marlon landolfo e mattias zouta

SI FA PRESTO A DIRE OMOFOBIA - RICORDATE IL CASO DI MARLON LANDOLFO E MATTIAS FASCINA? I DUE, IL 19 SETTEMBRE, PUBBLICARONO UN VIDEO IN CUI SI DICEVANO BERSAGLI DI UN ASSALTO “OMOFOBO E FASCISTA” A PADOVA: “CI HANNO PICCHIATI PERCHÉ CI SIAMO BACIATI” - TUTTO FALSO: PER I MAGISTRATI, I DUE AVREBBERO PARTECIPATO ATTIVAMENTE AD UNA RISSA SCOPPIATA PROBABILMENTE PER IL CONSUMO ECCESSIVO DI ALCOL - I SETTE PARTECIPANTI ALLA ZUFFA, INCLUSE LE SEDICENTI VITTIME, SONO STATI TUTTI CONDANNATI…

Azzurra Barbuto per “Libero quotidiano”

 

Marlon Landolfo Mattias Zouta

Fingersi vittime di aggressioni omofobe sembra essere diventato un collaudato artificio per conquistare in un baleno la popolarità suscitando la compassione generale. Non è la prima volta che succede in questi mesi ma ci auguriamo sia l' ultima. Marlon Landolfo, 21 anni, e Mattias Fascina, 26, che lo scorso 19 settembre avevano pubblicato su Facebook un video in cui si dicevano bersagli di violenze verbali e fisiche «da parte di omofobi e fascisti» per essersi scambiati un bacio innocente e quindi per essere omosessuali, in verità non sono stati presi di mira poiché gay, bensì avrebbero partecipato attivamente ad una rissa scoppiata nel centro di Padova la notte precedente e dovuta probabilmente al consumo eccessivo di alcol.

 

Marlon Landolfo Mattias Zouta

Nel video in questione i giovani, che hanno ricevuto la solidarietà di politici e utenti della rete, si ripromettevano di scendere in piazza contro «la mascolinità tossica», cosa che in effetti hanno compiuto pochi giorni dopo, coinvolgendo oltre 500 persone, profondamente toccate dall' ingiustizia che i ragazzi sostenevano di avere patito. Tuttavia di tossico in questa faccenda, a quanto pare, c' erano soltanto le frottole raccontate dai due persino in televisione. «Siamo stanchi di questo clima di intolleranza, discriminazione e odio, colpa delle politiche di estrema destra. Vogliamo una rivoluzione culturale, per questo manifesteremo», aveva dichiarato Landolfo su Raiuno, definendosi «vittima di questa società patriarcale».

 

Marlon Landolfo Mattias Zouta

Diversamente la pensano gli inquirenti che, dopo avere ascoltato i testimoni e studiato con attenzione le registrazioni delle telecamere di sorveglianza, hanno escluso categoricamente il movente dell' omofobia riguardo i fatti di quella notte. I sette partecipanti alla zuffa, incluse le sedicenti vittime, sono stati tutti condannati con decreto penale per rissa.

 

Dunque non si trattò di agguato omofobo, macché, piuttosto di un pestaggio reciproco non innescato da motivi di carattere sessuale. Inoltre, il fascismo qui non c' entra un bel niente.

Marlon Landolfo e Mattias Zouta

Questo spiegò al Corriere del Veneto in quei giorni uno dei cinque accusati di omofobia: «Stavamo festeggiando il compleanno di un' amica, avevamo bevuto, camminando abbiamo incontrato questi ragazzi che non sapevamo essere omosessuali e uno di loro ha fatto una battuta per una felpa. Da lì sono iniziate alcune schermaglie verbali, però nessuno ha fatto allusioni sui gay. Anzi, dal nulla uno di loro ci ha urlato "omofobi". Peraltro noi non abbiamo visto i due baciarsi, quindi come potevamo sapere che fossero omosessuali?».

 

Va da sé che giornali e tv sposarono subito l' appetitosa versione di Landolfo e Fascina, proposti quali gay martiri, eroi, ragazzi-modello, esempi da seguire per il coraggio di denunciare le angherie sofferte. E come sempre il dito fu puntato contro l' opposizione, in particolare contro Matteo Salvini, capro espiatorio di tutto ciò che di spiacevole accade in Italia.

Marlon Landolfo e Mattias Zouta

 

Lo scorso maggio, a Milano, si era verificato un episodio analogo a quello avvenuto a Padova. Un cosiddetto influencer, tale Marco Ferrero, in arte Iconize, per essere invitato nello studio televisivo di Barbara D' Urso si era procurato un occhio nero dandosi un pugno con un surgelato e poi, ammaccato, aveva postato sui social la sua testimonianza, rivelatasi in seguito falsa da cima a fondo.

 

Il giovane narrava di essere stato malmenato in quanto gay da un gruppo di sconosciuti che lo avrebbero fermato una sera per chiedergli una sigaretta nel cuore di Milano, mentre egli passeggiava da solo il suo cane. Un piano studiato nel dettaglio per conquistare nuovi seguaci su Instagram e avere il proprio momento di gloria ricorrendo a quello che si sta trasformando in uno sport ufficiale nazionale: il vittimismo, ossia la lagna, meglio se condita con indignazione e presa di posizione politica. Nel piccolo schermo pare proprio che funzioni.

Marlon Landolfo Mattias Zouta

 

«È vero: ho inventato tutto. Mi prenderò una pausa pure dal web poiché per me è diventato una gabbia. Forse andrò in una clinica o mi rivolgerò ad uno psicologo. Domando scusa ancora una volta a tutti quelli che ho preso in giro», aveva fatto sapere Ferrero, che su Instagram continua a mantenere 610 mila follower, i quali lo hanno perdonato, a quanto sembra.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...