STUDIARE È DIVENTATO UN LUSSO PER RICCHI - A MILANO I FUORISEDE PROTESTANO PER GLI AFFITTI ALLE STELLE: "NON POSSIAMO PIÙ TOLLERARE I COSTI ESORBITANTI". NEL CAPOLUOGO LOMBARDO UNA STANZA SINGOLA COSTA ALMENO 620 EURO, MENTRE A ROMA, LA SECONDA CITTÀ PIÙ CARA, CE NE VOGLIONO 465 - L'UNIONE DEGLI UNIVERSITARI PROPONE DI ALLARGARE LA PLATEA DI CHI OTTIENE GLI ALLOGGI UNIVERSITARI…

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Simona Buscaglia per “la Stampa”

 

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«Sembra assurdo ma sono fortunato: pago 313 euro al mese (escluse le utenze) per un letto in una stanza doppia. Con le spese arrivo a oltre 400 euro, ma sono tra quelli che spende meno». Il 21enne Federico Azzalin, studente di Storia alla Statale di Milano, sorride amaro. Del resto la città, secondo uno studio di Immobiliare. it, è la più cara d'Italia per gli affitti ai fuorisede: una singola costa almeno 620 euro (8,2% in più rispetto al periodo pre pandemia) e un posto in doppia circa la metà. Lo stacco è evidente con la seconda in classifica: a Roma per una stanza ci vogliono 465 euro.

 

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Secondo il rapporto seguono poi Padova e Firenze, dove per una singola costano poco più di 450 euro e Bologna che arriva a 447 euro. A Torino e Venezia "bastano" 360 euro. Rafael Planells, 21enne spagnolo studente di Filosofia alla Statale, da un mese vive sul divano di alcuni amici in attesa di trovare una casa: «Con l'aggiornamento Istat è stato rivalutato il canone dell'appartamento dove abitavo e avrei dovuto pagare 600 euro per una singola nella zona periferica di Bande Nere. L'angoscia di non avere un tetto sopra la testa è incredibile e le lezioni sono cominciate già a metà settembre. In questi giorni però dovrei firmare un contratto per una casa che dividerò con degli amici».

 

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Sono molti i ragazzi che scelgono Milano, che dispone di ben otto università, come città per studiare. Secondo un dossier pubblicato a fine 2021 dall'Unione degli universitari (Udu), gli iscritti agli atenei lombardi sono quasi 300 mila, a quelli milanesi sono oltre 200 mila e gli studenti fuori sede in città sono circa 66 mila. I posti negli studentati, denuncia sempre Udu, sono però insufficienti: «La Lombardia dispone di 8.758 posti letto nell'ambito del Diritto allo Studio: meno di un fuorisede su dieci ha la possibilità di trovare posto negli alloggi universitari».

 

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Per questo ieri gli studenti hanno protestato davanti alla sede del consiglio comunale: «Il nostro diritto allo studio è diventato un privilegio, non possiamo più tollerare costi esorbitanti di affitti e caro bollette - spiega Giovanni Colombo del Coordinamento universitario Link - Chiediamo più canone concordato e più studentati pubblici».

 

Un canone concordato, cioè un contratto con prezzi calmierati per gli inquilini e agevolazioni fiscali per i proprietari, esiste da tempo e permette un risparmio intorno al 30-40% rispetto a quello sul mercato libero: «Per molti anni non l'abbiamo visto di buon occhio perché queste locazioni dovevano sottostare a canoni inferiori rispetto a quelli di mercato - spiega l'avvocato Arnaldo Cogni, presidente di una sede milanese dell'Associazione dei Piccoli Proprietari di Case -.

 

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Poi anche grazie all'amministrazione comunale che ha rivisto le fasce di prezzo nel 2019, è stato reso, in qualche caso, più appetibile per i proprietari, che possono trovare in questo tipo di contratto una valida alternativa: sono svincolati dalla durata del 4+4, permettono l'affitto di una sola stanza a uno o più studenti per una durata limitata, e beneficiano della cedolare secca agevolata al 10% se attestati dalle associazioni o sindacati di categoria». Il patrimonio immobiliare milanese però continua ad avere «un problema di sommerso che potrebbe riguardare, secondo alcune stime, un terzo del complessivo locato» aggiunge Cogni.

 

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Il problema del caro affitti per gli studenti non è sconosciuto ai rettori degli atenei. «A Milano molti sono fuori sede che non riescono a trovare un posto letto - spiega il rettore della Statale Elio Franzini -. Non si riesce a coprire nemmeno il fabbisogno di coloro che ne hanno diritto in quanto soggetti a basso reddito». Il rettore del Politecnico Ferruccio Resta aggiunge: «È un tema che ci preoccupa: noi abbiamo circa 7 mila domande ogni anno per l'alloggio e al momento abbiamo 2 mila posti».

 

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Che il problema sia centrale l'ha ammesso lo stesso sindaco Beppe Sala: «Se vogliamo che Milano sia una città aperta agli studenti dobbiamo lavorare sulle residenze». Il primo cittadino sottolinea che ci sta lavorando e cita, tra gli altri, i progetti che vedranno uno studentato da 1.092 posti per il Politecnico al campus X e uno da 1.400 posti previsto nel villaggio olimpico dopo i giochi invernali del 2026.

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