TOKYO A LUCI ROSSE - COCKTAIL E VIBRATORI: NELLA CAPITALE GIAPPONESE IMPAZZANO LOCALI DEDICATI ALLE PERVERSIONI SESSUALI PIU' DISPARATE - QUEI BAR CON FINTI VAGONI DI TRENI DOVE CI SI PUO’ STRUSCIARE E “APPOGGIARE” IN SANTA PACE - AUMENTA IL NUMERO DEI MOLESTATORI SUI MEZZI PUBBLICI: E TI CREDO, IL 44% DEI NIPPONICI NON FA SESSO!

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Marianna Baroli per La Verità

 

metro a tokyo 2 metro a tokyo 2

VIBRATORI VIBRATORI

Ai giapponesi il sesso non interessa. L' atto sessuale vero e proprio è una perdita di tempo. Eppure, Tokyo sprizza erotismo da ogni tombino. Ad Akihabara, il quartiere preferito dagli otaku (ovvero i nerd, i nostri «sfigati», appassionati solo di videogame e fumetti), le strade pullulano di ragazze in discinti abiti da cameriera e, in ogni palazzo, c' è almeno un piano dedicato ai manga e agli anime hentai, ovvero quel genere vietato ai minori di diciotto anni, in cui vengono rappresentate scene spinte e osé simili a quelle dei nostri film porno. E che dire dei konbini? In questi convenience store, sparpagliati in ogni angolo della città, si trovano senza alcun imbarazzo, a fianco dei giochi per i bambini o dell' occorrente per pranzi e feste, interi scaffali di sex toy.

Sono proprio i manga e gli anime erotici ad aver portato su un nuovo livello la sessualità giapponese. Il feticcio per eccellenza, la donna ideale, è iperfemminile, eppure al contempo estremamente innocente, simile del tutto a una bambina. Impossibile dunque da raggiungere. Se non, appunto, sulla carta. In Giappone, ci spiegano alcuni ragazzi intenti a sfogliare manga in uno dei palazzi di Akiba, il governo ha vietato la possibilità di collezionare materiale pedo-pornografico solo nel 2014. Con un' eccezione: i manga lolicon o shotacon (in cui, rispettivamente i protagonisti sono minorenni di sesso femminile o maschile) continuano a essere perfettamente legali e sono addirittura sono divenuti uno dei generi più venduti in tutto il Paese.

sesso e arte giappponese sesso e arte giappponese

 

Abbiamo così di andare alla scoperta della città alla ricerca di alcune delle stranezze orientali nel campo erotico. A Shibuya, alle spalle di uno dei centri commerciali più importanti della città, ci indicano il The vibe bar wild one, un bar in cui, sul menù, non ci sono cocktail ma vibratori.

 

All' ingresso ci spiegano che la filosofia del locale è semplice: guarda, tocca, prova. Paghiamo un ticket di ingresso di 3.000 yen (circa 24 euro). Il biglietto, comprensivo di due cocktail, permette di sperimentare ogni tipo di sex toy presente nel locale per circa 90 minuti. Il locale pullula di coppiette incuriosite e noi siamo gli unici occidentali. Lo staff parla perfettamente inglese e segue i clienti nella scelta degli oggetti da testare.

Scaduti i 90 minuti bisogna tassativamente abbandonare il proprio tavolo. Ma ci assicurano: il tempo «basta e avanza e uscirete soddisfatti».

 

Dopo il Vibe ci consigliano di fare tappa da Love joule, un bar la cui missione è creare un luogo sicuro per le donne dove si possa discutere di sesso e masturbazione senza alcun tabù. Qui, ogni mese, si tengono serate gioco denominate orgasm war ovvero guerra di orgasmi. «La particolarità è che vince chi, davvero, resiste alla seduzione» ci spiega Megumi Nakagawa, il proprietario del locale. «In quelle serate la lista d' attesa è infinita», ammette. «Gli uomini stanno in fila per ore. Così abbiamo imposto una regola: si entra solo se accompagnati da un' altra donna.

virgin japan virgin japan

 

