al sisi

AL SISI ESERCITA UN POTERE CHE SI RAMIFICA IN TUTTA LA SOCIETÀ ATTRAVERSO L'ESERCITO, LA POLIZIA, LE BANDE PARAMILITARI E I SERVIZI SEGRETI - AL CAIRO BASTA UNA PAROLA FUORI POSTO PER FINIRE MARTORIATI COME GIULIO REGENI - ''ANCHE SCRIVERE DI SINDACALISTI ROMPISCATOLE, SOTTO PSEUDONIMO E FORSE SENZA PRESS CARD COME FACEVA REGENI, È RISCHIOSO''

Da “il Foglio del lunedì”

 

AL SISI RENZIAL SISI RENZI

Mercoledì 3 febbraio nella periferia del Cairo, in un fosso sull' autostrada che porta verso Alessandria, è stato ritrovato il corpo senza vita di Giulio Regeni, studente friulano di 28 anni scomparso nella capitale egiziana dieci giorni prima [1].

 

Il 25 gennaio alle otto di sera Regeni aveva percorso la via Ansari fino alla fermata Bohooth della metro. Aveva detto via sms all'amico Amr Assad che andava a una festa di compleanno. Quel giorno era il quinto compleanno della rivoluzione di piazza Tahrir: i poliziotti in divisa e in borghese erano dovunque. Le proteste erano proibite, c'era stata una campagna di arresti preventivi, che aveva additato anche gli stranieri come possibili sobillatori. Anche per questo, quando gli amici non hanno visto arrivare Giulio, si sono subito allarmati e, chiamandolo al cellulare, l' hanno trovato staccato [1].

AL SISI RENZI AL SISI RENZI

 

In un primo momento le autorità egiziane avevano parlato di incidente stradale. Carlo Bonini: «Tre diverse e qualificate fonti (diplomatiche, investigative e di intelligence) descrivono le condizioni del cadavere del ragazzo con un medesimo aggettivo: "Indicibili". Evidenti i segni di tortura sul corpo. Ustioni di sigaretta, la mutilazione di un orecchio, incisioni da taglio, ecchimosi profonde e diffuse. Tracce di una morte tanto lenta quanto atroce» [2].

 

AL SISIAL SISI

Alberto Negri: «Un cadavere trovato in un fosso, un'altra vita spezzata, un'altra storia sbagliata e ora scriveranno fiumi d' inchiostro facendo domande a un generale che non può rispondere. Il sistema di potere egiziano, e quelli del Medio Oriente in generale, sono brutali, qui la tortura non è l' eccezione ma la regola. Lo abbiamo sperimentato il 17 gennaio 1991 in una caserma giordana, con Eric Salerno del Messaggero, una ventina di militari in divisa prima ci massacrarono metodicamente di botte usando il calcio del fucile, poi tentarono di buttarci da una finestra dove sotto aspettava una folla urlante ed eccitata. Fummo fortunati a cavarcela» [3].

 

Nel terzo anno di presidenza del generale Abdel Fattah al Sisi, al Cairo si sparisce molto facilmente. Human Rights Watch l'ha detto nel suo ultimo rapporto: «Gli ufficiali di polizia sono responsabili di decine di scomparsi», 160 in soli tre mesi del 2015 [4].

al sisi e mohammed morsial sisi e mohammed morsi

 

Francesco Battistini: «Due anni e mezzo dopo il golpe che rovesciò i Fratelli musulmani, sono 465 i casi provati di tortura in carcere. E in tempi di lotta all'Isis, nel diffuso rimpianto per la "democrature", non è che il mondo se ne sia accorto granché: ad al Sisi ormai s'applica il principio che gli americani elaborarono all' epoca dei Somoza in Nicaragua - sarà uno spregiudicato, ma almeno è il nostro spregiudicato - e molto passa» [4].

 

egyptian president abdul fattah al sisiegyptian president abdul fattah al sisi

Il generale al Sisi esercita un potere che si ramifica in tutta la società attraverso l'esercito, la polizia, le bande paramilitari e i servizi segreti, i famigerati Mukhabarat, quasi sempre più di uno: 12 se ne contavano nella Siria di Assad alla vigilia della rivolta, sei nell' Iraq di Saddam Hussein, tre in Egitto dove il Mukhabarat è andato a scuola dal Mossad [3].

 

I miliziani di Mubarak sono stati riciclati da al Sisi dopo il colpo di Stato contro i Fratelli Musulmani. Ancora Negri: «In Egitto i militari come Nasser, Sadat, Mubarak, Sisi, svestono l' uniforme e mettono giacca e cravatta, ma continuano a gestire da 60 anni un lato oscuro dello Stato che è il vero potere. È questa la macchina infernale che stritola i popoli mediorientali: cambiano i manovratori non i metodi. Non c'è neppure bisogno di impartire ordini: gli apparati polizieschi che sostengono i raìs sono zelanti, anche troppo. Per questo il generale egiziano non può dirci tutta la verità su Giulio Regeni e le ombre del potere» [3].

