nancy porsia giornalisti intercettati

SI PUO' ARRUOLARE UN GIORNALISTA COME AGENTE SOTTO COPERTURA, A SUA INSAPUTA, INTERCETTANDOLO? E' DI FATTO QUELLO CHE E' AVVENUTO CON LA PROCURA DI TRAPANI CHE, INDAGANDO SULLE ONG, HA MESSO SOTTO CONTROLLO LA CRONISTA NANCY PORSIA (NON INDAGATA), CHE SI OCCUPAVA DI LIBIA, TUNISIA E MIGRANTI - GLI ASCOLTI DELLE SUE CHIAMATE SONO STATI PROROGATI PER MESI, DA LUGLIO A DICEMBRE 2016. PERCHÉ? PER CERCARE COSA, E CON QUALI DIRITTI? HANNO AVUTO UN RUOLO LO SCO, IL SERVIZIO CENTRALE OPERATIVO DELLA POLIZIA, O L'ALLORA MINISTRO DELL'INTERNO, MARCO MINNITI?

intercettazioni

Jacopo Iacoboni per "la Stampa"

 

Il caso dei giornalisti intercettati, senza essere indagati, dalla Procura di Trapani è destinato a non chiudersi facilmente, e potrebbe creare altri problemi. Secondo due fonti convergenti a conoscenza della vicenda, sono stati "profilati" anche i giornalisti stranieri (che non erano intercettati) in contatto con i reporter italiani, «tra cui alcuni spagnoli», il che aprirà un altro capitolo assai imbarazzante per l'Italia anche sul piano geopolitico.

 

NANCY PORSIA

Emergono via via sempre più elementi che fanno discutere, oltre a quelli che hanno già spinto la ministra di Giustizia Marta Cartabia a ordinare accertamenti su cos' è avvenuto a Trapani, e a Roma. Alcuni ce li racconta Nancy Porsia, la cronista free lance che è stata l' unica a essere intercettata direttamente.

 

Porsia in passato si è occupata molto di Libia e Tunisia. Il suo lavoro, già fin dal 2016, e quello del giornalista di Avvenire Nello Scavo hanno contribuito a svelare molte zone d'ombra delle vicende italo-libiche, per esempio l'ascesa dell'allora sconosciuto «comandante Bija», e la sua singolare, ripetuta comparsa in Italia. O a svelare elementi sui nuovi network criminali attivi in quei teatri, per esempio il clan Dabbashi.

 

intercettazioni

Porsia ci è riuscita grazie a un'ampia rete di contatti libici e di lavoro sul campo. Le sue inchieste hanno finito per far gola a chi doveva investigare, mettendo a rischio la sua sicurezza e quella delle sue fonti? Lei risponde: «Anche volendo ammettere che le mie conversazioni fossero così "importanti per l'indagine", come è scritto, perché poi non vengono menzionate nell' informativa, e finiscono invece solo nelle trecento pagine di allegati? Hanno usato l'inchiesta della procura, ma cercavano altro».

 

marco minniti

Peraltro, ci riferisce, anche negli allegati queste sue conversazioni sono riportate selettivamente: «Hanno scelto solo qualche telefonate, altre no, e io non so quindi in base a quali criteri, cioè fino a che punto è stata violata la sicurezza delle mie fonti, chi ci è finito dentro dei miei interlocutori». In teoria, ricorda, «secondo il comma 2 dell'articolo 266 si può essere intercettati anche senza essere indagati, ma per un massimo di quindici giorni».

 

NANCY PORSIA

Gli ascolti delle sue chiamate sono stati invece prorogati per mesi, da luglio a dicembre 2016. Perché? Per cercare cosa, e con quali diritti? Hanno avuto un ruolo lo Sco, il servizio centrale operativo della polizia, o l'allora ministero dell' Interno, guidato da Marco Minniti? «Nei fatti - ha osservato il giornalista Antonio Massari, un altro dei cronisti intercettati - la procura di Trapani arruola Porsia, a sua insaputa e senza il suo consenso, come un agente sotto copertura».

 

Sergio Scandura, inviato di Radio radicale, anche lui intercettato, è amaro: «Ti accorgi che forse qui è stato sposato il modello del ministero degli Affari interni di Mosca e non quello di un Paese dell' Unione europea». Nello Scavo riflette: «Un così massiccio ascolto delle conversazioni dei giornalisti con le proprie fonti provoca un danno collaterale: molte delle fonti riservate adesso temono di venire individuate. Già in queste ore abbiamo percepiamo il timore di alcune di queste fonti. Il diritto di essere informati ancora una volta viene messo a rischio».

 

gommone libia migranti

Anche nel caso di Scavo sono finite allegate due sue telefonate a don Mosè Zerai, indagato per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina, nelle quali peraltro si parla della strage di Misurata del 2011, non dei fatti dell' inchiesta. Oltretutto, la Procura ha chiesto ora l' archiviazione di don Zerai, perché allegare le intercettazioni di un giornalista?

