matteo messina denaro

SEGUI IL RENE E TROVERAI IL BOSS – PER SCOVARE MATTEO MESSINA DENARO DAL 2017 GLI AGENTI DELL’ANTIMAFIA SPULCIANO LE CARTELLE SANITARIE E LE LISTE DI TRAPIANTI DI RENE - IL BOSS DI COSA NOSTRA, LATITANTE DA QUASI 30 ANNI, AVREBBE SUBITO UN’OPERAZIONE SOTTO FALSO NOME E ORA SAREBBE COSTRETTO A CURE COSTOSISSIME – L’INDISCREZIONE ARRIVA DAL ROMANZO-SAGGIO DI GAETANO PECORARO, INVIATO DELLE “IENE”, CHE PER DUE ANNI HA PARLATO CON MAGISTRATI E INVESTIGATORI

Felice Cavallaro per il “Corriere della Sera

 

messina denaro

Centinaia di trapiantati di rene non lo sanno, ma c'è chi scartabella fra le pieghe delle loro cartelle sanitarie cercando Matteo Messina Denaro. Perché dal 2017 una parte del sistema informatico del Centro nazionale trapianti è stato controllato da un reparto dei servizi di sicurezza.

 

Anche a caccia delle ricette dei costosissimi farmaci antirigetto necessari in questi casi, come si scopre arrivando in coda al romanzo appena scritto da Gaetano Pecoraro, uno dei cronisti più efficaci delle Iene.

 

MATTEO MESSINA DENARO

Un romanzo con lo scoop di un trapianto forse eseguito sotto falso nome o all'estero. Un'ipotesi inedita mentre si continua a cercare lo stragista di Cosa Nostra finora descritto come uno scattante criminale senza acciacchi. Una nuova pista sulla lunga latitanza del numero uno di Cosa Nostra che nei fascicoli i suoi cacciatori chiamano MMD.

 

Come fa anche Pecoraro, protagonista di tante inchieste per la squadra di Davide Parenti su Mediaset, adesso autore del thriller pubblicato da Sperling&Kupfer, Il male non è qui, dal 7 giugno in libreria.

 

 

Il libro di gaetano pecoraro il male non è qui

È il frutto di due anni di incontri con un magistrato senza nome nel testo, di riscontri cercati fra investigatori che nel romanzo acquistano identità non immediatamente riconoscibili e di verifiche sulle numerose inchieste che hanno portato all'arresto di fiancheggiatori, parenti e imprenditori vicini al figlioccio di Totò Riina.

 

Perché fu il padre, Francesco Messina Denaro, il boss morto nel suo letto, 'U zu Cicciu, ad affidarglielo: «Tratta Matteo come fosse tuo figlio». E così fece il «viddano» di Corleone eleggendolo ad erede, come i fratelli Graviano di Brancaccio, tutti protagonisti delle grandi stragi fra il '92 e il '93.

 

Ma proprio mentre Pecoraro s' addentrava nella giungla dei verbali su una infinita sequenza di orrori mafiosi, fra sentieri in cui campeggia la presenza di un fantasma dai contorni indefiniti, ecco la soffiata su una operazione al rene.

 

IL VOLTO DI MATTEO MESSINA DENARO RIPRESO DA UNA TELECAMERA DI SICUREZZA - TG2

 Con le conferme trovate al vertice di quel Centro dove due agenti arrivarono, già cinque anni fa, presentati dalla moglie di un medico ucciso dalla 'ndrangheta in Calabria.

 

Dettagli indirettamente ammessi da un ex direttore del Centro: «No comment. Ho preso con le "istituzioni" un impegno che va rispettato...».

 

Dettagli sfumati in un libro che ripropone la ricostruzione di una terribile epopea. Una storia di lutti che comincia con gli omicidi di Emanuele Basile e Mario D'Aleo, i due capitani dei carabinieri uccisi nel 1980 e nel 1983.

 

 

Gaetano Pecoraro

La tecnica del romanzo e dei dialoghi agevola la lettura degli eventi e la messa a fuoco di profili come quello di Riina, il «viddano» che Pecoraro immagina impegnato a curare le piante in giardino o a ordinare un omicidio («Per lui, la stessa cosa»).

 

Tante le storie di innocenti che cadono. Dal giudice suicida, accusato senza prove, al direttore di un albergo di Castelvetrano che s' innamora di una cameriera austriaca senza sapere che è la donna di MMD. E le indagini approdano a Vienna. Con un buco nell'acqua. Come succede quando si trova Roberta, la donna che con lui ha avuto una figlia, Lorena. Tutti sotto controllo.

 

SERVIZIO TG2 SU MATTEO MESSINA DENARO

A cominciare da Mary, l'ultima fidanzata. Seguita nell'appartamento degli incontri. Sospesi al momento giusto. Con il sospetto che le soffiate arrivino con inquietante regolarità a MMD, che qualcuno negli apparati dello Stato remi contro.

 

Lo lascia intendere l'autore scavando nell'ambiguità di alcuni investigatori «forse impegnati ad annullare il lavoro dei loro colleghi». Appunto, un sospetto per quella che finora viene proposta come la storia di una sconfitta.

Gaetano Pecoraro Le Iene

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