lorenzo tosa

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - "CIAO DAGO, HO LETTO DELLE PAROLE RAZZISTE FORSE PRONUNCIATE DA NON SI SA QUALE ADDETTO ALLE PULIZIE SUL TRENO. DI SOLITO SUL 'FRECCIABIANCA' NON GIRANO ADDETTI ALLE PULIZIE, AL MASSIMO QUELLI DEL SERVIZIO TECNICO... - P.S: MA QUEL LORENZO TOSA CHE AVREBBE SENTITO LE PAROLE RAZZISTE È UN FUORIUSCITO GRILLINO CHE ALLE EUROPEE SI È CANDIDATO CON “+EUROPA”?"

LETTERA

lorenzo tosa

Ciao Dago, ho letto delle parole razziste forse pronunciate da non si sa quale addetto alle pulizie sul treno. Di solito sul Frecciabianca in corsa non girano addetti alle pulizie, al massimo quelli del servizio tecnico, gli addetti alle pulizie salgono e scendono quando i treni sono in stazione, guarda che combinazione proprio stavolta erano in giro.

 

Ps: Ma quel Lorenzo Tosa che avrebbe sentito le parole razziste è un fuoriuscito grillino che alle europee si è candidato con +europa?

 

Candida Elegia

 

IL POST DI LORENZO TOSA SU FACEBOOK

 

Frecciabianca, all’altezza di Campiglia, una tranquilla serata di luglio.

Delle urla forti e indistinte irrompono nel tuo vagone. È difficile capire a chi appartengono e a chi sono rivolte. Poi alzi lo sguardo, metti a fuoco e vedi un uomo sulla quarantina portata male, occhiali dalla montatura spessa e indosso la pettorina del servizio di pulizia. Man mano che si avvicina, anche la voce si fa più nitida. Ora capisci cosa dice: “Negra di m... Tornatene al tuo paese”.

treno

 

“Devi levarti da qui, schifosa, lascia il posto a chi paga il biglietto.” Di fronte a lui - ora la vedi bene - c’è una ragazza di 23 anni del Mali. Una splendida ragazza, in evidente stato di choc. Prova a difendersi, gli urla con una strana mescolanza di accenti, tra italiano, francese e toscano stretto: “Razzista!” “Fascista!” E l’uomo - se così volete chiamarlo - l’uomo esplode: “Ma quale fascista. Zitta, negra, che c’avete tre strade e le abbiamo costruite noi nel ‘39”. 

Già. Lui che “fascista” non è.

 

A quel punto è impossibile far finta di niente, anche perché nessuno si è mosso di un millimetro: ognuno seduto sulle proprie poltroncine con un Ipad in mano, un paio di cuffie nelle orecchie e uno sguardo di compiaciuta indifferenza, come se quella cosa, in fondo, non li riguardasse. E che, tutto sommato, finalmente c’è qualcuno che dice le cose come stanno e difende “gli italiani onesti e perbene.”

 

treno

Ti alzi in piedi e corri verso l’uomo, che nel frattempo ha alzato persino la voce ed è a un centimetro dalla ragazza. Pensi che possa addirittura metterle le mani addosso, allora ti metti in mezzo, lo allontani, lo guardi negli occhi. E dentro vedi qualcosa che non avresti mai immaginato. Vedi il vuoto. Non c’è nulla in quello sguardo, solo rabbia cieca, senza un senso né una direzione, caricata da chissà quante migliaia di voci sentite, commenti letti, discorsi fatti, dichiarazioni ascoltate sui social o in tv ed esplose di colpo in un pomeriggio di mezza estate. C’è il vuoto in quegli occhi. E fa paura.

“E lei che cosa vuole?” chiede

“Voglio, anzi pretendo, che non si permetta mai più di rivolgersi così a questa ragazza - rispondi - Lei ha una divisa, rappresenta il treno, le ferrovie italiane, questo paese. Si vergogni e chieda scusa.”

 

“Lei mi ha dato del fascista” dice indicando la ragazza.

“E ha fatto bene - rispondi - È esattamente quello che sta dimostrando di essere.”

