1 - I CANI SOFFRONO LA MORTE
Rachele Turina per “Libero Quotidiano”
Quando il nostro cane muore, sprofondiamo in una sofferenza inconsolabile. Ma, se di cani ne abbiamo due, l'altro soffre insieme a noi e, forse, più di noi. Nel 1969 la psichiatra Elizabeth Kübler Ross formulò le cinque fasi di elaborazione del lutto negli uomini: lo neghiamo, ci arrabbiamo, lo sopprimiamo, ci deprimiamo e, finalmente, lo accettiamo.
Come reagiscono, invece, i nostri amici a quattro zampe alla perdita di un loro simile? Se lo sono chiesti Federica Pirrone, ricercatrice di Etologia Veterinaria dell'Università degli Studi di Milano, e il suo gruppo di studio, che hanno intervistato, in collaborazione con l'Università degli Studi di Padova, oltre 400 individui a cui era morto un cane, mentre in casa ne viveva almeno un altro. E i risultati mettono a tacere gli scettici: l'animale a quattro zampe prova, come noi, sentimenti.
«Quasi il 90% degli intervistati ha osservato cambiamenti negativi nel comportamento del cane sopravvissuto dopo la morte dell'altro cane», spiega Pirrone, «specialmente se i due animali erano legati da una relazione particolarmente amichevole o, addirittura, genitore-figlio».
Nei fatti, la solitudine del cane, abbandonato dal compagno di giochi, si traduce in uno stato generale di apatia, che si protrae fino a sei mesi.
«Stando ai racconti dei proprietari, i cani, nei giorni successivi alla perdita, avanzavano il cibo nella ciotola, giocavano di meno e trascorrevano la maggior parte del tempo a sonnecchiare», continua Pirrone, «perdendo l'amico con cui condividevano giochi e pisolini, quindi una figura di riferimento sociale, i cani in questione avevano interrotto una serie di attività routinarie. E proprio queste alterazioni a livello comportamentale sottintendono una sofferenza nell'animale».
L'indagine non si è limitata a un'analisi comportamentale del soggetto, ma si è inoltrata nella sfera delle emozioni: l'animale, orfano del compagno, manifesta paura.
«Dopo la morte del compagno, i cani sono apparsi impauriti», prosegue Pirrone, «sul cambiamento emotivo, a differenza di quello comportamentale, potrebbe aver pesato lo stato emotivo del padrone: il livello di paura era maggiore nei cani i cui proprietari mostravano segni più evidenti di sofferenza, rabbia e trauma psicologico in seguito alla morte del proprio animale».
I risultati non lasciano spazio a dubbi: i cani soffrono, al pari dell'uomo, per la perdita di un componente della loro specie.
«Siamo abituati a pensare che gli animali non abbiano una coscienza e non provino sentimenti», sottolinea Ines Testoni, direttrice del Master Death Studies & The End of Life dell'Università di Padova, «ma le nostre ricerche hanno già mostrato come tra caregiver e animale da compagnia si instauri un legame di attaccamento e che questo può influenzare il comportamento del cane sopravvissuto».
Quella coordinata da Pirrone è solamente la seconda fase di uno studio ben più articolato, che, per la prima volta nella ricerca scientifica internazionale, indaga contemporaneamente il lutto nell'animale e nel suo proprietario.
«In un primo momento abbiamo esaminato la reazione nel padrone, sottoponendolo a un questionario», precisa Pirrone, «il terzo step, invece, sarà l'osservazione diretta del proprietario e del suo animale, con l'obiettivo di ottimizzarne la risposta».
Sì, perché il fine della ricerca è pratico: imparare a prevenire il tracollo, emotivo e comportamentale, del proprio pet, e, in caso, essere in grado di gestirlo.
«È importante capire come aiutare l'amico a quattro zampe che subisce una perdita, imparando a riconoscere i sintomi della sua sofferenza e supportandolo» spiega la ricercatrice.
A quel punto, il padrone, che sta soffrendo a sua volta perla morte del cane, è chiamato a uno sforzo in più, quello di dimostrare affetto all'animale sopravvissuto, condividendo con lui attività ludiche e armandosi di pazienza.
«Bisogna mantenere il più possibile inalterata la sua routine di pasti e uscite a spasso», chiarisce Pirrone, «siamo tenuti a mettere in atto tutta una serie di precauzioni, perché il benessere del nostro cane dipende da certo senso di prevedibilità e certezza che non possiamo fargli mancare».
2 - ADORATO TOBY, TU COSA SOGNI?
David Leavitt per “La Lettura – Corriere della Sera”
Sei settimane fa a Toby, il nostro adorato Bedlington terrier, è stata diagnosticata una massa tumorale nell'addome con metastasi ai polmoni. Dato che Toby ha nove anni e il cancro è in uno stadio così avanzato, abbiamo deciso di risparmiargli un'operazione e la chemioterapia e passare direttamente alle cure palliative.
