SANREMO VENDE MODA – “VESTIRE ACHILLE LAURO È STATO COME PIAZZARE UNA BOMBA ALL'ARISTON" – IL SARTO CESAREO DI GUCCI, ALESSANDRO MICHELE: “ANNA OXA VESTITA DA UOMO, O A LOREDANA BERTÈ CON LA PANCIA FINTA. SONO QUEGLI EPISODI DI ROTTURA A ESSERE PASSATI ALLA STORIA, E PER QUESTO LAURO MORALMENTE HA VINTO - MI PIACEREBBE CHE LE DONNE FOSSERO AL CENTRO DEL PALCO PER CIÒ CHE SONO, NON PER L'ESSERE MOGLI O COMPAGNE DI, O IN NOME DEI LIKE RICEVUTI SU INSTAGRAM’’

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alessandro michele 7 alessandro michele 7

Serena Tibaldi per “la Repubblica”

 

Questo è stato il Festival di Achille Lauro. Meglio ancora, è stato il Festival di Achille Lauro vestito da Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci e ideatore di quello scandaloso stile "in bilico" - tra maschile e femminile, buono e cattivo gusto, misura ed esagerazione - che il cantante romano, 29 anni, ha incarnato perfettamente sul palcoscenico di Sanremo.

 

achille lauro con il copricapo di gucci achille lauro con il copricapo di gucci

Assieme i due hanno concepito i 4 completi con cui Lauro s' è esibito, dallo pseudo-San Francesco in tutina di cristalli all' Elisabetta I con la gorgiera, passando per la Marchesa Casati e lo Ziggy Stardust di David Bowie. I dibattiti sul significato di quelle mise , e sull' opportunità di adoperarle in un contesto come il Festival, non si placano, ma forse nessuno ne può parlare con maggiore cognizione di causa di chi le ha disegnate.

 

achille lauro achille lauro

Secondo molti quelle di Lauro più che esibizioni sono state performance, che hanno finito per offuscare la musica, sovrapponendole provocazioni ed esagerazioni. Cosa ne pensa?

«Si può separare la musica di Elton John dai suoi costumi? E quella di David Bowie, si può staccare dai suoi personaggi? E Renato Zero? Dividere il personaggio, la sua rappresentazione e la teatralità che ne deriva dalla voce è difficile. Sono operazioni "chirurgiche" che non mi piacciono, e che per me sono pure sbagliate: la messa in scena è vitale per la musica, senza la performance avremmo solo degli splendidi coristi».

 

achille lauro achille lauro

Era facile immaginarsi la sorpresa che le quattro esibizioni avrebbero suscitato. Si aspettava questa reazione?

«Lo ammetto, ogni sera ero trepidante davanti alla tv in attesa di vedere cosa sarebbe accaduto. Non ho lavorato avendo Sanremo in mente, certo però sapevo che sarebbe stato come piazzare una bomba, metaforica, sul palco dell' Ariston. E mi sono divertito moltissimo».

 

Però è consapevole che il Festival è una cassa di risonanza che non ha eguali, musica o no.

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«Sicuramente, lo dimostrano gli ascolti da record. Per Sanremo tutti hanno un' opinione su tutto, e ci tengono a dirla. Presentandosi lì Lauro è come se fosse sceso in piazza a protestare, solo che invece di farlo sotto casa sua è andato dritto in Parlamento. E il suo caso non è certo nemmeno il primo in questo senso: penso ad Anna Oxa vestita da uomo, o a Loredana Bertè con la pancia finta. Sono quegli episodi di rottura a essere passati alla storia, e per questo Lauro moralmente ha vinto. Ecco, io non sarei mai andato a Sanremo per vestire la donna che accompagna il presentatore».

alessandro michele, lana del rey e jared leto alessandro michele, lana del rey e jared leto

 

Come mai?

«È la figura della valletta in sé che mi lascia perplesso: non perché non ci debbano essere, ognuno è libero di fare ciò che vuole, ci mancherebbe, ma mi piacerebbe che le donne fossero al centro del palco per ciò che sono, non per l' essere mogli o compagne di, o in nome dei like ricevuti su Instagram. Forse ci si dovrebbe fare un esame di coscienza sul perché ancora accada, e sul perché ci siano ancora certi stereotipi».

 

Per il suo lavoro, la musica cosa rappresenta?

ALESSANDRO MICHELE E HARRY STYLES ALESSANDRO MICHELE E HARRY STYLES

«Io sono quello che sono per la musica: guardavo ai musicisti sul palco e nella vita di tutti i giorni, e sognavo di vestirli. I miei idoli non erano Armani e gli stilisti, perché per la mia generazione quello era un mondo chiuso, destinato solo a una certa classe sociale. Perciò volevo fare il costumista, solo più tardi ho capito che mi sarebbe piaciuto fare abiti per tutti, non solo chi suona. E poi la musica è emotiva, e io vivo i miei vestiti in maniera emotiva: è naturale che i due mondi per me siano così connessi».

 

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Achille Lauro è solo l' ultimo artista, in ordine di tempo, a legarsi al suo mondo.

«A lui non basta la musica esattamente come a me non bastano i vestiti. Così com' è già accaduto con Harry Styles e Jared Leto, Achille è diventato un altro interprete del mio linguaggio, dal rifiuto dell' estetica machista imperante in poi (ha fatto molto parlare l' invettiva contro la mascolinità tossica pubblicata dall' artista sul proprio profilo Instagram dopo la prima serata, ndr ).

Il compito della mia moda oggi è fare da circuito elettrico che collega tutti loro. E io sono una specie d' elettricista, quello che dà la corrente».

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