suora clausura1

SE LA VITA SI FA DURA, A COSA SERVE LA CLAUSURA? – LE SUORE DEL CONVENTO BENEDETTINO DI LEOPOLI HANNO SOSPESO IL VOTO DI CLAUSURA PER ACCOGLIERE MADRI E RAGAZZE SCAPPATE DALLE ZONE CALDE DEL CONFLITTO IN UCRAINA: LA DISPENSA PAPALE? NON C’È STATO IL TEMPO DI CHIEDERLA. LA CITTÀ ERA SOMMERSA DA UNA MAREA DI ANIME CHE SCAPPAVANO. NON ERA IL CASO DI PENSARE ALLA CLAUSURA"

Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

 

suore clausura 9

«La dispensa papale per interrompere la clausura? Non c'è stato proprio il tempo di chiederla. Abbiamo dovuto aprire il convento. Leopoli era sommersa da una marea di anime che scappavano dalle aree colpite dalla guerra. Nelle prime settimane di guerra anche 60 mila al giorno. Famiglie che avevano visto bruciare la casa, perso i propri cari o dovuto lasciare indietro i nonni. Piangevano di pentimento ogni sera per averlo fatto. Esseri disperati che in pochi giorni si sono scoperti senza stabilità e speranza. Prima abbiamo tentato di accoglierli in chiesa, ma non bastava. Allora ci siamo parlate tra noi sorelle.

 

Profughi ucraini 3

Pochi minuti, davvero, per decidere. Eravamo già tutte convinte e abbiamo aperto anche il convento. Non era il caso di pensare alla clausura. Il voto della solitudine nasce per aiutare i figli di Dio attraverso la preghiera, ma quando l'umanità piange e ha freddo nel corpo e nell'anima, non potevamo pregare sotto un tetto e lasciare i figli di Dio all'addiaccio. Semplicemente no. Così abbiamo allestito la cripta e i sotterranei come rifugi antiaerei, preparato letti nei corridoi, nel refettorio, tra le volte di pietra del monastero.

È stata la cosa più giusta da fare: un dovere religioso prima ancora che umano. Sono sicura che se papa Francesco lo sapesse sarebbe d'accordo con noi».

suore clausura 8

 

Suor Serafina è la Madre superiora dell'antico convento benedettino di Leopoli.

Parla con un filo di voce, ma la tempra è quella di molte badesse che l'hanno preceduta.

«Siamo 30 sorelle dell'ordine Studita della Chiesa orientale greca. Cattoliche. Abbiamo dai 24 ai 92 anni. È stato solo con la fine dell'Unione Sovietica, che le nuove autorità ci hanno affidato questo convento. Il nostro alla periferia di Leopoli era stato distrutto dai comunisti. I benedettini non c'erano più e anche questo edificio era malridotto. I comunisti l'avevano riempito di materiale inutile solo per impedire ai fedeli di frequentare la chiesa. Sono passati trent'anni da allora: una festa continua. Ogni anno un passo avanti per riaprire la comunità, restaurare le mura, istruire tante novizie».

Profughi ucraini 4

 

In clausura?

«È la nostra regola sin dal V secolo. Prima a Costantinopoli poi in Ucraina già nell'XI secolo. Otto ore di preghiera, otto di lavoro, otto di riposo. In solitudine. La maggior parte di noi ricama, ma abbiamo anche alcune brave pittrici di icone che portano avanti la tradizione».

 

Eravate preparate alla guerra?

«Avevamo ricevuto dal nostro Metropolita un opuscolo in cui venivano dettagliate le istruzioni in vista di un possibile conflitto. Ci suggeriva di accumulare cibo, acqua, verificare la stabilità delle strutture e individuare spazi da utilizzare come bunker. Con tutto il rispetto, abbiamo sorriso. Ma com' è nostro dovere abbiamo obbedito».

suore clausura 5

 

Il risultato è sparso lungo le mura dei sotterranei: brande, materassi, coperte e centinaia di barattoli di marmellate e sciroppi, pesce sotto sale, verdure sott' olio e sott' aceto.

«Abbiamo smesso di ricamare e ci siamo dedicate alle conserve. Detto con sincerità non immaginavamo che sarebbero servite. Credevamo che i tempi di Madre Josyfa Viter fossero finiti».

 

Madre Viter?

«Era la badessa che dal 1939 al 1942 collaborò con la resistenza ucraina contro i sovietici e dal 1942 al 1945 contro i nazisti. Le autorità avevano chiuso il convento, ma l'ordine si era ricostituito in case private. Se la regola è dentro di te, non serve il convento. Con i tedeschi a Leopoli, Madre Viter salvò centinaia di ebree. L'ordine femminile si occupò di aiutare donne e l'ordine maschile di uomini. Anche questa volta abbiamo fatto così. Nel convento sono entrate solo madri e ragazze».

Profughi ucraini 5

 

Cosa accadde alla badessa?

«Venne incarcerata dai sovietici e condannata a 20 anni di Siberia. Quando fu rilasciata venne proclamata Giusta delle Nazioni ancora in vita. È la Schindler ucraina».

 

Com' è cambiata la vostra vita con la guerra?

«Facciamo il possibile perché cambi il meno possibile, ma non è facile. Ad esempio, durante gli allarmi aerei, quando siamo nelle cantine, preghiamo. Sono tutte ore che possiamo poi dedicare all'accoglienza e al lavoro per i rifugiati».

suore clausura 7

 

Cosa le rimarrà di questa esperienza quando tornerete in clausura?

«La forza delle donne. Ne abbiamo ospitate molte traumatizzate per ciò che avevano visto, per le violenze subite, per l'idea di aver perso il futuro. Ma tutte, tutte quelle che avevano con loro i figli, creature che dipendevano completamente dalle madri, sono riuscite a darsi coraggio. Le donne - e suor Serafina piega il braccio come farebbe Braccio di Ferro - sono forti».

UCRAINA - PROFUGHI IN FUGA suore clausura 6suore clausura 3suore clausura 1profughi ucraini in fuga Bambino ucraino piange alla stazioneucraina profughi in fugaUCRAINA - PROFUGHI IN FUGA suore clausura 4

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…