IL GESUITA ANTONIO SPADARO, DIRETTORE DI "CIVILTA' CATTOLICA", HA DATO MAI UN'OCCHIATA AI SOCIAL DEL SUO ASSISTENTE, FRANCESCO SECHI, CON CUI HA ANCHE FIRMATO L'INTERVISTA A MOGOL? - FOTO ERCULEE SOTTO LA DOCCIA, UNA COL KALASHNIKOV, ALTRE MENTRE MOSTRA I MUSCOLI IN ALLENAMENTO - E POI UN CURRICULUM TUTTO DA "TASTARE": SOSTIENE DI ESSERE STATO "SPIN DOCTOR PER PERSONAGGI ILLUSTRI". VERO: E' STATO IL SEGRETARIO DI DELL'UTRI...

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padre antonio spadaro padre antonio spadaro

DAGONEWS

Quante cose si scoprono spippolando sui social. Può capitare, ad esempio, di imbattersi nell'account twitter di Padre Antonio Spadaro, direttore della rivista "La Civiltà Cattolica".

 

Il gesuita giornalista, penna anche del "Fatto", posta un tweet in cui annuncia: "Saluti da Anagni. A Fiuggi con i ministri Carfagna, Brunetta, Patuanelli, Garavaglia, il Presidente Zingaretti, il Segretario Generale della Farnesina Sequi, il sindaco di Firenze Nardella e altri a raccontare l’Italia che verrà".

 

francesco sechi francesco sechi

Ah, beato lui che ha tempo da perdere a disegnare scenari nei convegni! In ogni caso, a corredo dell'annuncio, c'è il faccione di Spadaro e sullo sfondo il campanile della cattedrale di Santa Maria ad Anagni. Una torre di 30 metri che si erge in tutta la sua svettante potenza.

 

Pochi minuti dopo, su un altro social (Instagram) e su un altro account, quello di Francesco Sechi, appare una foto praticamente identica. L'ex autore di "Mattino 5" viene fotografato ad Anagni, con lo sfondo della cattedrale, stesso cielo grigio.

 

Nulla di male, ovviamente. Soprattutto perché Francesco Sechi, ex segretario di Marcello Dell'Utri, è l'assistente di Padre Spadaro. Insieme hanno anche pubblicato su "La Civiltà Cattolica" una lunga intervista a Mogol. https://www.laciviltacattolica.it/articolo/a-colloquio-con-mogol/

francesco sechi sotto la doccia francesco sechi sotto la doccia

 

Sechi ha un profilo facebook molto seguito (427 mila follower) che inonda di meme, opinioni pret-à-porter e scemenze raccattate in rete. A volte tuona contro la proroga dello stato d'emergenza ("E' un colpo di stato"), si schiera con il poliziotto che alla stazione Termini ha sparato al migrante svalvolato armato di coltello, snocciola tutti i suoi dubbi sulle vaccinazioni e fa battute sugli elettori del M5s.

 

In un'intervista di novembre 2016 concessa alla rivista "Slide", Sechi viene definito "professionista della comunicazione", "spin doctor per personaggi illustri" (ma di chi?). Sostiene di aver "affiancato 'grandi''" e di avere nel curriculum "oltre agli studi all'Università anche la laurea nell'università della strada".

francesco sechi si allena francesco sechi si allena

 

Il 40enne sardo spargeva umiltà a fiotti: "Ho appreso tanto quanto da un pastore del mio paese quanto da un ministro, tanto da un muratore quanto da un presidente del Consiglio" (ma quali ministri e presidenti ha frequentato?). Confessa che "la mamma è il suo primo amore" e altre banalità un tanto al chilo che è possibile leggere qui https://issuu.com/slide_italia/docs/slide_web_78/19

 

Sul suo account instagram, Sechi posta la foto con papa Francesco, la benedizione da lui ricevuta, un selfie con San Pietro sullo sfondo ma anche immagini più "intime".

 

Una mentre fa la doccia (chissà chi c'era a fotografarlo…), un'altra mentre si allena con deltoide in bella vista, un'altra ancora con camicia aperta e petto in mostra. C'è persino una foto cui imbraccia un bel kalashnikov, a evocare forse l'ispirazione della sua carità cristiana: porgi l'altra guancia e poi spara.

 

francesco sechi in vaticano francesco sechi in vaticano

Padre Spadaro, da sempre molto sensibile alle tematiche Lgbt (tanto da intervenire a favore dell'approvazione del Ddl Zan: "Occorre appoggiare norme che hanno senso difensivo di persone vulnerabili e non abbiano senso offensivo di legittime idee"), sbertucciato da "la Verità" che maliziosamente lo ha definito esponente della "Chiesa arcobaleno", ha avuto modo di fare una ricognizione dei social del suo amico e collaboratore? Ha tastato con mano e verificato il misterioso quanto roboante curriculum di Sechi? Ah, saperlo…

 

2 - DA PADRE SPADARO ALL'«AVVENIRE» I CATTOPROGRESSISTI SI LECCANO LE FERITE

Lorenzo Bertocchi per "la Verità"

 

C' era una volta l' uso politico della religione secondo padre Antonio Spadaro. Il direttore de La Civiltà Cattolica, solo una settimana fa, dalle colonne del New York Times, richiamava alla pia devozione i vescovi statunitensi, rei di «usare l' accesso all' eucaristia come arma politica». Del Vangelo secondo Spadaro però 168 vescovi americani non hanno saputo che farsene, probabilmente ritenendolo apocrifo, visto che hanno deciso a larga maggioranza che il documento sulla coerenza eucaristica s' ha da redigere, anche per quei politici cattolici (vedi il presidente Joe Biden) che si dicono tali e poi sostengono politiche contrarie all' insegnamento della Chiesa. È una questione di libertà religiosa.

padre antonio spadaro su la verita padre antonio spadaro su la verita

 

Ancora ieri, nel giorno della grande sberla sul ddl Zan, il gesuita americaneggiava su Twitter: «"Quando il cristianesimo è ridotto a costume, a norme morali, a rituali sociali, allora perde la sua vitalità e il suo interesse esistenziale per gli uomini e le donne del nostro tempo" (monsignor Christophe Pierre, Nunzio apostolico negli Usa)».

