bimbi nigeriani

L’OMBRA DI UN’ALTRA BIBBIANO – A TORINO CI SONO TREDICI INDAGATI PER IL CASO DI DUE BIMBI NIGERIANI TOLTI ALLA FAMIGLIA E AFFIDATI A DUE MAMME CHE SI SONO MESSE IN TASCA 115MILA EURO PER PRENDERSI CURA DI LORO: L’AFFIDO SAREBBE STATO PILOTATO CON TESTIMONIANZE INATTENDIBILI E UNA RELAZIONE INFONDATA SU PRESUNTI ABUSI DA PARTE DEL PADRE – A FINIRE NEI GUAI ANCHE NADIA BOLOGNINI, PSICOTERAPEUTA DIVENTATA IL VOLTO, INSIEME AL SUO EX MARITO CLAUDIO FOTI, DELLO SCANDALO BIBBIANO…

Irene Famà per “la Stampa”

 

bambini in affido 3

Tredici indagati. Si chiude così l'inchiesta sul caso di due bambini tolti alla famiglia d'origine e affidati ad un'altra coppia. Un affido che per la procura sarebbe stato pilotato con testimonianze inattendibili, relazioni infondate. E i due fratelli manipolati contro i genitori naturali.

Nei guai sono finite le madri affidatarie, una impiegata e l'altra poliziotta, una neuropsichiatra, sei persone della rete dei servizi sociali e alcuni agenti della polizia ferroviaria. E poi Nadia Bolognini, psicoterapeuta diventata il volto, insieme al suo ex marito Claudio Foti, dello scandalo Bibbiano.

 

bimbi nigeriani

Si era parlato di una "Bibbiano Piemontese", ma un distinguo è necessario. L'inchiesta della procura si riferisce ad un solo caso e non ipotizza un sistema di affidi pilotati.

La vicenda inizia nel 2013, quando la madre naturale dei bambini, una donna di origine nigeriana, chiede aiuto perché non riesce più a mantenerli. I piccoli vengono affidati temporaneamente e si apre un procedimento civile per l'adottabilità. E mentre una consulenza del tribunale dei minorenni sostiene che manchino i presupposti per l'allontanamento, la psicoterapeuta a cui le due madri affidatarie si sono rivolte, Nadia Bolognini, ipotizza una condotta sessualizzata dei bambini riconducibile ad abusi del padre naturale. Per la procura, le sedute di psicoterapia della professionista, difesa dall'avvocato Roberto Trinchero, sono state condotte con «metodi suggestivi e scorretti» e le relazioni redatte in maniera «fuorviante».

Nadia Bolognini

 

E così anche le madri affidatarie, secondo la pm Giulia Rizzo, avrebbero manipolato i piccoli «denigrando i genitori naturali», suggestionandoli, «colpevolizzandoli, preparandoli agli incontri con i magistrati e con la mamma». L'obiettivo sarebbe stato dimostrare abusi da parte del padre d'origine e una situazione «di profonda sofferenza e totale disorientamento» se i due fratelli fossero stati allontanati da loro. Nel 2018, la coppia ottenne dal tribunale lo stop agli incontri dei bambini con i genitori biologici.

claudio foti dopo la condanna 1

 

Le legali delle due donne, le avvocate Maria Grazia Pellerino e Donatella Mondini, annunciano battaglia: «Depositeremo una memoria in cui chiederemo al giudice l'annullamento dell'avviso di chiusura indagini visto che è appena stato avviato l'incidente probatorio. Si tratta di una perizia psicologica per accertare se i minori siano stati o meno vittime di abusi. Va da sé che il risultato potrebbe completamente ribaltare l'accusa del pm». E ancora: «La Cassazione ha annullato con rinvio la misura cautelare interdittiva per un anno dall'esercizio della professione. Segno che l'accusa ha esasperato i fatti, ma allo stato non vi sono riscontri».

AFFIDO

 

Le due madri affidatarie sono accusate anche di maltrattamenti: rimproveri con urla, parolacce e minacce di abbandono.

A pilotare l'affido, stando alle indagini, sarebbero stati anche alcuni poliziotti, colleghi di una delle due madri affidatarie: «Si sarebbero introdotti abusivamente nei sistemi informatici» per ottenere informazioni sui genitori naturali dei bambini così da «screditarli e dimostrare l'incapacità genitoriale».

Agli operatori dei servizi sociali, difesi, tra gli altri, dall'avvocato Michele Polleri, vengono contestate diverse violazione di procedure, omissioni e aggiramento delle regole.

 

bambini in affido 1

Fra le "persone offese" compare il Comune di Torino che, a titolo di rimborso spese per le affidatarie, ha versato nel corso del tempo 115mila euro: «Somma che - scrive la procura - se corrisposta sotto forma di aiuti primari alla famiglia biologica avrebbe consentito da un lato un risparmio per la città e dall'altro il mantenimento dei minori all'interno della famiglia d'origine». Nel 2020, i bambini sono stati inseriti in una comunità e hanno iniziato un laborioso percorso destinato a riavvicinarli alla madre naturale. Da un lato c'è la questione giudiziaria, dall'altro la discussione politica, che sul tema affidi si scontra senza esclusione di colpi. E poi ci sono i bambini.

bambini in affido 5claudio foti hansel e gretelCLAUDIO FOTIclaudio foti dopo la condanna 3claudio foti hansel e gretelclaudio foti dopo la condanna 2claudio foti dopo la condanna 4bambini in affido 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…