Dopotutto, questo è un love bar al femminile». È sempre Megumi a spiegarci la sessualità nipponica: «La vera seduzione qui è guardare e non toccare. Piace il seno abbondante, ma solo per guardarlo o al massimo sfiorarlo per errore. Piace anche immaginare di essere in ufficio e intravedere per caso la biancheria intima della propria collega, o in metropolitana veder volare la gonna di una studentessa in corsa verso il proprio treno. Insomma, guardare e immaginare, raramente toccare». Su un foglio, ci indica alcuni indirizzi in cui locali, ex bar, si sono trasformati in playroom, ovvero stanze in cui simulare situazioni apparentemente ad alto tasso erotico. L' ingresso, ci spiega, è vietato ai turisti. Sono i residenti in Giappone da almeno due anni possono guadagnarsi un posto in queste ambitissime playroom.

scapoli giapponesi scapoli giapponesi

 

Tra Shibuya, Shinjuku e Harajuku basta passeggiare lontano dalle vie principali per ritrovarsi al cospetto di decine di gachapon, ovvero le macchinette che dispensano capsule contenenti piccoli regali. La differenza con quelle che si trovano nella maggior parte dei negozi è che quelle nascoste nei pressi dei love hotel giapponesi contengono biancheria intima femminile usata. Questo feticcio, chiacchieratissimo anche in Occidente, ormai sembra essere stato interamente soppiantato a Tokyo. «Le macchinette sono per i turisti», ridono alcuni ragazzi spiegandoci che, «se proprio dobbiamo, le rubiamo dalle case fuori Tokyo».

 

hentai hentai

La vera moda oggi, però, è quella di usare oli aromatizzati speciali come lubrificanti. Chiediamo maggiori informazioni ma i ragazzi che incontriamo a Shibuya si limitano a lasciarci un indirizzo: Akihabara, la terra degli otaku che ospita un grande palazzone di 12 piani in cui il tema principale è il sesso. Oltre ai manga e gli anime hentai, i sex toy e i giochini dalle fattezze hard, un piano è dedicato a questi olii speciali. Le etichette parlano chiaro: all' interno non ci sono estratti di gelsomino o incenso ma sudore di ascelle, calzini sporchi, slip usati per lo sport e secrezioni corporee varie ed eventuali.

 

«Basta annusarli», spiega un piccolo pieghevole, «per raggiungere il livello di eccitazione. Due gocce unite a un lubrificante a base di acqua, invece, sono consigliate per chi vuole andare oltre».

 

META DEI GIAPPONESI NON FA SESSO META DEI GIAPPONESI NON FA SESSO

All' ultimo piano di questo particolare locale ci sono invece i robot. Donne e uomini sorridenti, disposti su scaffali in bella vista, vestiti da semplici cameriere o in completi in latex, pronti per essere acquistati - o noleggiati - come diventare gli amanti di qualcuno. La pratica di fare sesso con un robot ormai è diffusissima in Giappone. Il motivo è semplice: si lavora tanto, spesso lontano da casa. La distanza media, si stima, sia di circa due ore di treno tra casa e lavoro. E il tempo per una compagna o un compagno, scarseggia. Il robot, invece, non necessita di attenzioni.

 

Lo si ripone nell' armadio e lo si attiva semplicemente quando si ha voglia. Le commesse presenti sul piano ci spiegano che un robot sessuale base costa circa 65.000 yen (circa 500 euro) ed è in grado di svolgere tutte le funzioni sessuali di base. Per i più esigenti, i coccoloni, gli appassionati di baci esiste anche il modello in grado di baciare anche alla francese: interamente personalizzabile, per essere baciati da una lingua di metallo rivestita da un soffice copertura che simula la pelle umana, servono circa 100.000 yen (800 euro).

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2. LA METRO DOVE SI PAGA PER PALPARE

Marianna Baroli per La Verità

 

Si chiama chikan, letteralmente pervertito, ed è colui che palpeggia in modo del tutto casuale le ragazze in metropolitana. A Tokyo, dove circa il 44% degli uomini tra i 18 e i 45 anni sono vergini, è divenuto un problema tale da costringere l' ente dei trasporti nazionale a creare, negli orari di punta, vagoni rosa dedicati solo ed esclusivamente alle donne.