 

Sulla legge anti omofobia, la dottrina Spadaro ha fatto un po' il controcanto ai vescovi italiani che, almeno nel comunicato del 10 giugno 2020, scrivevano di non riscontrare alcun vuoto normativo. «Occorre appoggiare norme», cinguettava, invece, uno Spadaro un po' criptico, «che hanno senso difensivo di persone vulnerabili e non abbiano senso offensivo di legittime idee». Probabilmente l' intento del consigliere del Papa era sempre quello di evitare l' uso politico della religione e aprire il mondo cattolico all' inclusione, un po' come il quotidiano dei vescovi, Avvenire.

padre antonio spadaro padre antonio spadaro

 

Nel giugno 2020, infatti, la penna d' elezione per questioni Lgbt, Luciano Moia, intervistava lo stesso Alessandro Zan, esattamente il giorno dopo che era stata pubblicata la già citata nota Cei. Ovviamente l' intervista appare oggi un po' in ginocchio, visto che faceva risaltare le parole del relatore sul fatto che «non sarà una legge bavaglio, né una legge liberticida».

 

Talmente poco liberticida che, infatti, il 17 giugno la Segreteria di Stato vaticana ha fatto pervenire al governo italiano una «nota verbale» in cui si chiede di fare attenzione al testo del ddl Zan in quanto c' è il rischio di veder ridotta la «libertà garantita alla Chiesa cattolica dall' articolo 2, commi 1 e 3 dell' accordo di revisione del Concordato». Qui, di uso politico della religione, a ben vedere, c' è pochissimo, perché la Santa Sede gioca in «punta di diritto», che, potrà anche non piacere, ma è una posizione laica.

mogol francesco sechi padre spadaro mogol francesco sechi padre spadaro

 

Certo, il direttore del quotidiano dei vescovi, Marco Tarquinio, lo scorso 15 aprile, rispondendo proprio a una lettera di Alessandro Zan, sottolineava che il testo ha subito «un' evoluzione indubbia anche se non sufficientemente chiara e ancora insidiosa», in ossequio al diktat che il testo va fatto, sebbene «rimodulato».

 

papa francesco e francesco sechi papa francesco e francesco sechi

Ma l' inclusione del quotidiano dei vescovi non dava troppo spazio a quel manipolo di prelati coraggiosi che, invece, sul ddl Zan le parole chiare le hanno dette. Innanzitutto il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, che in una lettera del giugno 2020 scriveva che «non si può accettare che una legge, perseguendo un obiettivo "ideologico", metta a rischio la possibilità di annunciare con libertà la verità dell' uomo, sia pur con l' obiettivo di prevenire forme di discriminazione contro le quali, come già ricordato, è sufficiente applicare le disposizioni già in vigore».

 

intervista a francesco sechi intervista a francesco sechi

E ieri lo stesso Suetta ha ribadito che quello del Vaticano, con riferimento al Concordato, è un «atto opportuno fatto da chi ha competenza per farlo». Ma tanti altri si sono seduti sulla comoda posizione di dare un colpo alla botte e uno al cerchio, nel nome dell' inclusione e del rispetto della dignità di tutti. Un po' per convinzione, un po' per pavidità.

 

Bisogna però riflettere che l' atto posto dallo Stato del Vaticano nei confronti dello Stato italiano è un fatto storico e in un certo senso unico che cambia le carte in tavola.

Il livello su cui si è spostato il contendere è ben altro di quello dei comunicati o delle lettere pastorali, delle articolesse o dei cinguettii, qui la preoccupazione della Santa Sede è formale e riguarda una materia delicatissima e fondamentale come la libertà religiosa, declinata in questo caso nella libertà di predicazione e di educazione.

 

la benedizione a francesco sechi la benedizione a francesco sechi

Tutti coloro che fino a ieri martellavano sui ponti da gettare, e sui cui spesso trascinavano anche oltre la sua volontà il Papa, dovranno fare i conti con questa laicissima presa di posizione a cui Francesco ha dato il suo placet. Ricordiamo che tra le cose che urtano la libertà di predicazione e educazione ci sono anche passaggi del Catechismo o delle Scritture o atti del Magistero che forse qualcuno all' interno della Chiesa mal digerisce, ma su cui lo Stato del Vaticano ha chiesto conto al governo italiano affinché venga rispettata la libertà religiosa.

 

La pastorale, per quanto inclusiva e dialogante con tutti, vede tracciarsi davanti una sottile linea rossa invalicabile. Da ieri, quelli che avendo da eccepire sulle derive liberticide del ddl Zan venivano trattati da cripto-omofobi, impresentabili, hanno un paio di alleati in più per sostenere le loro idee. Per quanto la linea del «troncare e sopire» ora venga messa in atto dalle regie mediatico-curiali, con ampio utilizzo del «non affossare», ma «rimodulare», il ddl Zan, se non è morto, è gravemente ferito.

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