RODMAN MEJO DI SUPERMAN: MISSIONE A PYONGYANG! - L’EX CAMPIONE DEI CHICAGO BULLS SAREBBE DI NUOVO IN COREA DEL NORD, STAVOLTA PER RIPORTARE A CASA 4 OSTAGGI AMERICANI MA IL PENTAGONO NEGA - IN PASSATO AVEVA CANTATO HAPPY BIRTHDAY A CICCIO KIM - VIDEO

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Angelo Aquaro per Repubblica.it

DENNIS RODMAN A PYONGYANG DENNIS RODMAN A PYONGYANG

 

Agente Dennis Rodman: in missione per Donald Trump. L’ex campione di basket più pazzo del mondo che cantò “Tanti auguri a te” a Kim Jong-un ne sta combinando un’altra delle sue atterrando nella Corea del Nord che atterrisce il mondo lanciando un missile dietro l’altro.

 

Il Dipartimento di Stato ovviamente si tira indietro: gli Usa non hanno neppure relazioni diplomatiche ufficiali con lo Stato Eremita di lassù, il capo del Pentagono Jim “Cane Matto” Mattis davanti al Congresso ha appena definito Pyongyang “la più pressante e pericolosa minaccia alla pace e alla stabilità” mondiali, e figuriamoci dunque se qualcuno possa assumersi la paternità della missione.

 

Ma basta mettere insieme i fili di questa storia per azzardare che Dennis il Rosso possa essere finito a Pyongyang proprio nel tentativo di riportarsi a casa i quattro ostaggi americani che il regime detiene come possibili pedine di scambio: o almeno qualcuno di loro.

dennis rodman dennis rodman

 

Ai reporter che gli chiedevano i motivi della missione, l’ex Toro di Chicago, l’ex campione dei Chicago Bulls, che per aggiungere mistero al mistero indossava la maglietta con la scritta “PotCoin”, ed era accompagnato da alcuni impiegati della startup che provvederebbe “moneta digitale” al business della cannabis, ha per la verità detto che la trattativa “non è nei miei piani, adesso”, anche se ha specificato che si spinge lassù “per tenere una porta aperta” e spera “che qualcosa accada”.

 

Alla Cnn che è riuscita ad avvicinarlo ha poi vagamente detto “ci rivediamo giovedì”: e chi si piomberebbe a Pyongyang per sole 48 ore se il blitz non nasconde appunto una missione particolare?

 

Il segreto ovviamente è assoluto e “Il Verme”, come è stato affettuosamente soprannominato, è riuscito a sgusciare senza farsi incastrare dai curiosi quando è atterrato dagli Usa a Pechino con destinazione Corea del Nord. Per l’alfiere di questa singolare diplomazia del basket si tratterebbe della quarta visita nello Stato che minaccia di seppellire gli yankees con la bomba atomica.

DENNIS RODMAN A PYONGYANG DENNIS RODMAN A PYONGYANG

 

Tre sono documentate dal 2013 al 2014 e storico, si fa per dire, resta il viaggio dove l’omone si è esibito perfino nel più classico degli “Happy Birthday”, tanti auguri a te, rivolto con affetto a quel Kim che lui definisce “davvero un bravo ragazzo”. “Un ragazzo sveglio” è d’altronde la definizione che del Giovane Maresciallo ha dato lo stesso Trump, che ha confessato di essere “onorato” di poter incontrare un giorno il leader comunista “alle giuste condizioni”.

 

Di più: lo stesso Trump in passato aveva elogiato una di queste missioni dell’amico Dennis, che fra l’altro è stato un paio di volte ospite del suo “The Apprentice”, lo show in tv che ha reso popolarissimo l’attuale presidente degli Usa. Rodman ha ricambiato facendo campagna elettorale per The Donald.

 

DENNIS RODMAN A PYONGYANG DENNIS RODMAN A PYONGYANG

E insieme a Dennis il tycoon-showman oggi a capo del mondo libero aveva pianificato la possibilità di fare anche lui un blitz nell’ultima roccaforte comunista: magari per prendersi con Kim un hamburger, come aveva per accaparrarsi i voti degli americani, e tra un boccone e l’altro convincerlo a mollare sul nucleare.

 

La missione di Dennis non si spinge così in alto ma è chiaro che anche se non ufficiale è comunque un canale che gli americani stanno aprendo all’indomani del decimo lancio di missili dell’anno: non certo il primo, visto che le consultazioni ufficiose della serie “Track 2” sono proseguite anche negli ultimi mesi, con la mediazione della Norvegia, mica per niente la sede del premio Nobel e perfino, si sussurra, la benedizione di papa Francesco, che ha sempre spinto per il dialogo di fronte alla prospettiva di quella che lui chiama “la terza guerra mondiale a pezzi”. Sono almeno quattro, a quanto risulta, gli americani oggi detenuti nelle prigioni di Kim.

IL LEADER NORDCOREANO KIM JONG UN INSIEME AL GIOCATORE DENNIS RODMAN ASSISTE A UNA PARTITA IL LEADER NORDCOREANO KIM JONG UN INSIEME AL GIOCATORE DENNIS RODMAN ASSISTE A UNA PARTITA

 

C’è Otto Warmbier, il giovane dell’università della Virginia, condannato a 15 anni di carcere per aver tentato – dicono i nordcoreani – di rubare al termine di una gita scolastica un poster con l’effige di Jong-un, che come tutti i tre Kim della dinastia lassù è considerato un semidio. Sempre dalla Virginia arriva, per un puro caso che però ai giudici di Pyongyang sembra giustificare il complotto, Kim Dong-chul, arrestato con l’accusa di spionaggio.

 

Dall’evidente origine coreana sono anche gli ultimi due cittadini americani detenuti, accomunati entrambi dall’appartenenza alla Pust, un’università cristiana che è riuscita a prosperare negli ultimi 15 anni con l’accondiscendenza ovviamente del regime, che tra i suoi banchi ha spedito i figli dell’elite: oggi, i professori Kim Sang-Duk e Kim Hak-song sono però anche loro accusati di spionaggio.

 

IL LEADER COREANO KIM JONG UN E DENNIS RODMAN IL LEADER COREANO KIM JONG UN E DENNIS RODMAN

Riuscirà dunque il nostro Rodman a portare la missione a canestro? C’è poco da sorridere. Anche la diplomazia del basket, dopo l’annuncio del presidente sudcoreano Moon Jae-in di voler organizzare con i fratelli-coltelli del Nord i mondiali di calcio del 2030, può essere una strada per uscire dal vicolo cieco dove il mondo intero rischia di cacciarsi: per colpa ovviamente della determinazione di Kim a fare della Corea del Nord, a dispetto delle sanzioni

 

DENNIS RODMAN DENNIS RODMAN

di tutto il pianeta, una potenza nucleare, ma adesso anche per la promessa di Trump di allontanare la minaccia con qualsiasi mezzo – inclusa dunque quell’azione militare che potrebbe portare a una catastrofica, e atomica, rappresaglia. Tanti auguri a te, stavolta, agente Dennis?

 

KIM JONG UN KIM JONG UN

 

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