alessandro michele sfilata cosmogonia gucci

UN SARTO CON UN EGO INTORNO – IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA DI ALESSANDRO MICHELE CHE SCARROZZA GUCCI A CASTEL DEL MONTE, IN PUGLIA, PER LA COLLEZIONE COSMOGONIA - NON SOLO SI PORTA AL GUINZAGLIO I MANESKIN MA SI LANCIA IN SCONCLUSIONATI PARAGONI CON FEDERICO II: “LUI AVEVA BISOGNO DI MOLTO. E ANCHE IO SONO UN UOMO CHE HA BISOGNO DI MOLTO. DI MOLTO SAPERE” – NON CONTENTO IL "SARTO CESAREO" SPARA UNA MINCHIATA BESTIALE: “SONO UN ANFIBIO CHE VIVE TRA ACQUA E TERRA” 

Serena Tibaldi per “la Repubblica”

 

alessandro michele 1

Il genio di Federico II, l'architettura esoterica di Castel del Monte, i pensieri compositi come costellazioni di Walter Benjamin, la moda vista come narrazione, e non solo come abbigliamento. La visione dello stile di Gucci secondo Alessandro Michele è articolata e complessa come nessun'altra: se ne è avuta ancora una volta la prova ieri sera, sulla passerella allestita attorno alla straordinaria struttura pugliese per la presentazione di Cosmogonia, la collezione che arriverà nei negozi il prossimo inverno.

 

Perché proprio Castel del Monte?

«L'ultimo défilé in trasferta l'abbiamo fatto lo scorso novembre a Los Angeles: sognavo un luogo italiano in completa antitesi con la metropoli, e Castel del Monte, con il suo essere un imbuto tra cielo e terra, lo è. Per non parlare dell'ammirazione sconfinata che ho per Federico II, che lo ha concepito».

 

Quand'è che si è appassionato alla sua figura?

i maneskin alla sfilata cosmogonie di gucci 2

«Di sicuro non a scuola, quando lo avevo ignorato bellamente (ride, ndr ). L'ho scoperto quando mi sono interessato all'Alto Medio Evo: mi affascina il racconto oscurantista che si fa di quel periodo, che invece è pieno di eventi e personaggi straordinari come lui. Stiamo parlando di un uomo istruito, un fine conoscitore del mondo bizantino e della dottrina islamica, un poliglotta che aveva compreso prima di tutti che il potere è legato al sapere».

 

Un pensiero molto moderno.

«La sua modernità e la sua concezione della cultura sono rimarchevoli, soprattutto se relazionate a oggi, con i nostri uomini di potere che a stento sanno coniugare il verbo essere. Credo che Federico II avesse bisogno di molto. E anche io sono un uomo che ha bisogno di molto. Di molto sapere».

 

sfilata cosmogonie di gucci 8 copia

Faccia un esempio.

«Per esempio, ho chiesto al mio team di fare una ricerca sulle gorgiere, i grandi colletti rotondi pieghettati del 1600: i ragazzi sono impazziti, ma così ne hanno capito lo scopo, le tecniche per realizzarle, le varianti. La moda è una specie di Alice nel Paese delle Meraviglie che ti trasporta dove meno te lo aspetti».

 

È questo il tipo di collegamento a cui si riferisce quando, nelle note alla sfilata, parla di Walter Benjamin e del suo ragionare "per costellazioni", unendo citazioni diverse?

«Sì. La moda oggi è un incontro di storie e di mondi: riguarda troppo i corpi delle persone e il presente per potersi limitare, con rispetto parlando, a come cade un tessuto. Io non sono un couturier , che ragiona sul singolo, ma un direttore creativo che lavora sull'immaginario di un marchio. Sono un anfibio».

sfilata cosmogonie di gucci 7 copia

 

In che senso?

«Come gli anfibi vivono tra acqua e terra, così la mia generazione ha vissuto tra due concezioni di moda. Io mi sono formato nel "mondo vecchio", e dunque so tutto di confezione e pelletteria, la base di questo lavoro quando io ho iniziato.

