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REGIONI SENZA RAGIONE - LE REGIONI CHE SPINGONO PER UN’ACCELERAZIONE DELLA FASE 2 SONO QUELLE CHE HANNO ANCORA PERCENTUALI CONSIDEREVOLI DI CONTAGI, COME LOMBARDIA E PIEMONTE – IL GOVERNATORE FONTANA DEFINISCE “QUASI IMPOSSIBILI” GLI ZERO CONTAGI MENTRE IL VENETO È DA GIORNI CHE SOSTIENE DI ESSERE PRONTO E LA CAMPANIA DI DE LUCA DICE DI…

Marco Conti per “il Messaggero”

 

GIUSEPPE CONTE IN VIDEO CONFERENZA

Dall' appello alla «compattezza istituzionale» del ministro Bonafede, alla riapertura per gradi ma su scala nazionale, il passaggio è breve e frutto di una lunga riunione iniziata prima come Consiglio dei ministri e proseguita poi come vertice dei capidelegazione. Si riparte quindi tutti insieme, ma non è detto che in tutto le regioni si riapra tutto. Come? Alzando i requisiti a seconda delle zone di rischio.

 

Al centro delle riunioni di ieri a palazzo Chigi il rapporto con la pressante richiesta delle regioni del Nord di non applicare quello schema di riapertura graduale, messo a punto dall' Osservatorio nazionale sulla Salute nelle regioni italiane coordinato da Walter Ricciardi, consulente dell' Oms, del ministro della Salute Speranza e principale sostenitore della riapertura differenziata.

 

GIUSEPPE CONTE AL PC

Dopo molto discutere, il rinvio delle elezioni regionali a settembre - malgrado il pressing di Veneto, Campania, Liguria e Puglia - rappresenta il primo punto fermo della Fase2 e ne diventa un po' il criterio. D' altra parte tenere chiuse le scuole, e aprirle a fine giugno per eleggere futuri assessori, rischiava di non essere compreso. Ma oltre alla tempistica - decisa dai ministri riuniti in videoconferenza da Giuseppe Conte - rileva anche la prospettiva di un mega election-day autunnale che manda in soffitta qualunque strategia a macchia di leopardo che inevitabilmente si riversa anche sulla scelta dei modi della ripartenza.

 

Non più, quindi a seconda della percentuale di contagi, ma sulla base del rispetto di una serie di requisiti che il governo si appresta a dare attraverso precise linee guida che non si limitano all' uso delle mascherine o al distanziamento sociale, ma interverranno, per esempio, sulle questioni relative alla mobilità o sulla presenza di strutture sanitarie adeguate. L' avvio differenziato, regione per regione, che molto piace al Comitato tecnico, non convince la politica. La pressione delle regioni del Nord è forte e si unisce a quella delle imprese e degli operatori economici.

gallera fontana

 

I tecnici e gli scienziati riuniti nel Comitato continuano a sfornare previsioni sulla possibile diffusione del contagio sulla base del numero di persone che si rimettono in circolazione. Una discesa dei contagi si è registrata anche ieri, ma dai dati è anche evidente che in alcune zone del Paese il virus continua a muoversi con una certa facilità, rallentando l' uscita dall' emergenza di alcuni territori. Il problema è che le regioni che spingono per non essere tagliate fuori sono quelle che hanno ancora percentuali considerevoli di contagi, come Lombardia e Piemonte, mentre il Veneto è da giorni che sostiene di essere pronto e la Campania di De Luca dice di rimettersi alle decisioni del governo.

 

A spingere da giorni per un' accelerazione della fase2, sono ancora i renziani. Il ministro Teresa Bellanova chiede di autorizzare già dalla prossima settimane alcune riaperture. In pressing su Conte è anche il Pd. Il ministro Dario Franceschini spinge per avere entro la settimana una sorta di programma non tanto sui tempi, quanto sui requisiti che devono essere chiesti a territori, aziende e cittadini, per potersi rimettere in moto.

 

fontana trivulzio 1

l termine della riunìone, Conte ha dato appuntamento per sabato ai capidelegazione di maggioranza. Oggi a palazzo Chigi tornerà a riunirsi la task force di Colao alla presenza di molti capigabinetto dei ministeri. Sulla base delle proposte e dei suggerimenti che fornirà Colao su trasporti, lavoro e mobilità, Conte domani incontrerà i sindacati e nel fine settimana si ritroverà nuovamente con i capi delegazione per preparare la messa a punto del decreto di riapertura.

 

Malgrado le tensioni dei giorni scorsi e le polemiche, l' idea prevalente è quella di cercare un' intesa che non faccia riesplodere il conflitto tra Roma e i territori.

Con il presidente della Lombardia Attilio Fontana che definisce «quasi impossibile» gli zero contagi» e quello del Veneto Zaia che preme da giorni dicendo di essere «pronto a riaprire», Conte non intende andare di nuovo allo scontro. Meglio, quindi, lavorare sulle linee guida necessarie per riaprire, alzando al massimo i requisiti per ogni attività nelle zone più a rischio.

LUCA ZAIA CON LA MASCHERINA

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