SE C’È UN SICARIO CI DOVRÀ ESSERE ANCHE UN MANDANTE – SI È CHIUSO IL PROCESSO PER L’OMICIDIO DEL GIORNALISTA SLOVACCO JAN KUCIAK: È STATO CONDANNATO A 25 ANNI IL KILLER TOMAS SZABO, MENTRE FINISCE ASSOLTO IL SOSPETTO MANDANTE MARIAN KOCNER - IL REPORTER STAVA INVESTIGANDO SUI TRAFFICI DELL’IMPRENDITORE MILIARDARIO, CHE PERÒ È STATO RICONOSCIUTO COLPEVOLE SOLO DI POSSESSO ILLEGALE DI ARMI E CONDANNATO A UNA MULTA DI 5MILA EURO – I PARENTI: “SIAMO DISGUSTATI”

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Flaminia Bussotti per “il Messaggero”

 

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Due anni fa l'omicidio del giornalista investigativo slovacco Jan Kuciak e della sua ragazza, Martina Kusnira, aveva sconvolto l'intera Slovacchia e scatenato un'ondata di sdegno e proteste in tutto il Paese e a livello internazionale. La sentenza di ieri rischia di provocare nuova rabbia e scontento: il processo nel tribunale di Pezinok si è chiuso infatti con la condanna a 25 anni di uno degli imputati, Tomas Szabo, ma con l'assoluzione del sospetto mandante, l'imprenditore miliardario Marian Kocner, e della presunta organizzatrice materiale del delitto, Alena Zsuzova. Kocner, i cui traffici erano oggetto delle investigazioni di Kuciak, è stato unicamente trovato colpevole di possesso illegale di armi e condannato a una multa di 5.000 euro.

 

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L'accusa della procura che egli avesse commissionato e finanziato l'omicidio non ha trovato conferme per il collegio dei giudici. Anche per la coimputata Zsuzova non è stata confermata l'accusa di avere organizzato il delitto su commissione di Kocner. Il coimputato Tomas Szabo è stato condannato a 25 anni di reclusione per complicità nell'omicidio per avere portato con l'auto l'autore materiale dell'omicidio, già reo confesso, a casa del giornalista.

 

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La procura slovacca può ancora ricorrere contro la sentenza e l'avvocato della famiglia Kuciak, Daniel Lipsic, è convinto che lo farà. Il legale, un popolare ex ministro della giustizia che rappresenta pro bono la famiglia Kuciak, disagiata, si è detto convinto della colpevolezza di Kocner anche se le prove a carico sono indirette.

 

GLI IMPUTATI

Jan Kuciak e la fidanzata Martina Kusnirova, 27 anni entrambi, erano stati freddati il 21 febbraio 2018 a colpi di arma da fuoco mentre erano nella loro casa a Velka Maca, nella Slovacchia occidentale. Sul banco degli imputati al processo ieri, il magnate Marian Kocner, presunto mandante, Alena Zsuzova, presunta organizzatrice, il complice Tomas Szabo, ex poliziotto, condannato.

 

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Il killer materiale e un altro complice avevano già confessato. Il giornalista investigativo era noto per le inchieste sui traffici illegali degli oligarchi locali e collusioni con la mafia e la criminalità organizzata. Le sue indagini pubblicate postume avevano provocato manifestazioni di massa contro il governo, le maggiori dopo quelle dell'anno svolta 1989 nell'allora Cecoslovacchia, e un'ondata di condanne anche all'estero, culminate in una raffica di dimissioni ai vertici dell'apparato amministrativo, politico, della magistratura (13 giudici e procuratori arrestati per avere preso soldi da Kocner per manipolare i processi dove era accusato di truffa) e del governo.

Alena Zsuzova Alena Zsuzova

 

La crisi di sfiducia nelle istituzioni aveva portato all'elezione dell'attivista civica liberale, Zuzana Caputova alla presidenza della Repubblica e alla vittoria di una piattaforma populista anticorruzione alle legislative a febbraio 2020.

 

I PARENTI

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La lettura della sentenza è stato uno choc per i parenti delle vittime, che hanno abbandonato la sala sgomenti. Il padre di Kuciak si è detto «disgustato» dalla assoluzione di Kocner: «Dobbiamo tener duro, andiamo avanti», ha detto. Duro il commento del nuovo premier slovacco Igor Matovich: «Evidentemente i mandanti dell'omicidio vogliono sfuggire alle grinfie della giustizia, confidiamo che li aspetti entrambi al varco». La commissaria per i media e i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic, si è detta delusa della sentenza: «È la prova che c'è ancora molto da fare per garantire la giustizia e scongiurare l'impunità», ha scritto in un tweet.

 

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