oligarchi russi assassinati

TIRO ALL’OLIGARCA – NEGLI ULTIMI TRE MESI SEI MILIARDARI RUSSI, MOLTI DEI QUALI LEGATI AL SETTORE ENERGETICO, SONO MORTI IN CIRCOSTANZE MISTERIOSE: TUTTI I CASI SONO STATI RUBRICATI COME SUICIDIO, NONOSTANTE LE CIRCOSTANZE CONDUCANO A  CONCLUSIONE DIVERSE – LE LORO MORTI SAREBBERO UN SEGNALE DEL DISTACCO DI PUTIN DAI MEMBRI DELLA CLASSE DIRIGENTE RUSSA - MA COSA COLLEGA LE VITTIME?  FORSE...

leo shulman

Flavio Pompetti per “il Messaggero”

 

Il primo è stato Leonid Shulman, capo della sezione Trasporti della Gazprom, il gigante energetico russo. Il 30 gennaio di quest' anno è stato trovato morto nel bagno della sua abitazione, con delle escoriazioni sul polso destro. Accanto al corpo c'era una nota nella quale l'uomo lamentava l'insopportabile dolore alla gamba che aveva subito una frattura mesi prima, e sul bordo della vasca da bagno c'era un pugnale, troppo lontano dal cadavere per concludere che fosse stata usata da lui stesso per togliersi la vita. 

 

Sergey Protosenya

Nonostante questo, il referto della polizia moscovita recita: suicidio. L'ultimo è stato il multimiliardario Sergej Protosenya, morto impiccato in una villa che aveva affittato sulla Costa Brava per celebrare le festività pasquali con la sua famiglia. La polizia spagnola sospetta che l'imprenditore 53enne abbia ucciso a colpi d'ascia la moglie e l'amatissima figlia tredicenne in un impeto d'ira prima di togliersi la vita. Ma sul suo corpo non c'erano tracce di sangue, e l'ascia era stata impugnata da una mano protetta da una sorta di guanto, in modo da non lasciare impronte digitali. Negli ultimi tre mesi sei oligarchi russi sono morti in circostanze misteriose.

 

Quattro di loro erano dirigenti della Gazprom. Tutti i casi sono stati rubricati come suicidio, nonostante l'evidenza di fatti che sembrano condurre a una diversa conclusione. L'incoerenza non è nuova: in Russia la percentuale delle armi circolanti rispetto alla popolazione è pari al 10% di quelle presenti negli Usa, ma il numero di omicidi a fine 2021 è stato quasi identico, intorno ai 20mila. Le autorità nascondono il dato dichiarando una buona parte di questi decessi «suicidi».

Sergey Protosenya con la moglie

 

Le morti violente degli oligarchi in un periodo così breve e così a ridosso della guerra, generano però il sospetto che ci sia in gioco questa volta un elemento nuovo, e che le sparizioni siano un segno dello scollamento in corso tra Vladimir Putin e i membri della classe dirigente russa, molti dei quali sono stati colpiti dalle sanzioni economiche imposte dai paesi occidentali.

 

alexander tyulakov

IL NUMERO DUE 

Un mese dopo la morte di Shulman, uno dei vicepresidenti di Gazprom, Alexander Tyulakov, è morto impiccato nello stesso quartiere moscovita di Leninskij, nel garage della sua dacia. Tre giorni dopo, il 28 di febbraio, è stata la volta Mikhail Watford, nato con il nome Toltosheya nel '55 in quella che era al tempo l'Ucraina sotto il regime sovietico. Il tycoon si era trasferito a vivere in Inghilterra dopo la morte nel 2013 del suo amico, l'oligarca Boris Berezovsky, che Watford riteneva essere stato assassinato dai servizi russi.

 

MIKHAIL WATFORD

 Negli ultimi due anni lui stesso diceva di essere entrato nelle mire omicide di Putin, e di recente la crescente paura lo aveva spinto a rinforzare i sistemi di sicurezza della sua villa da 23 milioni di dollari, nella ricca contea di Surrey a sud di Londra. Il giardiniere l'ha trovato impiccato ad una trave del garage, mentre il resto della famiglia, moglie e bambini, sono stati risparmiati. È andata peggio all'inizio di marzo al proprietario della società di servizi sanitari Medstom, Vasily Melnikov.

 

vladislav avayev

Era appena tornato da una vacanza familiare alle Maldive, destinazione improbabile per chi pianifica un massacro. Eppure i suoi due figli di dieci e quattro anni sono stati accoltellati nella dacia in prossimità di Nizhny Novogord, prima che la stessa arma gli togliesse la vita. Il copione si è ripetuto il 18 di aprile nell'appartamento moscovita del vice presidente della Gazprombank Vladislav Avayev, questa volta con l'uso di una pistola di ordinanza dell'Fsb, l'agenzia spionistica che ha rimpiazzato il Kgb. 

 

Avayev era a conoscenza dei movimenti finanziari dei potenti moscoviti, inclusi forse quelli dello stesso Putin. C'è un filo rosso che collega queste morti, oltre all'evidente traccia di sangue che hanno lasciato, e che pesa sui sogni dell'élite russa? Forse dietro la compattezza dei sondaggi, che attribuiscono alla campagna militare in Ucraina l'80 dei consensi tra la popolazione, il presidente russo è impegnato su un fronte interno di misteriosa, per quanto micidiale violenza.

vasily melnikov

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…