RIN-NEGUS LA STORIA – CENTO UOMINI HANNO DISTRUTTO UNA STATUA DI HAILE SELASSIE IN UN PARCO DI LONDRA: LA DEMOLIZIONE NON HA NULLA A CHE FARE CON IL BLACK LIVES MATTER, MA È LEGATA ALLE PROTESTE ESPLOSE IN ETIOPIA DOPO L’UCCISIONE DEL CANTANTE HACHALU HUNDESSA, ATTIVISTA ED ICONA DELLA LOTTA PER L’INDIPENDENZA DELL’ETNIA OROMO… VIDEO

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DAGONEWS

 

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Una statua del negus Haile Selassie è stata distrutta in un parco nel sud-ovest di Londra da una banda di 100 uomini.

 

L'incidente al Cannizaro Park è legato ai disordini in Etiopia scatenati dall'uccisione del famoso cantante Hachalu Hundessa e non è correlato al fenomeno della distruzione di statue nel Regno Unito da parte di Black Lives Matter (BLM) e di altri manifestanti anti-razzismo. Selassie, l'ultimo imperatore dell'Etiopia, ha portato il paese nella Lega delle Nazioni - il precursore delle Nazioni Unite - nel 1923.

 

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Sebbene gruppi per i diritti umani abbiano denunciato il suo regime come autoritario, oggi Selassie è venerato dai Rastafariani come "Dio incarnato". Questa settimana ad Addis Abeba durante le rivolte è stata abbattuta una statua del leader del XIX secolo Ras Makonnen, il padre di Selassie.

 

Lorenzo Simoncelli per “www.lastampa.it”

 

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Hachalu Hundessa, cantante, attivista ed icona della lotta per l’indipendenza dell’etnia etiope Oromo è stato ucciso a 34 anni da un gruppo di uomini non ancora identificati. Un episodio che ha scatenato le proteste di migliaia di manifestanti. Negli scontri con le forze di sicurezza sono morte 81 persone, decine i feriti e numerosi edifici sono stati incendiati. Le autorità hanno reagito con il pugno di ferro bloccando, ancora una volta, Internet ed arrestando 35 persone tra cui l’influente mogul, Jawar Mohammed, tra i principali oppositori del Primo Ministro etiope, Abiy Ahmed.

 

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Hundessa, con i suoi inni alla libertà, galvanizzava la popolazione Oromo, la maggiore etnia del Paese, ma storicamente la più marginalizzata. «Abbiamo perso la nostra voce - dice un 29enne studente universitario durante il funerale che si è tenuto ad Ambo, la città natale del cantante a 60 chilometri dalla capitale etiope Addis Abeba - ma continueremo a lottare finché sarà fatta giustizia per la sua morte».  

 

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Un episodio controverso che riaccende le tensioni e minaccia la stabilità del terzo Paese più popolato d’Africa con oltre 100 milioni di abitanti e che sarebbe dovuto andare al voto, poi posticipato a causa della pandemia di Coronavirus.

 

Il Primo Ministro, Abiy Ahmed (anche lui di etnia Oromo), insignito, lo scorso anno, con il Premio Nobel per la Pace per la storica tregua con l’Eritrea, sta provando a riformare le strutture politiche e militari del Paese, ma il passaggio ad una democrazia multipartitica sta trovando numerosi ostacoli. Nonostante numerosi oppositori politici siano stati liberati, le forze di sicurezza hanno represso le proteste degli ultimi mesi con estrema violenza.

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