cinema vuoto john travolta

È SEMPRE LO STESSO FILM: IL CINEMA ITALIANO È ALLA CANNA DEL GAS - LE PRESENZE IN SALA IN ITALIA SONO IN CALO DEL 5% RISPETTO AL 2023: SE VA TUTTO BENE SI CHIUDERÀ IL 2024 CON 70 MILIONI DI BIGLIETTI STACCATI, OVVERO IL 30% IN MENO DELLA MEDIA DEGLI ANNI PRE-COVID – ORMAI CERTI FILM NON LI VUOLE VEDERE PIÙ NESSUNO IN SALA (A PARTE I KOLOSSAL, I SUPEREROISTICI, LE GRANDE SAGHE) E L’85% DEI CINEMA CHIUDEREBBE DOMANI SENZA SOVVENZIONI PUBBLICHE – E SE AL BOTTEGHINO I FILM TRACOLLANO, I COSTI DI PRODUZIONE SALGONO…

Estratto dell’articolo di Claudio Plazzotta per “Italia Oggi”

 

CINEMA VUOTI

Hai voglia a fare convegni, seminari, workshop sulla industry cinematografica, quando poi i freddi numeri ti dicono che al 14 ottobre 2024 le presenze in sala in Italia sono in calo del 5% sul 2023, che se va tutto bene si chiuderà il 2024 con 70 milioni di biglietti staccati, ovvero il 30% in meno della media degli anni pre-Covid 2017-18-19.

 

Che gli investimenti da tv e piattaforme in streaming (tranne Netflix) sono in netto calo mentre i costi di produzione, nel frattempo, sono cresciuti del 40%. O che i film medi non se li vuole vedere più nessuno in sala. E che l’85% delle sale stesse chiuderebbe domani senza le sovvenzioni pubbliche per gli esercenti.

 

Simone Gialdini

Al Mia-Mercato internazionale dell’audiovisivo in corso a Roma, ci si interroga sul momento del comparto cinema in Italia. E, va detto, sembrano esserci quasi solo grandi nuvole scure all’orizzonte.

Simone Gialdini (direttore generale Anec, ovvero gli esercenti, e presidente di Cinetel) Il 2023 si era chiuso con oltre 70 milioni di biglietti venduti, una bella sorpresa, dovuta soprattutto all’estate. Nel 2024 i primi tre mesi sono stati positivi, poi il peggior maggio degli ultimi 20 anni, cui è seguito il giugno migliore di sempre grazie a Inside Out 2.

 

cinema vuoto 1

Agosto e settembre hanno rallentato, e a ottobre si viaggia a +7% sul 2023. Al 14 ottobre, nel totale anno 2024, c’è un calo del 5%, che è comunque recuperabile. Due dati interessanti da segnalare: la buona estate 2024, con un +4% da metà giugno a metà settembre. E poi la quota del cinema italiano, che pesa oltre il 20% nel 2024. Si pensi che nel 2019 era sotto il 16%.

[…] Giampaolo Letta (ceo di Medusa)  […] rispetto alle medie 2017-18-19 pre-Covid. Siamo ancora a -30% di spettatori su base annua.

giampaolo letta foto di bacco

 

[…] la situazione media del cinema italiano è pesante. Basti pensare che il film nazionale col maggiore incasso è Un mondo a parte con 7,5 milioni di euro. In periodi pre-Covid questi film arrivavano tranquillamente a 10-15 milioni al box office.

 

Il mercato, quindi, si è ristretto, ma i costi per produrre un film sono saliti del 30-40%. Le aspettative degli spettatori si sono alzate, selezionano di più, vanno a vedere pochi film. È davvero tutto cambiato nel giro di due-tre anni: meno risorse, meno investimenti, meno ricavi dal box office, più costi.

cinema vuoto 3

 

Massimiliano Orfei (presidente PiperFilm) […] in sala funziona un prodotto marcatamente di qualità e differente rispetto a quello che posso vedere in piattaforma sul divano di casa. Quindi bisogna ricomporre questa frattura, recuperare il rapporto delle sale col genere commedia, soprattutto la media commedia italiana che è quella che ha sofferto di più.

Perché alla fin fine è la commedia che poi funziona molto in piattaforma, ma che adesso non attira pubblico al cinema.

 

federica lucisano foto di bacco

Federica Lucisano (ceo Lucisano media group) […] I costi sono aumentati soprattutto per colpa delle grandi produzioni internazionali che sono venute a girare in Italia grazie al tax credit. Servono più film evento. Ed è necessario un ricambio generazionale degli attori italiani, ce ne sono alcuni che fanno anche quattro film all’anno.

 

Massimo Proietti (ceo Vision distribution) Abbiamo detto che nel 2017-18-19 la media era di circa 91 milioni di biglietti all’anno. Ora siamo 20 milioni sotto. E non è che vadano male solo i film medi italiani. Vanno male tutti i film medi, siano essi americani, francesi, inglesi o italiani. Al cinema, insomma, si va solo per cose importanti.

cinema vuoto 2

 

[…]

Luigi Lonigro (presidente Anica-Distributori e direttore 01 Distribution) Speravamo in un 2024 in crescita del 10% sul 2023. Invece siamo a -5%. E conteniamo il calo solo grazie a due-tre titoli. Per fortuna abbiamo recuperato l’estate. Fino al 2018 il mercato italiano sostanzialmente chiudeva a maggio e riapriva a settembre. Tutto è cambiato dal 2019.

luigi lonigro foto di bacco

 

Il cinema prodotto in Italia, però, continua a mancare in sala per almeno quattro mesi all’anno, tra la primavera e l’estate, tranne quando c’è qualche produzione forte presentata a Cannes. E questo è un grande problema. Ci vorrebbero prodotti pensati ad hoc per quel periodo, e magari per un pubblico giovane. C’è poi un problema delle sale. […] solo il 35% delle sale si è ristrutturato […]

Massimiliano OrfeiMassimo ProiettiCINEMA VUOTOgiampaolo letta foto di baccofederica lucisanocinema vuoto

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…