gallera fontana

LA REGIONE LOMBARDIA SAPEVA DEL RISCHIO COVID-19 UN MESE PRIMA CHE ESPLODESSE L’INFERNO A CODOGNO - L’ALLARME DAL MINISTERO SCATTÒ IL 23 GENNAIO E IL PIRELLONE ELABORO’ DELLE “LINEE GUIDA” CHE AI MEDICI DI BASE NON SONO MAI ARRIVATE - NON FURONO ACQUISTATE MASCHERINE NE' GEL SANIFICATORI NE' ALTRI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE. E FORSE SI SAREBBERO POTUTI EVITARE ALCUNI EFFETTI DEVASTANTI COME LA FAMOSA DELIBERA DELL'8 MARZO CHE CHIEDEVA ALLE RSA DI ACCOGLIERE PAZIENTI COVID “A BASSA INTENSITÀ”…

Monica Serra per “la Stampa”

gallera fontana

 

Un mese prima di Codogno. Per capire davvero quello che è successo in Lombardia in questi quasi sessanta giorni di emergenza bisogna partire da una data: giovedì 23 gennaio. È il giorno in cui l' assessore Giulio Gallera, dopo aver ricevuto una circolare del ministero che informa del rischio di un' emergenza per epidemia, convoca la prima riunione della task force della Sanità lombarda per elaborare il piano preventivo contro il coronavirus.

 

È anche su questo incontro, 28 giorni prima del primo caso nel Lodigiano, che si sta concentrando di chi indaga sulla gestione lombarda dell' emergenza. La documentazione relativa a quella riunione potrebbe essere decisiva infatti nelle inchieste aperte dalla procura di Milano sul caso delle morti sospette nelle residenze per anziani.

Giulio Gallera

 

Durante i lavori della task force, come comunicato dalla stessa Regione, insieme ai responsabili dell' Ats, e di Malattie infettive degli ospedali, sarebbero state attivate tutte o quasi le realtà del territorio. «I medici di Asst, Irccs, case di cura accreditate, ospedali classificati, medici di famiglia, etc - dichiarò all' epoca l' assessore Gallera - devono segnalare i casi sospetti all' Ats di competenza, attraverso procedure informatiche specifiche, gestendo il paziente in stretto raccordo con i referenti delle malattie infettive». Dunque, la Regione, un mese prima dell' esplosione della pandemia sa che esiste un rischio concreto per il coronavirus. Ma che cosa fa?

 

Annuncia l' elaborazione di un «raccordo operativo» con medici di base e pediatri del territorio. «Abbiamo nelle scorse ore - dice sempre Gallera - emanato alcune indicazioni procedurali importanti per i medici di base e per gli specialisti ospedalieri, in costante raccordo con il Ministero della Salute». Quelle "linee guida" però, come dichiara il presidente dell' Ordine di Milano, Roberto Carlo Rossi, «ai medici di base non sono mai arrivate. E non abbiamo mai avuto notizia del lavori della task force. Peccato, abbiamo perso un mese per prepararci all' emergenza».

 

ATTILIO FONTANA E MELANIA RIZZOLI

Quindi, l' assessore Gallera sostiene in gennaio di aver lavorato «in raccordo» con i medici di base che però dicono di non saperne nulla. Vengono acquistate mascherine? Gel sanificatori? Altri dispositivi di protezione sanitaria? Non se ne ha notizia e comunque quando il primo caso di coronavirus si manifesta a Codogno, si scopre che la Lombardia non è pronta e va nel panico: ci vogliono giorni prima che vengano attrezzati i reparti negli ospedali, i corridoi di ricevimento e, soprattutto, venga distribuito al personale sanitario, medici di base compresi, l' attrezzatura idonea per mettersi al riparo dal virus.

 

giulio gallera

Perché se quindi c' era stata una riunione che aveva stabilito delle «linee guida» queste non vengono applicate? Oppure: che linee guida erano? Mistero. Ieri la Regione, pur interpellata, non ha dato risposte.

 

Certo è che se gli interventi fossero stati pianificati il giorno in cui venne fatta la riunione, ovvero il mese prima che la Lombardia venisse travolta, forse si sarebbero potuti evitare i provvedimenti urgenti nel pieno della crisi sanitaria. Come, ad esempio, l' ormai famosa delibera dell' 8 marzo che chiedeva alle rsa di accogliere pazienti Covid «a bassa intensità» per liberare posti letto negli ospedali ormai allo stremo.

attilio fontana 1

 

Decisione ora sotto al lente d' ingrandimento dell' inchiesta della Procura sui morti nei centri per anziani. Anche il governo per altro era ben consapevole del rischi che poteva correre il Paese, visto che Il 22 gennaio, mentre da Wuhan rimbalzavano le immagini del lockdown, il ministero della Salute convocava il primo vertice con Direzione generale per la prevenzione, dalle altre direzioni competenti, Istituto superiore di Sanità, Nas dei carabinieri.

 

attilio fontana

Da quel tavolo era partita una circolare a tutte le regioni italiane per predisporre piani sul territorio contro il Covid19. Il 31 gennaio Gallera annuncia che «i lavori della task force sono al completo e la macchina è pronta. Attende indicazione dal Ministero». Ma la prima circolare ai medici di base è solo del 23 febbraio, due giorni dopo Codogno, e non contiene indicazione suoi sintomi della malattia.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…