SOROS METTE IL DOLLARO IN “CANNA” - IL FINANZIERE DA VENTI ANNI FINANZIA LA BATTAGLIA SULLA LEGALIZZAZIONE DELLA MARIJUANA - HA GIÀ “INVESTITO” PIÙ DI 80 MILIONI DI DOLLARI: HA FIUTATO IL BUSINESS?

E i risultati si sono visti: dall’inizio dell’anno lo Stato del Colorado e di Washington hanno liberalizzato la vendita della marijuana - Ora Soros punta a far sì che avvenga anche in Alaska, Oregon e Florida entro l’anno prossimo e in un paio d’anni anche in altri Stati americani…

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Roberta Zunini per il "Fatto quotidiano"

Soros ha intestato la casa di Manhattan a TamikoSoros ha intestato la casa di Manhattan a Tamiko

Certo, 80 milioni di dollari su un patrimonio di 20 miliardi, sono spiccioli. Ma se sono stati devoluti, fin da tempi non sospetti, cioè dal 1994, per la liberalizzazione delle droghe leggere, da George Soros, la questione non si può ridurre a pura filantropia. Soros, come è noto, non è solamente un attivista di origine ungherese, fuggito con la famiglia negli Usa quando ancora era bambino, che ha usato i suoi soldi per minare i regimi dell'est europeo e le ex repubbliche sovietiche.

Ma anche uno dei finanzieri più furbi e capaci del globo. La sua decisione di creare una lobby di bilionari come lui per lavorare a favore della depenalizzazione dell'uso delle droghe leggere e la loro liberalizzazione, va letta non in termini umanitari bensì di ottimizzazione delle risorse, per non dire di profitto.

Vent'anni fa, quando negli Usa solo immaginare di vendere la marijuana in farmacia era considerato dalla società wasp (bianchi-americani-protestanti) alla stregua di una cospirazione contro i valori fondativi della Federazione, Soros aveva già intuito che questo atteggiamento moralista era controproducente sotto tutti i profili.

A partire da quello della messa in sicurezza della parte "sana" della cittadinanza, che tante risorse stava drenando. Se allora si riteneva che trattare i "cannaioli" come criminali fosse cosa buona e giusta per difendere i probi, si è poi capito che era un grave errore perché non risolveva il problema, anzi.

Il miliardario George SorosIl miliardario George Soros cachedcached

Entrando in contatto con l'ambiente carcerario spesso questi innocui seguaci di Bob Marley, si trasformavano in pusher di droghe pesanti o, con la fedina penale ormai sporca, si ritrovavano a delinquere perché nessuno dava più loro un lavoro. Con i soldi risparmiati utilizzando il personale di pubblica sicurezza in modo meno compulsivo e più mirato, si sarebbe potuti inoltre finanziare programmi di assistenza per aiutare i tossicodipendenti anche da droghe pesanti.

Luigi Contu col Ministro Beatrice LorenzinLuigi Contu col Ministro Beatrice Lorenzin

Grazie anche alla sua perseveranza umanitaria ed economica, Soros ha fatto lobbying per arrivare ai risultati di oggi. Dall'inizio dell'anno lo Stato del Colorado e di Washington hanno liberalizzato la vendita della marijuana, ora Soros punta a far sì che avvenga anche in Alaska, Oregon e Florida entro l'anno prossimo e in un paio d'anni anche in altri Stati americani fino a completare le stelle.

Un trend in linea con quello mondiale, fatta eccezione per l'Italia. Dove la confermata ministro della Salute ex berlusconiana e ora alfaniana, Beatrice Lorenzin, ha appena reintrodotto per decreto le tabelle sugli stupefacenti messe a punto dalla Fini-Giovanardi, soppresse dalla Corte Costituzionale un mese fa.

ALFANO BERLUSCONI GIOVANARDIALFANO BERLUSCONI GIOVANARDI

 

 

 

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