TOCCATE TUTTO AI LIVORNESI, MA NON IL CACCIUCCO! - GUAI A CHIAMARE LA ZUPPA SIMBOLO DELLA CITTÀ TOSCANA "BRODETTO DI PESCE" O "CACIUCCO" CON UNA SOLA C, POTRESTE RISCHIARE IL LINCIAGGIO - ANCHE IL VINO DA ABBINARE AL PIATTO È AL CENTRO DI UNA CONTESA, TRA I "PURISTI" CHE PRETENDONO IL ROSSO (PIU' PRECISAMENTE IL CHIANTI) E CHI INVECE SOSTIENE CHE IL PESCE VADA ACCOMPAGNATO ESCLUSIVAMENTE DAL VINO BIANCO - UNA COSA È CERTA: PER PREPARARE IL CACCIUCCO, BISOGNA SEGUIRE DELLE REGOLE MOLTO RIGOROSE, COME IL...

Estratto dell'articolo di Morello Pecchioli per “La Verità”

 

cacciucco alla livornese. 1

Attenti signori veneti che vi mangiate le doppie (la mama, la bisteca, el leto…) e fate tappa a Livorno per gustare il vero cacciucco, piatto sacro alla patria labronica. Vi suggeriamo di allungare bene le labbra al momento della comanda e ordinare un «cacciucco», […]

 

Togliere al piatto leggendario una «c» equivale, per un livornese, a togliere l’onore a qualcuno di famiglia. È una mutilazione inconcepibile. Come privare il Davide di Michelangelo degli attributi. […] E stiano attenti gli adriatici a non chiamarlo «brodetto di pesce». Passi zuppa, ma brodetto proprio no. Il brodetto appartiene alla costa italica dove sorge il sole e ha gli stessi rosei colori dell’aurora. Il cacciucco è tramontano, ha nelle vene il rosso fuoco del sole che va giù nel Tirreno.

 

cacciucco alla livornese. 4

C’è una terza possibile offesa al cacciucco e riguarda il vino da abbinargli. Bianco o rosso? Su questo punto, anche a Livorno, i pareri si dividono. I duri e puri pretendono il rosso e, più precisamente, il Chianti, gli eno-equazionisti (pesce uguale vino bianco) no. […]

 

Così come la città tirrenica nacque da un melting pot di razze alla fine del Cinquecento, quando Ferdinando I de’ Medici emanò le «Livornine», una serie di privilegi con cui si invitavano «mercanti di qualsivoglia nazione, levantini, ponentini, spagnuoli, portughesi, greci, todeschi et italiani, hebrei, turchi, mori, armeni, persiani et altri» a popolare il borgo con le garanzie di libertà religiosa ed economica, così è il cacciucco: un melting pot di pesci che parlano lingue ittiche diverse ma stanno bene insieme per l’ultimo tuffo nel pentolone di brodo ben aromatizzato.

 

cacciucco alla livornese. 3

Nella quale marmitta nuotano - si fa per dire - pesci da zuppa rigorosamente con la lisca: triglia, gallinella, scorfano, il bruttissimo pesce prete, la tracina, il cappone di mare; crostacei: mazzancolle, cicale di mare, gamberi; pesci da taglio: palombo, grongo, gattuccio; pesci e molluschi di scoglio o di sabbia: calamaro, polpo, seppia, cozze, arselle, vongole. […] Il nome è di origine turca: cacciucco deriva da küçük, parola che indica una mescolanza di pesci piccoli. Quanti di loro devono entrare nella pignatta? La tradizione parla di 13 tipi diversi.

 

cacciucco alla livornese. 5

Un’altra ricetta è meno largheggiante: il cacciucco si fa con almeno cinque pesci differenti, uno per ogni «c». Anche l’Accademia italiana della cucina, nel 2001, certificò, dopo accurate ricerche storiche, una ricetta «5C» raccomandando di preparare il cacciucco con almeno cinque qualità diverse di pesce, scegliendo tra il pescato di scoglio, calamari, seppie, cicale di mare, mazzancolle (o scampi o gamberi), palombo o nocciolo, murena, pesce da minestra (scorfano, cappone, gallinella, parlotto, tracina, pesce prete).

 

I pesci vanno cotti in un brodo di pomodoro e vino rosso, aromatizzato con aglio, cipolla, salvia, peperoncino e prezzemolo. Il tutto va accompagnato con pane agliato e abbrustolito, ammorbidito nel brodo. La storia conferma: il cacciucco, oggi inserito nella prestigiosa lista dei Prodotti agroalimentari tradizionali toscani (Pat), nasce povero, in barca o sul molo dove i pescatori lo preparavano per sé con i pesci invenduti, quelli considerati di poco o nessun pregio, pesci proletari.

 

cacciucco alla livornese. 2

[…] Pesci «’gnoranti» li chiamava Fabio Canova, il mitico Bombetta titolare dell’omonimo ristorante viareggino. Perché sì, esiste anche un cacciucco viareggino che è poi quello livornese con minime variazioni. Li cita entrambi, fornendo le relative ricette, Pellegrino Artusi nella sua bibbia gastronomica, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, puntualizzando che la versione livornese ha un colore rosso intenso ed è fatto con pesce povero: sogliole, pesce cappone, palombo, ghiozzi, canocchie «che in Toscana si chiamano cicale» e altre varietà di stagione. Secondo lui il cacciucco viareggino «è assai meno gustoso ma più leggiero e digeribile». […]

cacciucco alla livornese. 9

 

Come tutti i grandi piatti italiani, anche la zuppa di pesce livornese vanta un’origine leggendaria. Sono addirittura tre le storie che si raccontano. La prima vuole che il cacciucco sia stato inventato dal guardiano della lanterna, il faro del porto, in seguito a un ordine superiore che gli proibiva di friggere il pesce: ogni goccia di olio che gli veniva messo a disposizione doveva servire ad alimentare la luce del faro. Il guardiano obbediente, ma goloso e geniale, inventò una ricetta che non richiedeva olio. Ancora adesso per fare il cacciucco si usa pochissimo olio d’oliva.

 

cacciucco alla livornese. 7

Un’altra storia fa nascere il cacciucco dalla generosità dei pescatori che soccorrono la moglie e i tre figli di un collega scomparso in mare donando, ognuno, il pesce invenduto alla vedova e agli orfani che soffrono la fame. La donna prese quel pesce e lo cucinò con erbe dell’orto e pomodoro inondando, dice la leggenda, le strade di Livorno di un profumo delizioso e irresistibile tanto che i vicini accorsero per imparare come fare quella golosità.

 

cacciucco alla livornese. 8

La terza storia parla di un ragazzo turco di nome Ahmet, bravissimo a cucinare una zuppa di pesce realizzata con i pescetti che il babbo pescatore non riusciva a vendere. Il ragazzino, una volta diventato giovanotto in grado di realizzare i suoi sogni, andò a vivere a Livorno, la lontana città di mare che aveva sentito magnificare nei racconti dei marinai turchi che frequentavano il suo locale. A Livorno aprì un’osteria che chiamò Küçük, dove ripropose con grande successo il piatto che cucinava all’altro capo del Mediterraneo.

 

cacciucco alla livornese. 10cacciucco alla livornese. 11cacciucco alla livornese. 6

Ultimi Dagoreport

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...