Ci è stato detto che sarebbe morto nel giro di poche settimane, forse di giorni. Mentre sto scrivendo, sta bene, molto meglio rispetto al momento della diagnosi. Come percepisci il tempo? Percepisci il tempo? Pensi di doverci proteggere? Pensi che siamo noi a dover proteggere te? Se la tua risposta è sì a entrambe le domande, questo ti provoca angoscia esistenziale?
Quando andavamo allo stagno a vedere le anatre e tu abbaiavi, come le vedevi? Come amiche? Nemiche? Prede? (Di solito tu gli uccelli non li guardi nemmeno). E ora che le anatre sono partite e nello stagno non ce ne sono più, senti la loro mancanza?
Perché abbai quando l'automobile di un estraneo si ferma nel vialetto di casa, ma quando è la mia macchina a fermarsi nel vialetto non abbai? È perché riconosci il rumore del motore della mia macchina? O perché la mia macchina ha un odore tutto suo?
È per il ritmo dei miei passi quando mi avvicino alla porta? Cosa ti passa per la testa quando senti le parole «giro in macchina»? Cosa ti passa per la testa quando senti la parola «bocconcino»?
Perché quando sei nel nostro letto, dormi rivolto nella direzione opposta rispetto a noi? Come hai fatto a scoprire come si apre la maniglia della porta del bagno? Perché bevi l'acqua dal water anziché dalla tua ciotola? Pensi che il water sia una fonte?
Come fai a sapere quando manca un'ora al momento della pappa? Lo capisci dalla luce che cambia? Dal mio umore che cambia? Dalla posizione del sole e della luna che cambia? Com'è per te la sensazione di fame?
Perché sradichi sempre i gigli? È qualcosa che ha a che fare con i gigli in sé? È qualcosa che ha a che fare con il cane che c'è dall'altra parte della recinzione accanto a cui sono piantati i gigli? È qualcos' altro? Capisci che la mia mente è dentro la testa?
Mi consideri assurdamente lungo? Ti consideri più proporzionato di me? Come percepisci l'età? Sai quanto sei invecchiato rispetto alla prima volta che ci siamo visti? Sai quanto sono invecchiato io rispetto alla prima volta che ci siamo visti?
Capisci che siamo destinati a invecchiare a velocità diverse? Ti confonde il fatto che, dopo essere stato più giovane di me per tutta la vita, adesso ti ritrovi a essere più vecchio di me? Ti sembro tragico? Comico? Volgare? Intelligente? Indolente? Noioso? Poco collaborativo? Affettuoso? Negligente? Patetico? Capisci cos' è la morte?
Capisci che tra chi hai conosciuto, ci sono persone che rivedrai e altre che non vedrai più, in certi casi perché sono morte? Quando hai ucciso quello scoiattolo, hai capito di averlo ucciso?
Quando hai strappato dal tuo scoiattolo-giocattolo il meccanismo che produceva il suono, hai capito di non averlo ucciso? Ricordi tua madre? Perché quando c'è un temporale vai sempre a nasconderti dietro la sedia sul lato destro della stanza e mai dietro a quella che c'è a sinistra?
Cosa pensi quando vedi un altro cane? Dipende dal cane? Se sì, da quale aspetto del cane dipende se lo considererai un amico o un nemico? Ho ragione a supporre che non ti piacciano i cani neri? Questo fa di te un razzista?
La prima volta che hai tirato fuori la soletta da una mia scarpa e l'hai lanciata all'altro capo della stanza, ti sei divertito a farlo? È perché quella prima volta ti sei divertito così tanto che da qual momento in poi l'hai fatto altre centinaia di volte? È corretto che io chiami «gioco» quel tuo tirare fuori le solette dalle mie scarpe? Posso dire agli altri: «Il mio cane si è inventato un gioco?». Perché tiri fuori le solette solo dalle mie scarpe sinistre?
Secondo te perché sogno spesso di fare le valigie all'ultimo momento? Perché spesso in quei sogni tu sei una delle cose che devo mettere in valigia? Perché in quei sogni quando salgo sul taxi per l'aeroporto, all'improvviso mi ricordo di essermi dimenticato di prendere qualcosa? Perché in quei sogni sei così spesso tu la cosa che ho dimenticato di prendere?
Perché nei miei sogni l'aeroporto è sempre Malpensa? Perché quando mi sveglio da quei sogni e ti vedo dormire accoccolato accanto a me, mi sento addolorato? Tu cosa sogni? Capisci cosa vuol dire «abbastanza»? Capisci cosa vuol dire «troppo»?
Capisci di essere malato? La prospettiva della tua morte ti spaventa quanto spaventa me? Come farò a vivere senza di te?
(traduzione di Fabio Cremonesi)