cutolo moro

I SEGRETI DI DON RAFFAE'! “POTEVO SALVARE MORO, MI FERMARONO” – SE NE VA RAFFAELE CUTOLO, IL SUPER DETENUTO CHE MINACCIAVA I POTENTI E TRATTÒ CON LE BR PER L’ASSESSORE DC CIRO CIRILLO (“LA PRIMA TRATTATIVA STATO-MAFIA L'HO FATTA IO”) – IL BOSS DELLA "NUOVA CAMORRA ORGANIZZATA" VENNE RICOMPENSATO CON GLI APPALTI MILIARDARI PER LA RICOSTRUZIONE IN IRPINIA - "MI HANNO SEPOLTO VIVO IN UNA CELLA, SE PARLO CROLLA IL PARLAMENTO" – LA CANZONE DI FABRIZIO DE ANDRE’ - VIDEO

 

Fulvio Bufi per il "Corriere della Sera"

 

raffaele cutolo 5

Raffaele Cutolo si porta nella tomba una infinità di omicidi, qualche inconfessabile segreto che ha sempre detto di conoscere ma mai ha voluto svelare, e la più lunga detenzione al 41 bis che un recluso italiano abbia mai fatto: trentaquattro anni e due mesi. Quando, nell'ottobre del 1986, fu istituito il carcere duro, lui era già un detenuto sottoposto alla massima sicurezza, e da allora non ha mai ottenuto alcuna attenuazione del regime detentivo.

 

Né lui ha mai fatto passi verso la giustizia che potessero indurre i giudici a valutare positivamente le tante istanze - prima di uscita dal 41 bis e poi di detenzione domiciliare - presentate dall'avvocato Gaetano Aufiero, che lo ha assistito negli ultimi anni.

 

raffaele cutolo

Cutolo non ha mai dato segnali di pentimento e nemmeno di collaborazione con i magistrati, anche solo per ricostruire una fase storica della camorra napoletana in cui la sua Nco comandava su tutti gli altri clan, e lui, seppure sempre da detenuto (a eccezione di un breve periodo di latitanza dopo l'evasione dal manicomio giudiziario di Aversa) governava le carceri e ogni genere di attività illecita che veniva svolta all'esterno.

 

Trattava con uomini dei servizi segreti e con i politici che gli chiesero di mediare con le Brigate Rosse per la liberazione di Ciro Cirillo, assessore regionale fedele ad Antonio Gava per il quale la Dc si mosse come non aveva fatto per Moro, pagando addirittura un riscatto. E soprattutto veniva ricompensato con gli appalti miliardari per la ricostruzione in Irpinia, che arrivarono a pioggia alle imprese guidate da uomini di sua fiducia. Tutte cose emerse nelle aule di giustizia, eppure lui ha sempre continuato a ripetere che se avesse voluto, avrebbe potuto rivelare segreti in grado di terremotare lo Stato.

 

cutolo moro

Non lo ha mai fatto, e mentre lui minacciava e lanciava messaggi, tutti i potenti dei suoi tempi sono usciti di scena, lo Stato è cambiato e se Cutolo aveva davvero messo da parte un tesoro di segreti, quel patrimonio è diventato solo un accumulo di monete fuori corso. Forse dieci anni fa lo ha capito lui stesso, quando ha deciso di seppellirsi ancora di più: rinuncia alla socialità, che spetta anche ai detenuti al 41 bis.

 

Smette di uscire dalla cella per la passeggiata all'aria, smette di interagire con altri reclusi e con gli operatori e i volontari. Solo ai colloqui con la moglie Immacolata Iacone e con la figlia (nata tredici anni fa grazie alla fecondazione assistita) non rinuncia. Una volta al mese parla con loro. Poi, se parla, parla da solo.

 

Nel frattempo invecchia precocemente. Accusa numerose patologie, comincia ad avere problemi anche con la memoria. Fino al ricovero in ospedale, dove le sue condizioni peggiorano ulteriormente. Cutolo alterna fasi di lucidità a momenti in cui non riconosce nemmeno la moglie. In uno degli ultimi colloqui la figlia scappa piangendo, perché il padre non la guarda nemmeno in faccia, mentre invece scambia la moglie per una cognata morta da anni. Il suo avvocato chiede che possa andare ai domiciliari, anche restando in ospedale. Ma i giudici dicono di no.

raffaele cutolo 2

 

Cutolo è stato troppo potente e pericoloso per poter essere considerato ora soltanto un vecchio ammalato. La sua uscita dal circuito carcerario - scrive il Tribunale di sorveglianza di Bologna - «sarebbe un accadimento eclatante» con «effetti dirompenti» sugli equilibri criminali in Campania. Nel nome di Cutolo, insomma, qualcuno avrebbe potuto ricominciare a uccidere. Che lui lo volesse o no.