E, in quel momento succede un’altra cosa che non avevi previsto. Accade che abbassa lo sguardo, di colpo sembra aver cambiato atteggiamento. 

“Ok, tutto a posto - dice - Non è successo nulla.”

“Nulla è a posto. Mi hai dato della negra di m...” interviene lei alle tue spalle. 

“E tu stai zitta, non vedi che sto parlando con lui!” Il tono ora è di nuovo alto, e “lui”. “Lui” - nel suo delirio - significa italiano. Connazionale. Uno dei nostri. Ecco quello che tu sei per lui. 

 

E, mentre li fissi entrambi, per qualche secondo, non riesci a non sentirti umanamente, moralmente, mentalmente, con ogni muscolo o nervo del tuo corpo, infinitamente più vicino a lei che a lui. In quel momento, su quel vagone in corsa da qualche parte per la campagna toscana, per la prima volta forse nella tua vita ti senti straniero in Italia. Se lui è l’italiano e lei la straniera, allora sei straniero anche tu. E mai, prima d’ora, è stato così disperatamente chiaro.

treno

 

L’uomo a quel punto si placa, ma è tardi. Il controllore è stato richiamato dalle urla e ha allertato il capotreno. Pretendi che non finisca lì. E sei fortunato, perché il capotreno è un uomo perbene. Ha lo sguardo di chi ne ha viste tante, troppe, ma non è tipo disposto a tollerare. Lo obbliga a scusarsi. A suo nome e a nome del treno. In un mondo normale non finirebbe qui, ma basta uno sguardo tra te e il capotreno per capire che è meglio per lei se tutto quanto resta lì. Con tante scuse e nessun rapporto o segnalazione. Perché è probabile che, tra i due, una volta che si va a scavare, sia lei quella che ha più da perdere. Non è giusto, ma è meglio così.

 

Lei ti ringrazia, ti abbraccia, ti dice che non sa come sdebitarsi, e che, anche volendo, non saprebbe come fare. Ed è strano, perché sei tu che in quel momento vorresti scusarti con lei per quello che ha subìto, per quella violenza inaudita, per il silenzio complice di decine di persone, di italiani, che hanno assistito alla scena senza muovere un muscolo. Vorresti chiederle scusa per essere ospite di un paese che la tratta come una criminale perché è donna e perché è nera. Vorresti chiederle scusa, come italiano, 

e dirle che questa non è l’Italia, anche se non ne sei più così convinto.

 

treno

Ti accorgi che è da un’ora che la conosci, ma non sai nulla di lei. C’è appena il tempo per scambiarsi i nomi, un frammento della sua storia, tra la Toscana e Parigi, tra il sogno di diventare una parrucchiera di successo e la realtà di sfruttamento, lavori neri, precari e malpagati, ogni settimana uno diverso. Si chiama Mailuna, il nome è di fantasia, ma la violenza di quelle parole, la sensazione di essere stata violata nel proprio intimo, nell’indifferenza generale, quella è reale, viva, e non se ne andrà con un bicchier d’acqua al vagone ristorante.

 

L’ultima cosa che vedi di lei, prima che scenda dal treno, è un sorriso. E ti sembra impossibile che sia della stessa ragazza che fino a mezz’ora prima stava per scoppiare in lacrime. E allora capisci che ne vale ancora la pena. Di restare umani. Di alzarsi in piedi e andare a occupare fisicamente quel posto dalla parte giusta della storia che decine di passeggeri e milioni di italiani hanno rinunciato a prendere.

 

Fai in tempo a chiederti dove sarà ora Mailuna, cosa farà stasera, quello che deve aver passato fino ad oggi, chi diventerà, dove la porterà la vita tra cinque, dieci, vent’anni. E, per un attimo, le auguri che sia ovunque ma non in Italia. È un attimo, già, solo un attimo. Perché, tra i due, tra Mailuna e quell’uomo sulla quarantina dalla montatura spessa, lo straniero non è e non sarà mai lei. Vorresti urlarglielo, ma è troppo tardi. È tardi per un sacco di cose.

treno

È accaduto oggi, poco fa, su un Frecciabianca, da qualche parte in Toscana, Italia, pianeta Terra, 2019. 

Resistere! Resistere! Resistere!

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO