ponte morandi demolizione

SENZA VERGOGNA! – AL PROCESSO SUL CROLLO DEL PONTE MORANDI, GLI AVVOCATI DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA SOSTENGONO CHE LA CITAZIONE DELLA SOCIETÀ SIA NULLA. TRADOTTO: IN CASO DI CONDANNA DEGLI EX DIRIGENTI, NON SARANNO LORO A RISARCIRE LE PARTI CIVILI. SE VENISSE ACCOLTA QUESTA TESI, SAREBBERO SOLO I CONDANNATI A DOVER PAGARE – LA RICHIESTA SI BASA SUL FATTO CHE DURANTE GLI INCIDENTI PROBATORI LE SOCIETÀ NON ERANO FORMALMETNE INDICATE COME EVENTUALI RESPONSABILI CIVILI

1 - GENOVA, PROCESSO MORANDI, AUTOSTRADE: "CITAZIONE NULLA, NON DOBBIAMO RISARCIRE PARTI CIVILI"

Marco Lignana per www.repubblica.it

 

ponte morandi

Sostengono che la loro citazione a responsabile civile sia nulla. Tradotto: in caso di condanna dei nostri ex dirigenti o dipendenti imputati, non dobbiamo essere noi a risarcire le parti civili ammesse nel maxi processo sul crollo di Ponte Morandi.

 

Al momento le parti civili sono formate da due nuclei famigliari di altrettante vittime (la quasi totalità dei parenti delle 43 vittime ha accettato il risarcimento di Autostrade e non è quindi parte civile) e poi alcune aziende, sfollati, persone che hanno subito ferite e lesioni, associazioni. La costituzione di alcuni di loro è per altro ancora sub judice.

le carcasse delle auto sotto il ponte morandi

 

Dopo aver già patteggiato in relazione alla propria posizione amministrativa, Autostrade per l’Italia e l’ex società gemella che si occupava di controlli e manutenzione, Spea, tramite i propri legali questa mattina in udienza hanno depositato memorie a supporto della loro tesi.

 

Che, se venisse accolta, significherebbe che sarebbero solo ed esclusivamente gli eventuali condannati a risarcire le parti civili . Sebbene coinvolti ci siamo gli ex top manager della concessionaria targata Benetton, a partire dall'ad Giovanni Castellucci, ci sarebbe il rischio che qualcuno possa rimanere a mani vuote.

 

giovanni castellucci

La richiesta di Aspi e Spea è basata soprattutto sul fatto che durante gli incidenti probatori le società non erano formalmente indicate come eventuali responsabili civili (pur avendo comunque partecipato in quanto “società indagate”), ed è stata già presentata e bocciata durante le indagini preliminari. In più, tanto il legale di Aspi Andrea Corradino, quanto il suo collega di Spea, hanno presentato altre eccezioni, incentrate sempre su questioni procedurali.

 

Processo per il crollo del Ponte Morandi 3

Ma è una richiesta a cui si è associato anche il pubblico ministero Massimo Terrile: “Quello che interessa all’accusa e chiudere questo processo”, ha detto in aula il pm. Spiegando dunque che l’esclusione delle due società, oltre che a suo parere corretta dal punto di vista procedurale, contribuirebbe a snellire il processo. La grande paura della Procura è infatti un numero abnorme di parti, che porterebbe ad allungare i tempi e alle prescrizioni per un gran numero di reati.

 

Dopo la Procura è stata la volta dei legali di parti civile, che invece insistono per la citazione di Aspi e Spea a responsabile civile. Quella di oggi è la prima “vera” udienza nel dibattimento sul crollo che vede 59 imputati, dopo la prima dello scorso luglio e quella saltata ieri per lo sciopero degli avvocati genovesi.

LA DEMOLIZIONE CONTROLLATA DEL PONTE MORANDI

 

2 - GENOVA, COSÌ ASPI PUÒ USCIRE DEFINITIVAMENTE DAL PROCESSO

Stefano Zurlo per “il Giornale”

 

Un salvacondotto per uscire del tutto dal processo. Una mossa che rischia di provocare sconcerto e sbigottimento in una città ferita come Genova. Il processo per il crollo del Ponte Morandi entra oggi nel vivo e in aula gli agguerriti avvocati di Aspi, Autostrade per l'Italia, e Spea, la società che si occupava della manutenzione dell'infrastruttura, giocheranno le carte di sottili questioni giuridiche per chiudere fuori dalla loro porta le parti civili e bloccare sul nascere le richieste di risarcimenti milionari.

 

reperto 132 dell'indagine sul crollo del ponte morandi di genova

Gli imputati sono 59, a cominciare dall'ex dominus di Aspi e Atlantia Giovanni Castellucci, ma c'è, anzi c'era un imputato virtuale, appunto Aspi, chiamata in causa in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti.

 

Nei mesi scorsi la società - e con lei pure Spea - ha patteggiato, versando una cifra vicina ai 30 milioni di euro, più di quanto sarebbe costato rimettere in sesto le famigerate pile 9 e 10 del ponte venuto giù il 14 agosto di quattro anni fa.

 

il ponte morandi nel video girato da un drone 7

Qui la questione si fa scivolosa e complessa perché le vittime, le famiglie dei 43 morti e centinaia di soggetti in qualche modo danneggiati da questa tragedia, sono sul piede di guerra. Autostrade per l'Italia è il simbolo di una gestione sventurata e sciagurata e nessuno a Genova può accettare l'idea che la società tolga il disturbo, sia pure dopo aver concordato con il pm un obolo così corposo.

 

Chi darà giustizia a coloro che hanno perduto madri, padri, fratelli e hanno visto Genova e la Liguria tagliate in due? Ci sono molte imprese e attività economiche che da questo scempio hanno ricevuto un colpo durissimo ed è chiaro che per Genova il bye bye di Aspi, per quanto perfettamente legale, sarebbe uno shock.

 

ponte morandi

Sarebbe, perché quello che abbiamo spiegato è solo metà del problema o se si vuole l'antefatto: Aspi ha patteggiato le proprie responsabilità parapenali, ma resta con un piede nel dibattimento, come responsabile civile, in qualche modo colpevole per le malefatte compiute dai suoi dirigenti e tecnici. Oggi proverà quindi a sfilarsi anche sotto quell'aspetto. Gli avvocati sosterranno le loro ragioni con una trattazione tutta tecnica: Aspi e Spea non hanno partecipato come responsabili civili ad alcuni atti processuali, in particolare gli incidenti probatori, quindi si chiamano fuori.

 

luciano benetton

Ecco il salvacondotto: la richiesta di una via d'uscita o comunque almeno l'esclusione di tutte le parti civili anche sotto questo profilo. Oggi si prevede un'aula affollatissima: sono moltissime le parti civili ammesse, molte altre sono in coda per ottenere un riconoscimento.

 

L'imputato virtuale numero uno potrebbe però sfuggire ai radar di chi chiede un ristoro. Appunto un piccolo esercito di genitori, parenti, commercianti, imprenditori, associazioni, enti e via elencando una pluralità di situazioni e sigle, alcune segnate in profondità dalla sciagura, altre spinte da motivazioni francamente deboli se non fumose.

 

Si vedrà quel che deciderà la corte in un dibattimento monstre, in bilico fra sofisticate disquisizioni giurisprudenziali ed emozioni incontrollabili. Certo se Aspi, che intanto non è più nell'orbita dei Benetton, dovesse vincere questa mano, le parti civili potranno sempre rivalersi sui 59 imputati. Ma sarà tutto più difficile. Altro dolore per una città che ha già sofferto troppo.

PONTE MORANDI FOTO PELLIZZA FLICKR ponte morandigiovanni castellucci 8

 

PONTE MORANDI PERQUISIZIONI AL POLITECNICO E AL CESIPONTE MORANDI FOTO PELLIZZA FLICKRcrollo ponte morandi genova foto lapresse 1giovanni castellucci 1giovanni castellucci di autostradecrollo ponte morandi genova foto lapresse 2crollo ponte morandi genova foto lapresse 3crollo ponte morandi genova foto lapresseponte morandi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”