E L’AMERICA SCOPRÌ IL SUO PEGGIOR SERIAL KILLER – A 80 ANNI SAMUEL LITTLE HA DECISO DI CONFESSARE I 93 OMICIDI COMPIUTI TRA GLI ANNI ’70 E IL 2015: LE VITTIME ERANO TUTTE DONNE EMARGINATE, UCCISE A MANI NUDE MENTRE LUI ALLUNGAVA LA LORO AGONIA PER POTER GODERE MASTURBANDOSI – ORA L’FBI HA MESSO ON LINE LA CONFESSIONE E I RITRATTI FATTI DALL’ASSASSINO: "DICEVO LORO CHE ERO UN ARTISTA COME VAN GOGH…" (VIDEO)

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Angela Marino per "www.fanpage.it"

 

samuel little 3 samuel little 3

“Dicevo loro che ero un artista come Van Gogh, che le avrei ritratte e fatte apparire bellissime”. A parlare è un uomo afroamericano di quasi 80 anni, seduto in carrozzina, con un paio di occhi verdi che si animano quando nella sua mente si riavvia la pellicola dei ricordi. Samuel Little, a sentirlo parlare, sembra quasi un attempato seduttore che rivanga gli anni ruggenti, ma così non è.

 

le vittime di samuel little 3 le vittime di samuel little 3

Little, classe 1940, nato in Georgia, ex pugile peso massimo leggero, è il più prolifico serial killer d’America ancora in vita. Ha ucciso più vittime di Gary Ridgway, più di Ted Bundy, ma fino al 2018 era semplicemente un ergastolano condannato per aver strangolato tre donne.

 

È stato nell’ultima fase della sua vita, davanti a un ranger del Texas e poi davanti agli agenti dell’FBI, che ‘Sam Little’ ha cominciato a confessare tutti gli omicidi commessi negli ultimi 35 anni. Ne conta 93.

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Samuel Little, il serial killer che ha fatto più vittime

Dopo anni passati a marcire in un carcere ai confini del deserto del Mojave, in California, a pochi passi dalla patinata Beverly Hills, Samuel ha cominciato a confessare davanti a un ranger del Texas, James Holland, che andò da lui con il sospetto che fosse l’autore dell’omicidio di Denise Brothers, una donna uccisa fuori dallo Stato. E fu così che Little, con l’aria da tenero pensionato, ha raccontato come ha ucciso quasi un centinaio di donne dagli anni Settanta fino al 2005.

le vittime di samuel little 4 le vittime di samuel little 4

 

Little, però, è stato in grado di fare molto di più che che rivangare i crimini: ha disegnato, con quel talento artistico che aveva affinato in carcere, i volti delle vittime. Afroamericane, bianche, ispaniche, mature, giovani, Samuel Little è in grado di ricordare ogni linea del volto di quelle donne, ogni sfumatura di colore dei capelli, ogni piega degli occhi.

 

Uccidendole le ha fotografate per sempre. Ne sono nati centinaia di ritratti/identikit che hanno permesso a decine di famiglie di riconoscere nelle vittime di Little le loro donne scomparse e hanno dato a Samuel la possibilità di rivivere quei delitti. E grazie alla collaborazione con la giustizia, di farsi revocare la pena di morte.

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Da ex pugile a serial killer

Tutto inizia in Georgia, negli anni ’40, quando il piccolo Samuel viene abbandonato sul ciglio di una strada sterrata da sua madre adolescente. Cresce per lo più con la nonna, in Ohio, ma l’attrazione per il crimine si manifesta subito, entra ed esce dal carcere 26 volte per aggressione, tentato stupro, rapina, taccheggio, oltraggio a pubblico ufficiale.  È un pugile di talento, peso massimo leggero, ma viene allontanato dalla boxe per il suo carattere iracondo e incontrollabile.

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Ha una ragazza, Jeane, anche lei sbandata e taccheggiatrice. Paradossalmente, Sam sta dentro tre anni per aver rapinato un negozio di mobili, mentre nel 1976, viene arrestato nel Missouri, per stupro, aggressione, lesioni e rapina a Pamela K. Smith. La ragazza era riuscita fuggire dall'auto di Sam, nuda e con le mani legate dietro la schiena. In questo caso Sam viene condannato solo per la minore delle accuse e condannato a 3 mesi. L’aveva  strangolata, morsa, picchiata e stuprata.

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I ritratti di Samuel Little

‘Little Sam' ha così il tempo di affinare il suo modello, perfezionare il metodo, scegliere i luoghi. Per Sammy uccidere è come fare sesso, le strangola mentre si masturba prolungando la loro agonia il più possibile per raggiungere il piacere sessuale. La sua vittima preferita incarna un modello di donna sola ed emarginata, per cui nessuno si sarebbe fatto domande. 

 

Tossicodipendenti, prostitute, donne transessuali sole, alcolizzate, madri single. Semina i delitti in diversi Stati d’America (19), così che mai a nessuno venga in mente di collegare i casi. Senza segni di arma da fuoco o di coltello sui corpi, strangolate a mani nude, queste donne sembrano morte per il degrado delle loro vite.

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Per overdose, stenti o percosse. Agisce impunemente fino al settembre 2012, quando viene arrestato in Kentucky per l’omicidio di Carol Elford, Guadalupe Apodaca, e Audrey Nelson, uccise nel 1987. Stavolta non c’è scampo, il DNA lo collega a tutti e tre i casi, e Sam little viene estradato a Los Angeles e condannato all’ergastolo per i 3 omicidi. Ha 76 anni.

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L'FBI mette gli interrogatori su internet

Avrebbe potuto portarsi nella tomba quei 93 omicidi di cui mai nessuno avrebbe saputo niente, ma alla soglia degli 80 anni, Little ha deciso di fare coming out. E quando gli hanno messo davanti un foglio e una matita chiedendosi se sarebbe stato in grado di ricordare i volti delle vittime, lui ha sorpreso tutti disegnando facce praticamente identiche alle foto delle vittime. Sotto alcune lasciava degli appunti: "Sam mi ha ucciso, ma io lo amo", faceva dire a una delle sue vittime.

 

È stato così che l'America ha scoperto il suo più prolifico serial killer ancora in vita. "Anche se Little è in prigione noi vogliamo ottenere giustizia per ogni vittima" hanno detto i profiler dell'Federal Bureau, che ha deciso di mettere sul proprio sito web gli interrogatori del killer, accompagnati dal ritratto di ciascuna vittima, in modo che ogni famiglia di una donna scomparsa possa poter verificare se sia stata una delle tante vittime di Sam.

I DISEGNI DELLE VITTIME DI SAMUEL LITTLE I DISEGNI DELLE VITTIME DI SAMUEL LITTLE

 

Samuel Little oggi

"La prima cosa che ho capito è quanto fosse malvagio e intelligente – ha detto James Holland, il ranger che lo ha fatto confessare – la sua memoria fotografica è impressionante. Nulla di ciò che ha mai detto è risultato essere falso. Siamo stati in grado di provare quasi tutto ciò che ha detto. Sam, però, non vuole essere definito stupratore, a lui piace essere definito ‘assassino'". Oggi Sam Little è rinchiuso in carcere, da dove continua a fornire dettagli sui suoi crimini. Tutte le sue confessioni sono state ritenute credibili e hanno portato alla chiusura di diversi casi in America.

 

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