Però so anche gestire la narrativa stilistica come fossi un regista, tenendo allo stesso tempo da conto l'aspetto finanziario. Che è quello che si chiede oggi a chi fa il mio mestiere».

 

Lei ha fatto molto per promuovere un ideale di bellezza lontano dai classici standard.

«Il vestito ci aiuta a essere chi vogliamo, il fisico non può essere un ostacolo. Ho voluto molti tipi diversi di persone in sfilata proprio per questo, di certo non per stupire. È una necessità che sento sempre di più con l'età: oggi non ha più senso limitarsi ai soliti cliché estetici, e infatti noto in tutto il settore questa voglia di "aprire le finestre" per far passare aria nuova. Ne sono contento: io sono uno molto diligente, ma sono anche un anarchico».

alessandro michele 2

 

Ha esordito alla guida di Gucci nel 2015: cosa la entusiasma ancora del suo lavoro? «Questione di passione. Mi piace il mio lavoro, amo obbligare gli altri a vedere cose che, altrimenti, non vedrebbero. È quello che pratico da quando sono ragazzino e mi rifiutavo di adeguarmi ai canoni imposti dalla società. Sono sempre stato libero, ed è questa libertà che mi spinge ad andare avanti, anche con grande fatica».

 

Parlando di moda e realtà, com' è stato lavorare in questi mesi guardando a quello che accade in Ucraina?

sfilata cosmogonie di gucci 3 copia

«Io con la realtà mi ci confronto sempre, ma sono come un falegname che non può smettere di intagliare le gambe dei tavoli. Nessuno di noi si può fermare: il nostro lavoro è una celebrazione della vita. Io vedo tutto questo - le collezioni, gli abiti, le sfilate - come le nostre offerte di bellezza contro la violenza e la morte».

 

Sono arrivati per lo show anche i Måneskin, che sono stati pure testimonial di Gucci.

«Il nostro è stato una specie di incontro combinato, come quando un amico ti dice che conosce una persona perfetta per te. E in effetti, ci siamo subito capiti. Abbiamo uno scambio continuo, ma il loro stile funziona perché è autentico. I vestiti con loro si incendiano: per me, che sognavo di fare il costumista, è una gioia lavorare con artisti così».

sfilata cosmogonie di gucci 22i maneskin alla sfilata cosmogonie di gucci 1sfilata cosmogonie di gucci 4 copiasfilata cosmogonie di gucci 24sfilata cosmogonie di gucci 20sfilata cosmogonie di gucci 21sfilata cosmogonie di gucci 26sfilata cosmogonie di gucci 2sfilata cosmogonie di gucci 1i maneskin alla sfilata cosmogonie di gucci 3sfilata cosmogonie di gucci a castel del montesfilata cosmogonie di gucci 1 copiasfilata cosmogonie di gucci 17sfilata cosmogonie di gucci 10sfilata cosmogonie di gucci 16sfilata cosmogonie di gucci 11sfilata cosmogonie di gucci 12sfilata cosmogonie di gucci 13sfilata cosmogonie di gucci 14sfilata cosmogonie di gucci 15sfilata cosmogonie di gucci 23sfilata cosmogonie di gucci 18sfilata cosmogonie di gucci 25sfilata cosmogonie di gucci 19sfilata cosmogonie di gucci 2 copiasfilata cosmogonie di gucci 27sfilata cosmogonie di gucci 28sfilata cosmogonie di gucci 29sfilata cosmogonie di gucci 30sfilata cosmogonie di gucci 3sfilata cosmogonie di gucci 8sfilata cosmogonie di gucci 4sfilata cosmogonie di gucci 5 copiasfilata cosmogonie di gucci 5sfilata cosmogonie di gucci 6 copiasfilata cosmogonie di gucci 7sfilata cosmogonie di gucci 6sfilata cosmogonie di gucci 9

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…