 

2 - INTERCETTAZIONI E INDAGINI CONTRO I GIORNALISTI CHE SCRIVONO DI LIBIA E MIGRANTI

intercettazioni polizia

Andrea Palladino per “Domani”

 

Nelle carte dell’inchiesta di Trapani appaiono nomi di fonti, contatti, rapporti personali, dati che il codice di procedura penale tutela come segreto professionale. Il caso più eclatante riguarda Nancy Porsia, giornalista esperta di Libia, intercettata a lungo, anche durante le telefonate con il proprio legale Alessandra Ballerini. Intercettati anche i cronisti di Avvenire, Radio Radicale, Il Fatto Quotidiano e la reporter Francesca Mannocchi, autrice di inchieste sulla Libia. Fausto Biloslavo, del Giornale, e Claudia Di Pasquale, di Report.

 

NANCY PORSIA

Sono centinaia le pagine di intercettazioni, trascritte e depositate nell’inchiesta sulle Ong della procura di Trapani, che riguardano i giornalisti. Nomi di fonti, contatti, rapporti personali, dati che il codice di procedura penale tutela come segreto professionale. Nelle carte dell’indagine contro la Jugend Rettet, Save The Children e Medici senza frontiere non c’è solo la caccia alle Ong. A finire nel mirino della polizia giudiziaria - lo SCO, la squadra mobile di Trapani e il comando generale della Guardia costiera - è anche l’informazione che dal 2016 racconta lo scenario delle morti per affollamento nel Mediterraneo centrale.

 

Il caso più eclatante riguarda Nancy Porsia, giornalista esperta di Libia. È stata intercettata a lungo, anche durante le telefonate con il proprio legale Alessandra Ballerini nelle quali riferiva la preoccupazione per le minacce ricevute dalle milizie libiche guidate da al-Bija. Alla sua attività di reporter è stato riservato un lungo dossier. Nel documento di 22 pagine - datato 27 luglio 2017, firmato SCO, squadra mobile e comando generale della Guardia costiera - ci sono fotografie, contatti sui social, rapporti personali e nomi di fonti in un’area considerata tra le più pericolose dell’africa del nord.

 

INTERCETTAZIONI

Nell’informativa i funzionari di polizia riportano i contatti di Porsia con altri giornalisti internazionali, i suoi movimenti e anche alcuni dati personali. L’intercettazione è stata richiesta ed autorizzata con la funzione di “positioning”, ovvero con il tracciamento degli spostamenti dell’utente. In altre parole la giornalista è stata di fatto seguita telematicamente per lungo tempo. Sono state poi trascritte anche le telefonate di Porsia con altri giornalisti italiani, dove si parla della situazione libica e di come muoversi in quel contesto. Tutti dati assolutamente irrilevanti per le indagini in corso. Nancy Porsia non risulta mai indagata. Nella telefonata con il legale - che la legge vieta di trascrivere e divulgare, a tutela dei diritti della difesa - viene dichiarato apertamente il rapporto fiduciario. Nella sintesi della telefonata vengono anche riportati spostamenti al Cairo dell’avvocato Ballerini, attiva anche sul caso di Giulio Regeni

 

falso fermo immagine dal video dei lager libici

Molti altri giornalisti sono stati intercettati indirettamente. Alcuni indagati sono esponenti di spicco delle Ong. Era, dunque, assolutamente normale il rapporto - spesso fiduciario - con i giornalisti che seguivano i flussi migratori provenienti dalla Libia. In molti casi nel corso delle telefonate viene fatto riferimento a fonti di informazioni spesso sensibili. L’inviato di Avvenire Nello Scavo, ad esempio, viene intercettato mentre parla con una sua fonte sulle modalità per ricevere un video che dimostra le violenze subite dai migranti in Libia.

 

Nelle carte sono riportati anche i contenuti delle conversazioni della giornalista Francesca Mannocchi con esponenti delle Ong, dove si fa riferimento ai viaggi in Libia. Era il 2017, l’anno più difficile e complesso nel paese del nord Africa e i pochi reporter che si recavano a Tripoli spesso correvano alti rischi. E’ stato intercettato anche il cronista di Radio Radicale Sergio Scandurra, mentre chiedeva informazioni ad alcuni esponenti di organizzazioni umanitarie, impegnate in quei mesi nei salvataggi dei migranti.

 

INTERCETTAZIONI

Negli atti sono poi finite diverse telefonate del giornalista del Fatto quotidiano Antonio Massari che raccontò nell’agosto del 2018 i rapporti tra gli operatori della Imi e Matteo Salvini. Anche in questo caso il cronista stava parlando con alcune fonti. </p><p> Intercettati, infine, anche Fausto Biloslavo, del Giornale, e Claudia Di Pasquale, di Report. La giornalista della Rai è stata ascoltata mentre parlava con Nancy Porsia. </p><p> L’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, responsabile del Viminale all’epoca delle indagini e delle intercettazioni, interpellato da Domani, non ha voluto commentare.

corpi migranti in mare libia 1

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…