ucraina russia perm

IN RUSSIA CONTINUANO A ESSERCI “STRANE” ESPLOSIONI - IERI È ANDATA A FUOCO UNA FABBRICA DI POLVERE DA SPARO A PERM, A 2MILA CHILOMETRI DALL’UCRAINA. DALL’INIZIO DELL’INVASIONE CI SONO STATI PIÙ DI 20 EPISODI SIMILI. È IL SEGRETO DI PULCINELLA: A COLPIRE SONO MISSILI DI KIEV, ANCHE SE ZELENSKY NON CONFERMA E NON SMENTISCE. È UN MODO PER DIMOSTRARE CHE MOSCA È DEBOLE ANCHE ALL’INTERNO E NON RIESCE A DIFENDERE NEMMENO I SUOI CONFINI. NON È UN CASO CHE ALCUNI ROGHI RIGUARDINO CENTRI LONTANI DALL’AREA DI CRISI…

 

 

 

 

 

Russia: incendio in fabbrica polvere da sparo, 2 morti

esplosione in una fabbrica di polvere da sparo a perm, in russia

 (ANSA) - Due operai sono morti in seguito a un incendio nella fabbrica di polvere da sparo di Perm, in Russia: lo riferiscono il Moscow Times e l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti citando le autorità locali. Ria Novosti sostiene che secondo l'ispettorato del lavoro, la sera del primo maggio si è verificato un incendio in un sito di produzione. Secondo il Moscow Times, nello stabilimento di Perm si produce anche polvere da sparo per alcuni armamenti, compresi i sistemi lanciamissili Grad e Smerch.

 

LA GUERRA «SEGRETA» DI BELGOROD

Andrea Marinelli,Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

Le ultime due «strane» esplosioni sono avvenute all'alba di lunedì a Belgorod, città russa a 39 chilometri dal confine con l'Ucraina, con il sindaco che si è affrettato a rassicurare i cittadini. Il giorno precedente, il Primo maggio, era stata colpita un'installazione militare nella stessa città di frontiera ed era stato danneggiato un ponte nei pressi di Kursk, a 170 chilometri dal confine, un incidente attribuito dal sindaco a un gesto doloso.

 

esplosioni a belgorod 2

 

Dall'inizio dell'invasione sono stati oltre 20 gli episodi avvenuti in Russia, per lo più nella regione di Belgorod, dove uomini e mezzi militari pattugliano le strade in cui - racconta il sito indipendente russo Meduza - sono spuntati ospedali da campo e scavate delle trincee.

 

Quasi ogni giorno il governatore Vyacheslav Gladkov aggiorna sugli attacchi: il 1° aprile è stato colpito un deposito petrolifero della Rosneft, il 12 è stata danneggiata la linea ferroviaria a Shebekino, due giorni dopo un uomo di Zhuravlevka è stato ferito dalle schegge di un'esplosione.

 

Le ombre

Nella regione è stato dichiarato uno stato d'allerta giallo, che indica un'alta minaccia terroristica, ma questi episodi sono parte di una guerra di ombre: non sempre è chiaro il colpevole, a volte è sfuggente come una fantasma, altre reale come lo può essere un raid militare.

 

incendio a tver 3

Come quello - mai rivendicato dagli ucraini - del 25 aprile a Bryansk, a 100 chilometri dal confine, quando due incendi sono divampati nei depositi di carburante della Rosneft, da cui parte il greggio che arriva in Europa.

 

In successione sono stati presi di mira basi, villaggi, depositi di munizioni, infrastrutture. A colpire sono droni di fabbricazione turca, elicotteri, missili e probabilmente - questa è la parte più coperta - forze speciali infiltratesi dietro le linee. I russi sono riusciti ad abbattere un paio di velivoli, con le foto dei rottami pubblicate in rete da semplici cittadini.

VLADIMIR PUTIN

 

Mosca ha reagito in modo diverso a seconda delle situazioni: ha incassato il colpo, ha negato, ha accusato il nemico, ha ipotizzato la casualità. Un esperto britannico, con molto pragmatismo, ha riconosciuto due aspetti: l'incuria e la corruzione possono certamente essere all'origine di incidenti, tuttavia quando si assiste a una serie ripetuta è difficile pensare che sia solo il destino avverso.

 

Kiev si è «accomodata» - per scelta e interesse - a specchio. Ha accusato, inizialmente, il nemico di provocazioni. Poi progressivamente ha lasciato intendere di essere coinvolta, ha ironizzato citando il «karma negativo» mentre il capo dello staff di Zelensky ha parlato di «ambiguità strategica», ossia non confermano né smentiscono.

esplosione in un deposito di petrolio a bryasnk, in russia 2

 

Una linea incoraggiata dal sostegno aperto della Gran Bretagna e persino della Germania, per le quali la resistenza ha il diritto di assestare fendenti ovunque. Le debolezze I giganteschi «funghi» di fumo che si alzano sulle località della Russia finiscono per essere interpretate come le prove di difficoltà profonde.

 

Non importa il motivo scatenante: per gli analisti tutto questo dimostra che Mosca non riesce sigillare la madre patria, ha buchi negli apparati di sicurezza, lamenta guai nel personale e negli impianti.

 

Anche perché alcuni roghi hanno riguardato centri lontani dall'area della crisi: ad esempio la grande esplosione avvenuta ieri a Perm, a 2 mila chilometri dall'Ucraina, che ha coinvolto un impianto per la produzione di polvere da sparo, oppure quella del 21 aprile a Tver, a nord di Mosca, in un laboratorio che sviluppa missili.

incendio a tver 2

 

Gli ucraini, poi, possono «disturbare» l'invasore mentre rilancia l'offensiva a est e sud: incursioni simboliche e ad effetto, con possibili ripercussioni sulla rete logistica.

 

Il fronte interno risponde anche ai suggerimenti esterni che prevedevano il ricorso a piccoli nuclei di commandos. Istruttori americani, canadesi, britannici, polacchi e lituani hanno addestrato le Special Forces di Zelensky e le hanno anche dotate di equipaggiamenti adeguati al compito: militari e piloti di elicotteri sono in grado di agire con le tenebre grazie ai visori notturni, sono dotati di sistemi di comunicazione protetti, di apparati per poter ricevere dati di intelligence.

volodymyr zelensky

 

Una componente umana che non esclude la presenza di consiglieri stranieri. I russi hanno usato la stessa lama. O hanno provato. Kiev ha arrestato numerosi alti ufficiali accusati di tradimento: uno lavorava allo Stato Maggiore, un gruppo invece doveva abbattere - secondo l'accusa - un aereo passeggeri in Bielorussia o Russia e far ricadere la responsabilità sull'Ucraina. Una situazione che riporta alla distruzione del jet malese nel luglio 2014, a Donetsk, attribuita ai filorussi.

carri armati polacchi in ucraina

INCENDIO IN UN DEPOSITO DI PETROLIO A BRYANSK, IN RUSSIA

carri armati polacchi in ucraina

 

 

esplosioni a belgorod

esplosione in un deposito di petrolio a bryasnk, in russia 4esplosione in un deposito di petrolio a bryasnk, in russia 3Le cisterne in fiamme a Bryanskincendio a tver 4incendio a tver 5volodymyr zelensky in copertina su timevolodymyr zelensky su timeincendio a tver 1

Guerra Russia Ucraina 2esplosioni a belgorod

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…