assenteisti roma

A ROMA PIU’ DEL COVID POTE’ LA PARACULITE - RECORD DI ASSENZE PER MALATTIA AL CAMPIDOGLIO E NEI MUNICIPI (IN UNA DELLE CITTÀ MENO COLPITE DALLA PANDEMIA IN PROPORZIONE ALLA SUA POPOLAZIONE) – IL PICCO A MARZO NEI GIORNI DEL BLOCCO - UFFICI DESERTI NELLO STAFF DELLA SINDACA: A CASA TRE SU DIECI - A MILANO, CITTA’ DURAMENTE COLPITA DAL COVID, ASSENZE APPENA AL 5%...

DANIELE AUTIERI per la Repubblica

 

campidoglio

In una delle città meno colpite dalla pandemia in proporzione alla sua popolazione, il Covid 19 sembra essersi accanito sul Campidoglio.

 

A dispetto dello smartworking e del lockdown che, almeno fino ad oggi, sembra aver impedito al virus di invadere Roma, gli uffici del Comune sono stati comunque flagellati dalla malattia e, a parte alcuni e importanti casi di super lavoro per garantire servizi essenziali per i romani come l'assegnazione dei buoni pasto, le assenze si sono fatte sentire.

 

Questa fotografia emerge dai tassi di assenza elaborati dal Dipartimento organizzazione e risorse umane del Campidoglio e riferiti al mese di marzo, che vengono accompagnati da un distinguo che ha l'aria della giustificazione: « La causale " malattia" comprende anche le assenze per ricovero ospedaliero, per infortunio sul lavoro e le assenze derivanti dai decreti Covid».

ASSENTEISTI ROMA 2

 

E allora ecco i numeri: la presenza al lavoro (non solo quella fisica ma l'attività lavorativa in generale) nel gabinetto della sindaca si è fermata al 64,2%. Oltre il 35% del personale in servizio presso uno degli uffici più importanti del Campidoglio è mancato durante quei 31 giorni: il 12,5% per ferie, l'11,9% per malattia, il 2,4% per la legge 104 e il restante 8,8% per "altri motivi".

campidoglio

 

Come il gabinetto della sindaca, anche la maggior parte degli uffici di dirigenza hanno replicato percentuali simili. È accaduto con il segretariato generale, con il corpo di polizia di Roma Capitale, con l'avvocatura capitolina. In alcuni casi, poi, le turbolenze del lockdown si sono fatte sentire più che altrove.

 

Mentre le maestre e i maestri romani combattevano con Zoom per assicurare il percorso formativo ai bambini delle scuole comunali, al dipartimento servizi educativi e scolastici oltre la metà dei dipendenti era assente. Il tasso di assenza ha raggiunto qui il 51,2%, con un 24,8% che è mancato all'appello per "altri motivi" dalle ferie e dalla malattia.

ASSENTEISTI ROMA 4

 

Un dato simile ( 48,8% di assenza) è stato registrato alla sovrintendenza capitolina dei Beni culturali così come dall'agenzia capitolina sulle tossicodipendenze ( 46,3%), anche se la prova peggiore l'hanno data alcuni municipi. Il record spetta al primo, dove il 64% dei dipendenti risulta " assente" nel mese di marzo. Un record eguagliato solo dal IV municipio, e seguito dal 56% dell'XI municipio. Le giustificazioni ci sono e sono più che condivisibili, anche se perdono di forza quando i dati di Roma vengono messi a confronto con quelli di Milano.

 

Nel capoluogo lombardo, duramente colpito dal Covid, il gabinetto del sindaco ha registrato un tasso di assenza di appena il 5,7%; il servizio di presidenza del consiglio comunale del 17,7%; l'area lavoro e formazione del 12,9%. Anche a Milano, come prevedibile, i tassi di assenza sono stati in generale più elevati ma hanno continuato ad oscillare tra il 15 e il 28%.

raggi

 

Pochi i picchi negativi, come il 42% di assenza nell'area della pianificazione urbanistica. I numeri raccontano quindi due realtà lontane, dove - nonostante i molti passi in avanti - Roma continua a mostrare un ritardo di produttività all'interno degli uffici pubblici. Resta adesso da capire se la strada dello smartworking, che la sindaca Virginia Raggi vuole trasformare da emergenza in prassi, possa diventare la soluzione al problema, oppure rischiare di acuirne gli effetti.

 

beppe sala legge se stessomarco aurelio campidogliocampidoglio

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO