sputnik vaccino russo vladimir putin

SPUTNIK IN UN OCEANO – LA PRODUZIONE DEL VACCINO RUSSO IN ITALIA FA INCAZZARE I VERTICI DELL’UE. L’INTESA NON CAMBIA LA STRATEGIA DI IMMUNIZZAZIONE, ANCHE PERCHÉ PER SOMMINISTRARLO SERVE IL VIA LIBERA DELL’EMA PRIMA E POI DELL’AIFA - PUTIN NON RIESCE A PRODURRE DA SOLO LE DOSI CHE HA PROMESSO IN GIRO PER IL MONDO E QUINDI FA SCOUTING TRA I PRIVATI. E SI FA BELLO CON I CITTADINI EUROPEI (LA PROPAGANDA RUSSA MASSACRA PFIZER E ASTRAZENECA DI FAKE NEWS)

il vaccino russo

1 - UE E MOSCA, TENSIONE SU SPUTNIK È UN CASO LA PRODUZIONE IN ITALIA

Fabrizio Dragosei per il "Corriere della Sera"

 

Ue e Russia ai ferri corti sullo Sputnik, mentre l' Italia sarà quasi certamente il primo Paese europeo a produrre il vaccino russo. L' Unione Europea per ora fa i conti senza il farmaco di Mosca, puntando invece sui prodotti occidentali.

charles michel con il suo portavoce 1

 

E il presidente del Consiglio europeo Michel liquida come «operazioni molto limitate ma fortemente pubblicizzate» quelle annunciate dai russi, come, forse, la licenza concessa all' azienda italiana. Licenza della quale anche il nostro governo non sapeva nulla. Tanto il ministero per lo Sviluppo economico che quello degli Esteri hanno fatto sapere di non essere stati informati in anticipo.

MEME SUL VACCINO RUSSO

 

L' iniziativa russa di mettere un piede dentro la Ue tramite la fabbrica italiana sembra dunque aver creato qualche problema a livello politico.

 

E sono scintille tra l' Ema e il Fondo statale russo che commercializza lo Sputnik. Lo avrebbe capito chiunque che parlare di «roulette russa» a proposito del vaccino di Mosca avrebbe scatenato un putiferio.

 

vladimir putin

E così è stato: la frase pronunciata dalla presidentessa dell' Ema è stata presa molto male in Russia dal portavoce di Putin: «Una affermazione scorretta», ha detto Dmitrij Peskov, mentre il Fondo ha chiesto le scuse ufficiali.

 

A poco è servita una spiegazione fornita non dall' Ema ma dall' agenzia austriaca per la Sanità, di cui Christa Wirthumer-Hoche è capo dal 2013. Si tratta di un equivoco, dicono gli austriaci, la frase «riguardava il fatto che un ampio uso del vaccino senza sufficienti dati su sicurezza, qualità ed efficacia sarebbe una negligenza». La signora «non si riferiva alla sicurezza dello Sputnik».

coronavirus, il vaccino russo

 

Dall' Ema è venuta invece la precisazione che qualsiasi decisione si baserà su dati scientifici e non sarà viziata da fattori politici come temono a Mosca. Ad Amsterdam precisano che l' esame dei dati «continuerà fino a quando non saranno disponibili prove sufficienti per la domanda formale di autorizzazione all' immissione in commercio».

 

Ma quando avverrà? I tempi appaiono ancora lunghi e proprio per questo l' Ema viene criticata da più parti. Secondo indiscrezioni, una missione di tecnici partirà per Mosca solo ai primi di aprile per controllare i siti produttivi russi. Poi, chissà.

 

FRANCESCO DI NARO

Nel frattempo lo Sputnik viene realizzato anche in molti altri stabilimenti, dall' Argentina all' India. A fine mese entrerà in funzione una fabbrica in Bielorussia.

 

Lunedì è stata annunciata l' intesa con la società brianzola Adienne (con sede legale in Svizzera) che sfornerà a partire da luglio dieci milioni di dosi entro il 2021. I russi stanno trattando anche con altre aziende italiane, francesi, tedesche, spagnole e austriache. Il presidente del Fondo Dmitriev dice di aver costituito con 10 Paesi un partenariato per la produzione. In Russia le dosi prodotte sono state almeno 14 milioni.

 

Dmitriev afferma che l' obiettivo è un miliardo entro il 2021 e che il farmaco è stato richiesto da 46 Paesi, con una popolazione di 1,2 miliardi; secondo solo al vaccino Pfizer. Questo per lo Sputnik. Ma è iniziata la produzione anche del vaccino scoperto a Novosibirsk (EpiVacCorona).

