TERREMOTI DI CLASSE – IL SISMA DEL NEPAL IN CALIFORNIA AVREBBE CAUSATO POCHI DANNI – I PRINCIPALI RESPONSABILI DEL GRAN NUMERO DI VITTIME SONO IL SOVRAFFOLAMENTO, L’ASSENZA DI CRITERI ANTISISMICI E LA CATTIVA COSTRUZIONE. INSOMMA, LA POVERTÀ

“Spesso non si tiene conto del rischio sismico per avidità o per incapacità. Così terremoti di magnitudo simile provocheranno stragi nel mondo povero, centinaia di morti dalle nostre parti e solo qualche cornicione abbattuto in California. Anche i terremoti sono di classe”… -

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Mario Tozzi per “la Stampa

 

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I terremoti non sono infrequenti sulla Terra, tutt’altro: ogni anno il pianeta è colpito da centinaia di migliaia di sismi di magnitudo superiore a 3. Ma solo in alcune regioni, e in particolari condizioni, le vittime sono così tante. Perché? Molto dipende dal tipo e dalle caratteristiche intrinseche del terremoto: 7,9 Richter è una magnitudo tremenda, paragonabile ai terremoti giapponesi, cinesi e californiani, però l’ipocentro è stato superficiale (circa 11 km) e perciò gli effetti più devastanti.

Ma i principali responsabili del gran numero di vittime sono sempre gli stessi: sovraffollamento, assenza di criteri antisismici e cattiva costruzione. Nonostante il rischio sismico fosse elevatissimo e conosciuto, con decine di migliaia di morti nel secolo scorso, l’estrema povertà del Nepal e l’inesistente amministrazione hanno consentito di costruire senza alcun criterio antisismico anche laddove si è utilizzato cemento armato.

 

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 A questo va aggiunto il cosiddetto effetto-sito, ben chiaro nelle immagini in cui si vedono palazzine ancora integre però basculate su un lato: qui sono i terreni di fondazione a fare la differenza liquefacendosi e facendo perdere di stabilità all’intera costruzione. Ma la maggior parte della popolazione ha costruito in legno o muratura povera, senza alcuna regola e, soprattutto, in modo troppo affastellato, lasciando strade tanto strette da restare completamente ingombrate dalle macerie.

 

Non si tratta di un caso isolato, come dimostra il terremoto di Haiti del 2010: questa è la regola delle aree metropolitane del mondo povero, che raccolgono la maggior parte della popolazione. All’inizio si scartavano le zone pericolose sulla base di un’antica memoria tramandata, per esempio evitando i terreni paludosi, dove gli effetti del terremoto si amplificano. Nel terzo millennio decine di milioni di persone vivono attorno agli antichi nuclei colonizzando con costruzioni fatiscenti i siti una volta scartati. Così può accadere che rimangano in piedi vecchie case accanto a palazzi moderni distrutti.

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Le grandi città attraggono senza sosta milioni di disperati nullatenenti dalle campagne di tutto il mondo, gente che non ha posto migliore per insediarsi che non i terreni meno idonei. Dove sorgono favelas e slums si concentreranno i danni e i morti dei terremoti del futuro, che proprio lì faranno sempre più vittime e danni sempre più gravi. 


Dal tremendo terremoto indonesiano del 2004 a oggi alcuni sismi ravvicinati di magnitudo superiore a 8 hanno squassato la Terra in misura maggiore che in passato (Sumatra 2004 e 2007, Alaska 2008, Haiti 2010, Cile 2010, Giappone 2011), tanto che alcuni scienziati ritengono che i grandi terremoti in qualche modo si autoalimentino, generando sequenze sismiche di una quindicina di anni. 

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Potremmo essere all’interno di una di queste sequenze (come già accadde negli Anni Sessanta), ma, al di là di questo, ormai sappiamo che le catastrofi naturali non esistono, esiste solo la nostra nota incapacità di tenere conto del rischio naturale ovvero la possibilità di conoscerlo molto bene e fare comunque finta di nulla per avidità o per incapacità. O anche per l’assoluta mancanza di risorse e per la perdita di memoria. Così terremoti di magnitudo simile provocheranno stragi nel mondo povero, centinaia di morti dalle nostre parti e solo qualche cornicione abbattuto in California. Anche i terremoti sono di classe.

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