 

AL SISIAL SISI

Difficile oggi lavorare al Cairo, racconta Battistini: «Se devi girare immagini, compili moduli per settimane e non è detto che basti; se provi ad andare nel Sinai, chiedi timbri che non ti daranno mai; se intervisti qualcuno sulla lista nera, compare chi chiede di te al portinaio. E non dimenticare mai un nome: Ayman Helmy, il potente capo della polizia che tutto può. Anche scrivere di sindacalisti rompiscatole, sotto pseudonimo e forse senza press card come faceva Regeni, è rischioso» [4].

 

GIULIO REGENIGIULIO REGENI

Ma si è arrivati a questa situazione? L' ambasciatore Roberto Toscano: «Dopo la delusione delle speranze suscitate dalla Primavera Araba, che proprio in Egitto aveva prodotto gli effetti politici più significativi, con la caduta di Hosni Mubarak, il timore del caos - un caos in cui trova spazio e alimento l'offensiva del jihadismo radicale - ha portato un po' tutti, americani ed europei (compresi noi italiani) a decidere che tutto sommato era meglio tornare a un passato antidemocratico e repressivo capace di garantire, con l'avvento di un regime stabile, la nostra sicurezza e i nostri interessi economici» [5].

 

È vero che al Sisi è un partner prezioso nella lotta al terrorismo. Però, ricorda Paolo Lepri, «è impossibile dimenticare che la sistematica azione repressiva servita a mettere in ginocchio i Fratelli musulmani ha prodotto contraccolpi pericolosi, ha ingrossato le file dell' estremismo jihadista, è stata utilizzata cinicamente per il consolidamento del potere personale e del controllo dello Stato» [6].

 

GIULIO REGENI E AMICIGIULIO REGENI E AMICI

Oggi l' Egitto, 90 milioni di abitanti, ha il 27% dei ragazzi fra i 18 e i 29 anni disoccupati, il 51,2% della popolazione vive attorno o sotto la soglia di povertà [7].

 

Al Sisi teme di cadere per mano dei nemici interni e ha un enorme interesse ad avere ottimi rapporti con i Paesi vicini, affinché questi riducano i pericoli, anziché moltiplicarli. Alessandro Orsini: «Detto più chiaramente, al Sisi non trarrebbe alcun vantaggio a deteriorare i rapporti con l'Italia e tutto ciò che ha fatto verso il nostro Paese, almeno finora, è stato animato da una sorta di "ossessione dell' amicizia", confermata il 30 agosto 2015, quando Claudio Descalzi, l'amministratore delegato di Eni, si recò al Cairo, sospinto dalla scoperta del più grande giacimento di gas naturale mai trovato nel Mediterraneo, nelle acque territoriali dell' Egitto» [8].

REGENI REGENI

 

Allo stesso tempo l' Italia non può rinunciare all' Egitto. Non solo per il sostanzioso interscambio commerciale e il nuovo mega giacimento di gas di Zhor dell' Eni ma anche per gli altri dossier in cui c' è una collaborazione bilaterale, dall' immigrazione alla lotta al terrorismo, fino alla cooperazione militare [3].

 

Matteo Renzi è stato il primo leader occidentale a incontrare Abdel Fattah al Sisi. E l' unico, meno di un anno fa, a partecipare al vertice economico di Sharm el -Sheikh sul quale il presidente egiziano contava per lanciare i suoi faraonici progetti. Ugo Tramballi: «Diversamente dagli altri europei, il governo italiano non si è segnalato per le critiche alle ripetute violazioni dei diritti umani commesse da quello egiziano. Abbiamo sempre preferito il realismo di un Egitto stabile piuttosto che un po' più democratico» [9].

Giulio RegeniGiulio Regeni

 

Note:

[1] Viviana Mazza, Corriere della Sera

[2] Carlo Bonini, la Repubblica

[3] Alberto Negri, Il Sole 24 Ore

[4] Francesco Battistini, Corriere della Sera

[5] Roberto Toscano, la Repubblica

[6] Paolo Lepri, Corriere della Sera

[7] Ugo Tramballi, Il Sole 24 Ore

[8] Alessandro Orsini, Il Messaggero

[9] Ugo Tramballi, Il Sole 24 Ore

[10] Francesco Basso, Corriere della Sera

 

Ultimi Dagoreport

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UNA DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIASI SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”