urban climbers torino

TE LA DO IO LA SCALATA! - L'INCREDIBILE VICENDA DI TRE "URBAN CLIMBERS", CIOÈ DEI MATTI CHE SALTANO IN CIMA AI PALAZZI DELLE CITTÀ SCALANDOLI A MANI NUDE DALL'ESTERNO: MENTRE TENTAVANO DI ARRAMPICARSI SULL'EDIFICIO DI INTESA SANPAOLO A TORINO, SI SONO IMBATTUTI IN UN VIGILANTE CHE HA TIRATO FUORI LA PISTOLA - UNO DI LORO HA RIPRESO TUTTO: IL PANICO, LA FUGA, IL TENTATIVO DI PLACCAGGIO E… - VIDEO

 

Lodovico Poletto per “La Stampa

 

i tre urban climbers sul grattacielo a torino 9

Prima un po' di vocabolario. «Urban climbers» sta per scalatori urbani, cioè gente sale in cima ai grattacieli passando dall'esterno. Dalla facciata. Come se fosse la parete est del Cervino, ma senza adoperare chiodi e corde.

 

Parkour: disciplina sportiva fatta di corse, scalate, salti. Ma sempre in città. Tentando di arrivare in cima ai palazzi più alti. Fortuna: ecco, quella è fondamentale, per portare a casa la pelle. Sana a e salva. E non farsi denunciare, specialmente se l'impresa fallisce.

 

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Questa è la storia di tre ragazzi - due francesi e un inglese (ovviamente c'è anche un italiano, Emalloru: è uno youtuber che li ha filmati e ha messo in rete il video) che hanno tentato di salire in cima al grattacielo Intesa Sanpaolo, con gli scarpini ultra aderenti ai piedi, così da ottenere il massimo dell'attrito sulle lastre di vetro e sulle lamiere, e la Gopro montata strategicamente sul berretto così da riprendere tutto. Ma proprio tutto. Anche gli imprevisti.

 

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I nomi? Ci sono anche quelli. Adam è l'inglese, matto per il parkour ma pure ottimo scalatore. Poi c'è Alexis e infine Leo, 22 anni, entrambi di Parigi. Leo è «La celebrità» - in patria ma non soltanto - di quel mondo. E la fama se l'è conquistata scalando le pareti di vetro dei grattacieli più alti in giro per l'Europa.

 

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A Torino sono arrivati qualche tempo fa e sono andati all'assalto del grattacielo Intesa Sanpaolo. Prove generali, telecamere puntate, gente con il naso all'insù sul prato proprio di fronte al Palazzo di giustizia.

 

La storia è breve. Ma il video è impressionante. Primo tratto superato in verticale, sulle lamiere, alla velocità di Spiderman. «Poi decideremo se raggiungere le finestre di vetro attraverso le scale interne, oppure continueremo da fuori. Vediamo come va» dicono ai microfoni dello youtuber. Adrenalina. Si entra nel palazzo.

 

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Scale. Una, due tre rampe di corsa. Poi, il primo della fila - la celebrità - s'inchioda. Sulle scale, su trova muso a muso con un sorvegliante. Che, certo, lo aveva già visto (anzi, li aveva già visti tutti e tre), durante le prove. Dura un attimo. Il sorvegliante incrocia il ragazzo e tira fuori la pistola.

 

Un'automatica. Potrebbe finire malissimo. I ragazzi si inchiodano. Chi vigila parla italiano: gli altri inglese e francese. Capirsi è impossibile. Ecco cosa intendeva Leo, quando spiegava la paura: «Chi va a lavorare pensa alla pensione, noi ovviamente con la morte dobbiamo farci i conti».

 

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Ma trovarsi davanti al naso la canna di una pistola è un'altra storia. «Call the police» dicono i ragazzi, chiama la polizia, all'insegna del meglio un brutto processo che un bel funerale. L'agente insiste: «Scendete, scendete».

 

Chi abbia avuto più paura in quei momenti non è stato documentato. Poi i ragazzi si voltano e iniziano la discesa. L'agente li segue, sempre con l'arma in pugno. Tre o quattro scalini dopo loro.

 

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Il finale è a sorpresa. La porta a vetri si spalanca. Alexis si sfila gli scarpini. Tempo di prendere un respiro lungo e i tre partono di corsa, verso il prato. Un rinforzo del vigilante tenta il placcaggio, ma si schianta sugli autobloccanti.

 

L'ultima immagine è per Leo che scappa via, con una smorfia che sa di sberleffo, oppure di pericolo scampato. Bisognerebbe chiederglielo. Ma quelli non lasciano in giro numeri di telefono e se li cerchi su internet trovi soltanto altre imprese in Francia, in Inghilterra.

 

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Oppure un'ampia citazione per Adam - l'inglese - beccato mentre passeggia a 30 metri d'altezza. Sullo stadio di San Siro, a Milano. «Missione fallita». Magari torneranno. Oppure, chissà, tenteranno da un'altra parte, ma sempre a Torino.

 

Qui, però, l'unica montagna di vetro e di acciaio che resta da scalare è la torre della Regione Piemonte. Ma non sarebbero comunque così originali. Qualche anno fa era saltata fuori una banda di ragazzotti, matti per il parkour, che di notte entrava nel cantiere, bigiava la sorveglianza, faceva di corsa le scale e andava lassù, in cima, dove c'è soltanto una travatura in putrelle in acciaio su cui passeggiare. E scattare selfie. Sognavano la notorietà di Leo sul web. Hanno smesso, si dice. Ma chissà se è davvero così.

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