 

Il chikan, lo abbiamo sperimentato in prima persona. La prima volta, pensiamo che quel braccio sul nostro seno, che si struscia un po' prima di spostarsi, fosse solo un errore causato da una frenata brusca.

 

lolicon lolicon

La seconda volta capiamo invece che quello è il modo per far sentire bella una ragazza e, soprattutto, per eccitarsi senza dover ricorrere al sesso. Eh sì, in metropolitana succede spessissimo di vedere distinti uomini in giacca e cravatta inciampare casualmente, sfiorare una ragazza, scusarsi arrossendo e uscire di corsa dal vagone. Soddisfatti.

 

Per confinare questa particolare abitudine e per sfruttare la debolezza di una fascia di uomini sempre più consistente, a Tokyo sono nati dei locali in cui vengono ricreati dei vagoni della metropolitana dove i finti pendolari possono palpeggiare in tutta tranquillità le ragazze o le donne presenti all' interno.

 

 La finta corsa, dura fino a un' ora e viene divisa in slot di 15 minuti ciascuno in cui vengono ricreati scenari differenti. Il più gettonato è quello in cui si simula un vagone pieno di studentesse. «La passione è il genere lolicon», ci spiegano alcuni ragazzi in attesa di entrare nel locale: «Più sono giovani, innocenti, meglio è».

chikan chikan

 

Questo tipo di locale è aperto esclusivamente a un pubblico giapponese. I turisti non sono ammessi per alcun motivo. Per guadagnarsi un biglietto (il cui prezzo si aggira attorno ai 2.000 yen, circa 16 euro) bisogna essere residenti in Giappone da almeno due anni e mostrare un documento valido.

 

Siamo a Shinjuku. Il locale che ci indicano, il Rush Hour, è uno dei più noti della città. Qui le finte corse in metropolitana si possono prenotare addirittura online. Il sito web, totalmente in giapponese, spiega le regole del gioco: per 15 minuti di scenario si spendono circa 16 euro. Al massimo si può stare all' interno del treno scelto per 60 minuti.

 

Dopodiché si deve aspettare almeno un' altra ora prima di avere la possibilità di accedere ad altri scenari o treni. Entrano solo uomini, le donne non sono ammesse neanche lontanamente.

L' idea di un palpeggiamento omosessuale è lontana dalla controversa mentalità nipponica. Se una ragazza urla, alla molestia eccessiva si viene bannati dallo scenario. Dopo tre ban, si viene allontanati dal locale per sei mesi.

chikan 2 chikan 2

Grazie ad alcuni amici che si offrono di mostrarci come funziona uno scenario tipo, riusciamo a osservare ciò che succede all' interno del locale da una finestra che sembra un oblò. Noi vediamo all' interno ma chi sta vivendo quell' esperienza non ha idea di essere osservato.

 

«Anche questo è parte del gioco», ci spiegano i proprietari. «Si guarda e non si tocca. Toccare, è un privilegio riservato a pochi». Guardare per circa 30 minuti costa poco meno di 5 euro.

La sessione inizia con un fischio, il rumore delle porte che si chiudono, il panorama che cambia su schermi che sembrano vetri. Tutti prendono molto seriamente il loro ruolo.

Dopo pochi istanti, vediamo la prima mano allungarsi verso le gambe di una ragazzina con i capelli lisci neri raccolti in due codini. Lei non si scompone. «È vietato dal regolamento», ci spiegano. «E poi, non succede mai nella realtà che una donna si lamenti di un chikan. Troppo imbarazzante».

MOLTI GIOVANI GIAPPONESI PRATICANO ASTINENZA SESSUALE MOLTI GIOVANI GIAPPONESI PRATICANO ASTINENZA SESSUALE

sofferenza dei pendolari giapponesi sofferenza dei pendolari giapponesi businessman giapponese businessman giapponese

 

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