% (poco più di 19 mila) con contratto a termine, il 18% stabile (5.177), il resto apprendistato e tirocinio. Il 36% dei posti ricade in Sicilia, Campania e Puglia. Non sorprende visto che i beneficiari di reddito sono al 62% al Sud. Napoli ne ha 108 mila, più di Lombardia e Veneto sommati (95 mila). Campania e Sicilia ne ospitano il 38%. Alla fine dunque meno di 29 mila occupati su 791 mila occupabili: il 3,63%.

le iene e i furbetti del reddito di cittadinanza 7

 

Ma il reddito serve?

«Corriamo un rischio grave», avverte Cristiano Gori, ex coordinatore dell' Alleanza contro la povertà. «Le aspettative sbagliate sul reddito come strumento per trovare lavoro possono delegittimare l' intera lotta alla povertà. Sbagliato difenderlo a prescindere, senza vederne i difetti. Sbagliato raderlo al suolo. La lotta alla povertà non si fa con una riforma all' anno».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”