L’UMBRIA DI SE STESSA – CATIUSCIA MARINI NONOSTANTE LE DIMISSIONI HA PROVATO A NEGARE OGNI ACCUSA: “NE USCIRÒ A TESTA ALTA”, MA I PUBBLICI MINISTERI LA PENSANO IN UN ALTRO MODO – GLI INVESTIGATORI HANNO REGISTRATO UN COLLOQUIO NEL SUO UFFICIO DAL QUALE SI DESUME CHE L’ALLORA DIRETTORE DELL’OSPEDALE DI PERUGIA LE CONSEGNÒ I TEST DA RECAPITARE A UNA CANDIDATA…

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Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

CATIUSCIA MARINI NICOLA ZINGARETTI CATIUSCIA MARINI NICOLA ZINGARETTI

Il destino politico della governatrice dell' Umbria s' è consumato prima di quello giudiziario. Catiuscia Marini ha provato a tenere ferma la posizione sostenendo - dopo aver saputo di essere indagata nell' inchiesta che ha travolto la Sanità regionale - di poter provare la propria «estraneità a ogni ipotesi di reato e a qualunque sistema di potere».

 

Ma non ha fatto in tempo nemmeno a sedersi davanti ai pubblici ministeri che l' accusano, la pressione politica è stata più forte. E così s' è fatta da parte, pur ribadendo di non avere niente a che fare con gli illeciti denunciati dai magistrati: «Ne uscirò personalmente a testa alta, perché io non c' entro con pratiche di esercizio del potere che non siano rispettose delle regole e della trasparenza».

CATIUSCIA MARINI CATIUSCIA MARINI

 

I pubblici ministeri la pensano in un altro modo, e parte del reato che la coinvolgerebbe s' è consumato il 10 maggio scorso, all' interno del suo ufficio. Quel giorno, dopo aver ricevuto dalla presidente della commissione del concorso per quattro posti di assistenti contabili riservati a «categorie protette» (con 97 candidati) i test delle prove d' esame, l' allora direttore generale degli Ospedali di Perugia Emilio Duca andò dalla governatrice.

 

Gli investigatori registrarono un colloquio dal quale hanno desunto che Duca consegnò i test alla Marini, da recapitare a una delle concorrenti. Frasi spezzettate che però, messe insieme, hanno portato i pm e il giudice che ha arrestato Duca a quella conclusione. La governatrice chiamò il suo segretario Valentino Valentini e gli disse: «La Marisa, quella della Coop... le devi portare 'sta cosa... Méttetela dentro, non lo so... méttetelo in una busta». Poco dopo Duca ribadisce: «Qui ce sò le domande, tra quelle lì... sta tranquilla».

CATIUSCIA MARINI E GIANPIERO BOCCI CATIUSCIA MARINI E GIANPIERO BOCCI

 

Erano i test per la prova scritta, poi arrivarono gli orali, la candidata che nella ricostruzione dell' accusa era sponsorizzata dalla governatrice ottenne il posto. Partecipò anche a un altro bando, e il 1° giugno Duca viene intercettato in un' altra conversazione con Roberto Ambrogi, responsabile della Contabilità e bilancio: «Se questa facesse bene anche lì, o piazziamo quella della Marini, che si può piazzare da tutte e due le parti e la mettiamo anche lì da te,...».

 

Catiuscia Marini Catiuscia Marini

Commento dei magistrati: «La conversazione è indicativa del fatto che nella selezione, l' unica aspettativa che non rimarrà delusa è quella del "palazzo", in barba al buon andamento della pubblica amministrazione». Quattro giorni dopo, la presidente della commissione parla con Ambrogi e cita il nome della donna segnalata dalla governatrice: un' altra concorrente, spiega, «ha fatto abbastanza bene a a questo orale, ma siccome c' è lei...».

 

Catiuscia Marini Catiuscia Marini

Sono tutti frammenti che per gli inquirenti diventano indizi di reato, contestato alla Marini come ai politici della cordata a lei avversa dentro al Pd, capeggiata dall' ex segretario regionale Gianpiero Bocci e dall' ex assessore alla Sanità Luca Barberini (entrambi agli arresti). I pm hanno messo insieme i loro tre nomi per denunciare il vertice politico responsabile dell' inquinamento dei concorsi pubblici, calpestando «ogni esigenza di "massimizzazione" dell' interesse pubblico e quindi di scelta del migliore contraente per la pubblica amministrazione».

Catiuscia Marini Catiuscia Marini

 

È il sistema di potere accusato di muoversi illecitamente, rispetto al quale Catiuscia Marini continua a rivendicare la propria estraneità. Pur avendo nominato i manager coinvolti: Duca e il suo predecessore Walter Orlandi, anche lui indagato, poi spostato all' assessorato regionale. Quello di cui Duca diceva: «Pensavo che con la partenza di Orlandi finivano, invece, no continuano... hanno creato questo sistema nel quale le cose si fanno soltanto su la manipolazione, pilotare, eccetera». La partita giudiziaria su queste frasi è appena cominciata; quella politica sembra già finita.

 

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