dispersione scolastica

SPROFONDO SUD - NEL MERIDIONE UNO STUDENTE SU TRE E’ VITTIMA DI DISPERSIONE SCOLASTICA: O NON CONCLUDE GLI STUDI O LI FINISCE MA CON CONOSCENZE SCADENTI - PESANO LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE DI MOLTI GENITORI A SOSTENERE GLI STUDI DEI FIGLI: DOVE C'È MENO OCCUPAZIONE E MENO RICCHEZZA, SI FATICA ANCHE A GARANTIRE IL DIRITTO ELEMENTARE ALL'ISTRUZIONE…

Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”

 

SCUOLA

Viene in mente la scena di Paolo Villaggio, alias maestro Sperelli, che nel film «Io speriamo che me la cavo» va a raccattare alunno per alunno tutti i suoi piccoli studenti che bigiano la scuola per lavorare o bighellonare. Quella fotografia di un piccolo paese del Sud, in chiave cinematografica, trova ahinoi riscontro nella realtà, dato che tuttora in molte regioni del Meridione uno studente su tre è vittima, o meglio protagonista, di dispersione scolastica: tradotto in termini pratici, significa che o non termina gli studi della scuola superiore, fermandosi prima (dispersione scolastica esplicita), oppure li finisce ma con conoscenze degne di uno studente di scuola media (dispersione scolastica implicita).

 

E anche alla fine della terza media la situazione è grave, con circa il 30 per cento dei ragazzi al Sud che non hanno conoscenze sufficienti in italiano, matematica e inglese.

Come risulta da uno studio Invalsi firmato da Roberto Ricci, il fenomeno raggiunge vette preoccupanti soprattutto nelle isole, in Sicilia e Sardegna, con una dispersione scolastica rispettivamente del 37% (di cui il 24% abbandona fisicamente la scuola) e del 37,4% (qui è circa il 23% a lasciare anzitempo i banchi). Ma anche le altre regioni del Sud vantano numeri sconfortanti: in Campania la dispersione scolastica è al 31,9 (di cui il 20% smette di studiare), in Calabria è al 33,1 (di cui la metà non studia più, l' altra metà continua a studiare ma senza capirci troppo), in Puglia al 26,8, in Basilicata al 25,7.

scuola

 

QUADRO COMPLESSIVO

Si tratta di cifre ancor più allarmanti se rapportate alle regioni del Nord, dove la dispersione scolastica, esplicita e implicita, è molto più bassa: in Veneto e nella Provincia autonoma di Trento, ad esempio, è intorno al 10%. E questo in un quadro complessivo in cui tutto il sistema scolastico nazionale arranca: l' abbandono effettivo dei banchi riguarda il 14% degli studenti in Italia, quartultima performance in Europa dietro Romania, Malta e Spagna.

 

C'è da preoccuparsi? Sì, e molto. Ma c'è anche da provare a capire le cause, senza limitarsi a compiangersi o ad additare il Meridione come zavorra d' Italia. Sull' abbandono scolastico anticipato a Sud pesano evidentemente le difficoltà economiche di molti genitori a sostenere gli studi dei figli: dove c'è meno occupazione e meno ricchezza, si fatica anche a garantire il diritto elementare all' istruzione.

 

scuola

Ma pesa anche un' immagine della scuola come realtà scollata dal mondo lavorativo: continuare a studiare a Sud viene percepito in molti casi come una perdita di tempo; il legame tra istruzione e avviamento al lavoro qui è debolissimo, e i canali migliori per accedere alla professione, attraverso vie lecite o illecite (il lavoro nero), sono considerati altri.

 

A ciò si aggiunga che lo stato di necessità in cui versano diverse famiglie a Sud induce molti giovani a cercare subito dei lavoretti, anche attraverso il sommerso, pur di portare un po' di soldi a casa e contribuire all' economia domestica.

 

Il problema però riguarda più in generale una questione culturale: in alcune regioni del Sud quello allo studio viene considerato ancora solo come un dovere e non come un diritto da rivendicare. Se la scuola è dell' obbligo, lo stesso studio viene inteso come un obbligo imposto agli studenti loro malgrado, anziché come un' opportunità per crescere, diventare cittadini maturi e migliorare in futuro le proprie condizioni economiche. Il diritto di studio diventa un po' come il diritto di voto: qualcosa che si può benissimo non esercitare, preferendo astenersi.

DISPERSIONE SCOLASTICA

 

Da ultimo, c' è un problema che riguarda la qualità della classe insegnante: perché, se in Calabria il 16% degli studenti prende il diploma senza riuscire a capire un libretto di istruzioni, e se addirittura uno studente calabrese e siciliano su due - come emerge dai risultati dell' ultima prova Invalsi - finisce gli studi con grossi problemi in italiano, qualcosa non funziona anche in chi dovrebbe fornire loro strumenti e contenuti di apprendimento. Non che i docenti a Sud siano più scarsi, ma forse hanno meno risorse, meno strutture adeguate e meno formazione specifica per offrire un' istruzione di livello.

 

MANCATE ISCRIZIONI

DISPERSIONE SCOLASTICA

A questo triste scenario sulla dispersione si aggiungono i dati relativi alla desertificazione, cioè alla mancata iscrizione a scuola. Il quadro qui è drammatico sul piano nazionale: nell' anno scolastico 2019-20 risultano iscritti circa 70mila alunni in meno rispetto all' anno precedente, e addirittura 188mila in meno in confronto al 2015. La colpa è soprattutto della crisi demografica che fa nascere meno bambini e quindi meno studenti: a culle vuote corrispondono inevitabilmente aule vuote.

 

Però anche qui i picchi negativi si registrano a Sud che perde 48.570 studenti (il 70% del totale nazionale) rispetto al 2018-19, con la Basilicata fanalino di coda. E ciò si può leggere nell' ottica dell' emigrazione interna al Paese: per le mancate occasioni di lavoro a Sud molte famiglie continuano a spostarsi al Nord, trascinandosi dietro i figli. Lo spaccato è sconfortante: o il Sud perde i suoi giovani, oppure questi si disperdono rimanendo. L' istruzione si è fermata a Eboli.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…