luca palamara sebastiano ardita nino di matteo

TOGHE ROTTE – SEBASTIANO ARDITA E NINO DI MATTEO HANNO SOTTOSCRITTO IL MANIFESTO DEL BLOG “UGUALE PER TUTTI”, CHE VUOLE RIFORMARE LA MAGISTRATURA PER IMPEDIRE DI CREARE UNA CASTA DI PRIVILEGIATI (NON SARÀ TROPPO TARDI?) – IL VERO OBIETTIVO È BLINDARE IL PROCESSO A PALAMARA. I DUE MAGISTRATI HANNO VOTATO A FAVORE DELL’AUMENTO DEI SUPPLENTI DELLA SEZIONE DISCIPLINARE CHE DOVRÀ DECIDERE COSA FARE CON L’EX LEADER DI UNICOST

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

luca palamara

Il blog delle toghe fuori dalle correnti, «Uguale per tutti», ha messo online il suo progetto per una vera riforma della magistratura: «La giustizia italiana sta sprofondando nel fango. Aiutateci a restituire ai cittadini la Giustizia che meritano, trasparente, credibile, non politicizzata» premettono i promotori prima di snocciolare le tre proposte chiave per il rinnovamento che auspicano: sorteggio dei candidati al Csm, rotazione dei dirigenti, abolizione dell'immunità dei componenti del Csm».

 

sebastiano ardita al csm con di matteo e davigo

Idee per impedire di creare una casta di privilegiati e mettere tutte le toghe al servizio del sistema. Ad animare il sito sono una quindicina di magistrati, tra cui Andrea Reale, che con la lista Proposta B era riuscito a entrare nella stanza dei bottoni dell'Associazione nazionale magistrati, nonostante prospettasse regole che impedissero di usare l'Anm come trampolino di lancio per far carriera.

 

IL BLOG UGUALE PER TUTTI

Sino a oggi hanno sottoscritto il manifesto di «Uguale per tutti» più di 100 magistrati (127 per il sorteggio), tra cui la gip romana Clementina Forleo, il procuratore di Siracusa Sabrina Gambino e il presidente del Tribunale di sorveglianza di Taranto Lydia Deiure.

SEBASTIANO ARDITA NINO DI MATTEO

 

Tra i firmatari, a sorpresa, anche due consiglieri di primo piano del Csm, l'indipendente Nino Di Matteo e l'amico e collega siciliano Sebastiano Ardita, esponente della corrente Autonomia & indipendenza, quella fondata da Pier Camillo Davigo.

 

Di Matteo è da tempo un punto di riferimento per i non allineati, soprattutto dopo che ha accusato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di non aver mantenuto la parola e di aver ritirato l'offerta che gli aveva fatto di diventare capo del Dap.

nino di matteo alfonso bonafede

 

Ardita è, invece, presidente di una delle commissioni più importanti del Csm, quella che deve valutare le incompatibilità ambientali delle toghe e che quindi è particolarmente sotto pressione in queste settimane dopo il deposito delle 49.000 pagine di chat con Palamara.

 

Sul sito l'adesione dei due pesi massimi viene accolta «con soddisfazione» e commentata in un post intitolato «La breccia», dove, a proposito dei due componenti del Csm, si legge: «Siamo consapevoli della responsabilità che hanno esercitato nel manifestare la pubblica condivisione delle nostre tre proposte».

 

cosimo ferri 2

Le toghe ribelli e i due consiglieri sarebbero accomunati dall'«amore per l'Istituzione» che va salvaguardata «dalle aggressioni improprie del correntismo».

 

Per i blogger «essere d'accordo su quei tre capisaldi supera ogni legittima differenziazione ideologica», ma «non implica la cancellazione delle diversità culturali tra i magistrati che resteranno liberi di associarsi come meglio credono», a patto che «quelle private associazioni non mirino a condizionare, in qualsiasi modo, l'indipendente ed imparziale esercizio della giurisdizione».

ANDREA REALE

 

Ieri Ardita e Di Matteo hanno votato a favore della modifica del regolamento interno del Csm, sull'elezione dei componenti supplenti della sezione disciplinare per aumentarne il numero da 10 a 14 (3 togati e 1 laico).

GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA

 

La correzione dovrebbe scongiurare il rischio che venga a mancare, tra astensioni e possibili ricusazioni, il numero legale di componenti (sei) nel collegio che dovrà giudicare, a partire dal 21 luglio, Luca Palamara, Cosimo Ferri e altri cinque ex membri del Csm.

 

Quattro consiglieri si sono astenuti sulla proposta: si tratta del laico di Forza Italia Alessio Lanzi, del 5 stelle Filippo Donati e dei due togati di Magistratura indipendente Loredana Micciché e Antonio D'Amato.

 

Per il relatore, Giuseppe Cascini, capogruppo del cartello progressista di Area e un tempo amico di Palamara, «si tratta di una modifica necessaria», perché «nell'ultimo periodo sono aumentati i procedimenti disciplinari a carico dei magistrati» e «soprattutto sono aumentati, purtroppo, i casi di applicazione di misure cautelari, quali il trasferimento o la sospensione».

 

giuseppe cascini luca palamara

Il laico Lanzi ha, invece, espresso «serie perplessità» sulla modifica regolamentare, perché «la modifica si pone in tensione con l'articolo 25 della Costituzione sulla precostituzione del giudice per legge () creando di fatto dei giudici nuovi che andranno a valutare fatti precedenti alla loro nomina».

 

Per Lanzi sarebbe stato preferibile che una riforma che incide così pesantemente sulla composizione della sezione disciplinare fosse decisa dal Parlamento o dal Governo.

 

ALESSIO LANZI

Lanzi, infine, ha intravisto un ulteriore rischio: «La modifica porta i componenti complessivi della sezione a 20 su 24 consiglieri del Csm, con conseguenti difficoltà per il funzionamento e le attività di tutto il Consiglio».

luca palamara a passeggio

IL POST SU ARDITA E DI MATTEO SUL BLOG UGUALE PER TUTTI

 

 

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….