 

 

adienne

2 – IL GIALLO DELLO SPUTNIK DA PRODURRE IN ITALIA LA PROPAGANDA RUSSA FA ESULTARE LA LEGA

Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per "la Repubblica"

 

Da alcune settimane bussano alle porte delle più importanti aziende farmaceutiche italiane dei signori con una valigetta in mano: portano dépliant di un vaccino, le istruzioni per realizzarlo e la promessa di una valanga di denaro.

 

adienne 1

Questi signori si presentano come emissari di Krill Dmitriev, l' amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund, il Fondo sovrano del Cremlino. Stanno cercando laboratori disponibili a produrre lo Sputnik V, il vaccino russo non ancora approvato dall' Agenzia del farmaco europea (Ema). Non sono millantatori, sono uomini del governo di Mosca che lavorano a un' operazione su vasta scala seguita personalmente dal presidente Vladimir Putin. E quei laboratori li hanno trovati: uno almeno, forse tre ditte pronte a produrre Sputnik in Italia.

 

coronavirus somministrazione vaccino sputnik v in russia 2

In quelle valigette ci sono però due interessi, enormi, della Russia. Il primo è dimostrare all' Occidente la forza del loro Paese in un momento delicatissimo nella lotta alla pandemia, con gli Stati Ue che chiedono vaccini e i fornitori americani in affanno costretti a tagliare le consegne. L' operazione di colonizzazione dell' Europa è studiata nei particolari, ed è cominciata consegnando lo Sputnik al piccolo stato di San Marino.

 

Il messaggio rivolto ai cittadini dell' Unione è chiaro: mentre le multinazionali occidentali continuano a non rispettare gli impegni di consegna, ci sono i russi pronti a offrire le dosi. In quest' ottica va letta l' imponente campagna di disinformazione sull' efficacia dei vaccini Astra-Zeneca, Moderna e Pfizer condotta da apparati della propaganda russa (anche se il Cremlino ha smentito un ruolo di regia in questa vicenda) raccontata nei giorni scorsi dal Wall Street Journal e documentata dai servizi di intelligence statunitensi.

sputnik

 

Il secondo interesse del governo di Putin nella «diplomazia dei vaccini» ha a che fare con i contratti di fornitura che ha firmato con i Paesi del continente africano. Non avendo capacità produttiva sufficiente sul proprio territorio per soddisfare la richiesta, sta facendo scouting tra i siti privati che hanno a disposizione bioreattori compatibili con lo Sputnik, saltando ogni contatto con i governi. Se volesse vendere il prodotto secondo canali ufficiali dovrebbe prima avere l' autorizzazione dell' Ema.

 

sputnik V

E per ottenerla dovrebbe aprire le porte dei propri laboratori agli ispettori Ue. Se, invece, e qui si capisce il senso dell' operazione del Cremlino, stabilimenti europei dovessero cominciare a produrre autonomamente quelle fiale, per avere l' ok basterà andare a Monza, dove ha sede la Adienne Srl, che ieri ha annunciato di aver firmato un accordo per produrre a luglio lo Sputnik (10 milioni di dosi entro l' anno). Oppure nel Lazio, o ancora, nel Salento dove si trovano altre aziende che sono state contattate per produrre dosi destinate a Paesi africani.

 

ursula von der leyen e vladimir putin

Resta però la fattibilità. Perché se una certa politica - la Lega, su tutte e più in generale il centrodestra esultano - Palazzo Chigi non nasconde la sua irritazione: nulla sapeva prima dell' annuncio. Perché non era previsto: Ema non ha autorizzato. Se mai dovesse mai essere prodotto in Italia il Governo si troverebbe in un cortocircuito: approvare l' export o bloccarlo come con Astrazeneca?

 

C' è poi un ulteriore elemento, cruciale. Ieri la Camera di commercio italo-russa, l' ente milanese privato che ha annunciato l' intesa con l' Adienne, ha fatto intendere che tutto fosse stato fatto in accordo con la Farnesina. A Repubblica però non risulta che sull' operazione Sputnik sia stata fornita alcuna esplicita approvazione da parte dell' ambasciata italiana a Mosca, che si è limitata a mettere in contatto gli italiani con il fondo russo per possibili investimenti. Ma non in ambito vaccini.

il secondo vaccino russo epivaccorona

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…