attilio fontana luca zaia giuseppe conte roberto speranza nicola zingaretti milanononsiferma coronavirus

REGIONI SENZA RAGIONE - LE REGIONI CHE SPINGONO PER UN’ACCELERAZIONE DELLA FASE 2 SONO QUELLE CHE HANNO ANCORA PERCENTUALI CONSIDEREVOLI DI CONTAGI, COME LOMBARDIA E PIEMONTE – IL GOVERNATORE FONTANA DEFINISCE “QUASI IMPOSSIBILI” GLI ZERO CONTAGI MENTRE IL VENETO È DA GIORNI CHE SOSTIENE DI ESSERE PRONTO E LA CAMPANIA DI DE LUCA DICE DI…

Marco Conti per “il Messaggero”

 

GIUSEPPE CONTE IN VIDEO CONFERENZA

Dall' appello alla «compattezza istituzionale» del ministro Bonafede, alla riapertura per gradi ma su scala nazionale, il passaggio è breve e frutto di una lunga riunione iniziata prima come Consiglio dei ministri e proseguita poi come vertice dei capidelegazione. Si riparte quindi tutti insieme, ma non è detto che in tutto le regioni si riapra tutto. Come? Alzando i requisiti a seconda delle zone di rischio.

 

Al centro delle riunioni di ieri a palazzo Chigi il rapporto con la pressante richiesta delle regioni del Nord di non applicare quello schema di riapertura graduale, messo a punto dall' Osservatorio nazionale sulla Salute nelle regioni italiane coordinato da Walter Ricciardi, consulente dell' Oms, del ministro della Salute Speranza e principale sostenitore della riapertura differenziata.

 

GIUSEPPE CONTE AL PC

Dopo molto discutere, il rinvio delle elezioni regionali a settembre - malgrado il pressing di Veneto, Campania, Liguria e Puglia - rappresenta il primo punto fermo della Fase2 e ne diventa un po' il criterio. D' altra parte tenere chiuse le scuole, e aprirle a fine giugno per eleggere futuri assessori, rischiava di non essere compreso. Ma oltre alla tempistica - decisa dai ministri riuniti in videoconferenza da Giuseppe Conte - rileva anche la prospettiva di un mega election-day autunnale che manda in soffitta qualunque strategia a macchia di leopardo che inevitabilmente si riversa anche sulla scelta dei modi della ripartenza.

 

Non più, quindi a seconda della percentuale di contagi, ma sulla base del rispetto di una serie di requisiti che il governo si appresta a dare attraverso precise linee guida che non si limitano all' uso delle mascherine o al distanziamento sociale, ma interverranno, per esempio, sulle questioni relative alla mobilità o sulla presenza di strutture sanitarie adeguate. L' avvio differenziato, regione per regione, che molto piace al Comitato tecnico, non convince la politica. La pressione delle regioni del Nord è forte e si unisce a quella delle imprese e degli operatori economici.

gallera fontana

 

I tecnici e gli scienziati riuniti nel Comitato continuano a sfornare previsioni sulla possibile diffusione del contagio sulla base del numero di persone che si rimettono in circolazione. Una discesa dei contagi si è registrata anche ieri, ma dai dati è anche evidente che in alcune zone del Paese il virus continua a muoversi con una certa facilità, rallentando l' uscita dall' emergenza di alcuni territori. Il problema è che le regioni che spingono per non essere tagliate fuori sono quelle che hanno ancora percentuali considerevoli di contagi, come Lombardia e Piemonte, mentre il Veneto è da giorni che sostiene di essere pronto e la Campania di De Luca dice di rimettersi alle decisioni del governo.

 

A spingere da giorni per un' accelerazione della fase2, sono ancora i renziani. Il ministro Teresa Bellanova chiede di autorizzare già dalla prossima settimane alcune riaperture. In pressing su Conte è anche il Pd. Il ministro Dario Franceschini spinge per avere entro la settimana una sorta di programma non tanto sui tempi, quanto sui requisiti che devono essere chiesti a territori, aziende e cittadini, per potersi rimettere in moto.

 

fontana trivulzio 1

l termine della riunìone, Conte ha dato appuntamento per sabato ai capidelegazione di maggioranza. Oggi a palazzo Chigi tornerà a riunirsi la task force di Colao alla presenza di molti capigabinetto dei ministeri. Sulla base delle proposte e dei suggerimenti che fornirà Colao su trasporti, lavoro e mobilità, Conte domani incontrerà i sindacati e nel fine settimana si ritroverà nuovamente con i capi delegazione per preparare la messa a punto del decreto di riapertura.

 

Malgrado le tensioni dei giorni scorsi e le polemiche, l' idea prevalente è quella di cercare un' intesa che non faccia riesplodere il conflitto tra Roma e i territori.

Con il presidente della Lombardia Attilio Fontana che definisce «quasi impossibile» gli zero contagi» e quello del Veneto Zaia che preme da giorni dicendo di essere «pronto a riaprire», Conte non intende andare di nuovo allo scontro. Meglio, quindi, lavorare sulle linee guida necessarie per riaprire, alzando al massimo i requisiti per ogni attività nelle zone più a rischio.

LUCA ZAIA CON LA MASCHERINA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”