 

QUANDO DON RAFÉ DICEVA "MI HANNO SEPOLTO VIVO SE PARLO CROLLA IL PARLAMENTO"

Paolo Berizzi per "la Repubblica"

 

L' ultima volta fu quella che fece più rumore. Due marzo 2015. «Mi tengono sepolto vivo in una cella perché se esco e parlo crolla il Parlamento », disse dal carcere di Parma. Nove anni dopo la prima intervista - me la concesse nel 2006, all' epoca era detenuto a Novara - Raffaele Cutolo accettò di rispondere alle domande di Repubblica (sempre attraverso il suo legale Gaetano Aufiero, del foro di Avellino). Ne venne fuori un polverone.

raffaele cutolo 1

 

Perché le parole dell' ex spietato boss della camorra, pluriergastolano, record di detenzione (oltre mezzo secolo di carcere, di fatto in isolamento dal 1982), già allora fiaccato da una serie di patologie, erano sì, a metà tra l' atto di accusa e la rassegnazione di chi sapeva che sarebbe morto dietro le sbarre. Ma andavano dritte a un punto: «I miei segreti fanno tremare tutti.

 

Chi è al comando oggi, chi siede in parlamento, è stato messo lì dai politici che venivano a pregarmi ». Vero? Verosimile? Cutolo faceva Cutolo. Sempre sospeso tra l' iperbole suggestiva e la narrazione del vecchio padrino che per conservare l' onore non è (più) disposto a scendere a compromessi.

 

Guapperia scarica. Di uno che è diventato boss in carcere e, quando era temuto e potente, in carcere cercava di esercitare quel potere.

 

Don Rafaè - per dirla con Fabrizio De André - non ha mai voluto pentirsi. «L' ho fatto davanti a Dio e non davanti agli uomini. Voglio pagare i miei errori con dignità.

Andare a gettone come i pentiti solo per avere dei privilegi, vorrebbe dire offendere due volte le mie vittime ». È su questo che, dopo lo sfogo del 2015, lo incalzò l' allora procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti. «Cutolo dica quel che sa e sarà valutato, noi siamo pronti a indagare». Una sfida lanciata dallo Stato a uno che lo Stato l' ha sempre combattuto.

 

raffaele cutolo

Perché con la sua Nco Cutolo questo si sentiva: l' anti-Stato. Vedere le carte, insomma, gli disse Roberti. Anche un segno: se Cutolo avesse deciso di collaborare, di rivelare i suoi "segreti inconfessabili", la situazione detentiva - un 41bis praticamente perenne - avrebbe potuto forse cambiare, chissà. Ma, come prevedibile, lo sfogo rimase sfogo e basta. «Per dignità non mi sono mai venduto ai magistrati - disse 'o professore, lo chiamavano così gli affiliati - . Loro se la sono legata al dito e hanno buttato la chiave». Sequestro Cirillo, caso Moro, ricostruzione post terremoto (Irpinia 1980).

 

Queste ed altre sono le vicende nelle quali Cutolo ebbe, o sostenne di avere avuto, un ruolo: in alcuni casi decisivo. Ombre, segreti, patti sotterranei. «La prima trattativa Stato-mafia l' ho fatta io», rivendicò. Un figlio di contadini che diventa un mistero italiano: l' ennesimo.

Immacolata Iacone e Denise Cutolo

Da quando era ormai a tutti gli effetti un invisibile - a parte i colloqui sempre più rari con la moglie Immacolata Iacone che da Ottaviano saliva a Parma portandosi a volte la figlia Denise, 13 anni, e con l' avvocato Aufiero - , l' 80enne Cutolo aveva un po' scelto di arrendersi. All' avanzare degli anni.

 

A un corpo provato. All' isolamento totale, sempre e comunque.

 

«Gli è stato negato tutto fino alla fine - dice Gaetano Aufiero - . Prendo atto che si era deciso di farlo morire da detenuto, solo, senza il conforto dei familiari. Nemmeno in punto di morte». Passo indietro: febbraio 2006. Novara. Era da molti anni che Cutolo non parlava col mondo. Aveva scelto questa linea di chiusura (nelle teche Rai è conservato uno straordinario botta e risposta con Enzo Biagi). Dopo delle lettere e un lungo lavoro con i suoi avvocati, va in porto l' idea dell' intervista. Domande e risposte attraverso i legali Gaetano Aufiero e Paolo Trofino (altro storico difensore). Il titolo: Cutolo, l' ultimo desiderio.

 

enzo biagi raffaele cutolo

Il mio seme per un figlio. Caso non unico ma raro per un detenuto del suo calibro, con qualcosa come tredici ergastoli sule spalle, l' ex boss e la moglie avevano ottenuto l' ok dai magistrati per l' inseminazione artificiale. Risultato: nella notte del 30 ottobre 2007 nasce Denise Cutolo. Secondogenita di "don Rafaè" (il primo figlio, Roberto, fu ucciso a Varese il 19 dicembre 1990).

 

Anche di Denise parlava Cutolo.

 

La figlia del 41bis. In carcere a Parma si lamentava del fatto che, allo scoccare dei 12 anni, non avrebbe più potuto abbracciarla: solo vederla attraverso il vetro. «Se non posso più accarezzare mia figlia, preferisco mi facciano un' iniezione letale». Nell' intervista del 2006 gli chiesi se si sentiva di chiedere perdono a qualcuno. Rispose così. «Il perdono si chiede espiando la pena fino all' ultimo, e basta».

 

enzo biagi intervista raffaele cutoloRAFFAELE CUTOLO NEGLI ANNI OTTANTA RAFFAELE CUTOLO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA