aladdin

IL TOPO RIPULITO COL “POLITICALLY CORRECT” - LA DISNEY NEI REMAKE DEPURA I PERSONAGGI DALLE PRESUNTE SCORRETTEZZE CHE POTREBBERO INFASTIDIRE I SENSIBILI: IN “DUMBO” DI TIM BURTON L’ELEFANTINO NON FUMA E I CORVI NON PARLANO CON ACCENTO AFROAMERICANO, NEL NUOVO “ALADDIN” I PROTAGONISTI REPLICANO LA MULTIETNICITÀ STATUNITENSE E IN “LILLI E IL VAGABONDO” VENGONO FATTI FUORI I SIAMESI PERCHÉ…

Stefano Priarone per “la Stampa”

 

aladdin 2

Riveduti e (politicamente) corretti. Sono i remake con attori dei classici film animati disneyani. Il 22 maggio esce Aladdin , presto seguito, fra gli altri, da Il re leone, Lilli e il vagabondo e Mulan . Quest' anno abbiamo già avuto Dumbo , nel 2017 La bella e la bestia , nel 2016 Il libro della giungla . Lo stesso Maleficent (2014) è una versione di La bella addormentata nel bosco dalla parte della fata cattiva Malefica riscattata in versione femminista da Angelina Jolie.

la bella e la bestia

 

I remake hanno un duplice scopo: conservare i diritti sui personaggi (anche quando in realtà vengono da storie antichissime come spesso capita) e rilanciare i film in stile «politicamente corretto» per un nuovo pubblico. Nel deludente Dumbo di Tim Burton, ad esempio, l' elefantino non fumava (massimo peccato veder fumare un bambino, seppure elefante), e non c' erano i corvi che nel film originario parlavano con accento afroamericano.

will smith in aladdin

 

In Aladdin diretto da Guy Ritchie tutti i personaggi, secondo le dichiarazioni della produzione dovrebbero essere etnicamente corretti e dunque, dato che la fiaba è una rivisitazione delle Mille e una notte , mediorientali.

 

aladdin 5

In realtà c' è piuttosto un' attenzione a replicare esattamente la multietnicità statunitense: così il genio è l' afroamericano Will Smith, scelta che non si può discutere (è un essere fantastico, non ha etnia umana, e infatti sia nel cartoon originario che nel film è blu), Aladdin è Mena Massoud, attore canadese di origini tunisine, come è olandese di origini tunisine lo stregone Jafar, (Marwan Kenzari) mentre Jasmine è Naomi Scott (origini britannico-ugandesi).

La questione femminile Un' altra questione aperta, oltre a quella etnica, è quella della parità tra i sessi.

 

aladdin 3

Dopo varie polemiche sulle «principesse Disney» i personaggi femminili diventano via via più eroici a scapito di quelli maschili, diventati spesso comici e inconcludenti. La tendenza era iniziata già nei cartoon Anni 90 (da Mulan a Pocahontas ). Lo si vede anche nei film Marvel (prodotti dalla Disney): è stata introdotta la supereroina Capitan Marvel rendendola però molto più potente che nei fumetti, un Superman anni 50 senza kryptonite. È invincibile: in Avengers: Edgame viene tenuta in disparte perché altrimenti il film durerebbe cinque minuti, non tre ore.

aladdin 4

 

A volte i remake servono anche per non scontentare ricchi mercati: nel nuovo Lilli e il vagabondo è stata tolta la scena dei gatti siamesi perché avrebbe irritato la Cina.

E in Iron Man 3 (2013) il nemico del supereroe, il Mandarino, alla fine si rivela, a differenza dei fumetti non cinese, per non irritare il Celeste Impero.

 

aladdin 1

Per i lettori di fumetti non c' è nulla di nuovo. Già a partire dagli Anni 90 nei fumetti disneyani, anche se realizzati quasi tutti nel nostro Paese, per direttive della casa madre si è tolto ogni riferimento al fumo e all' alcol, censurando e correggendo anche le ristampe di storie classiche.

 

Negli ultimi anni, le ristampe sono filologicamente corrette, fortunatamente non abbiamo più una Paperina che negli Anni 50 indossa pellicce ecologiche, ma tante storie del grande sceneggiatore Guido Martina (piene di risse e insulti, davvero politicamente scorrettissime) non si possono più riproporre. Basti pensare alle storie di Topolino Anni 30, 40, 50 del grande Floyd Gottfredson, ristampate integralmente in America solo negli ultimi anni (con note che le inquadrano storicamente) non solo perché negli States il fumetto disneyano è di nicchia, ma soprattutto perché viste come inaccettabili (razziste, misogine, violente) dalla Disney.

EMMA WATSON LA BELLA E LA BESTIA

 

Il pubblico deluso Eppure questi remake, con finora l' eccezione di Maleficent (più una rilettura che un remake) non sempre convincono il pubblico: in generale i cartoon rendono molto di più dei live action. Il record assoluto spetta al Libro della giungla del 1967. Costato 4 milioni, ne ha incassati 378. Segue la Cenerentola del 1950, che ha fruttato 90,89 volte l' investimento.

 

Solo in due casi il remake ha fatto meglio del cartoon: Alice nel Paese delle meraviglie di Burton incassò 5,13 dollari per ciascuno di quelli spesi, contro gli 1,87 del cartoon del '51. E Maleficent incassò 4,21per ciascuno di quelli spesi, contro gli 1,58 del cartoon del '59. Speriamo che i film in live action spingano almeno gli spettatori a rivedersi gli originali. Avremo sempre Parigi dice Humphrey Bogart a Ingrid Bergman alla fine di Casablanca . Noi avremo sempre (in streaming o dvd) i cartoon originali.

bacio lilli e il vagabondo

 

2. CANCELLATI I SIAMESI DI LILLI E IL VAGABONDO, L' ACCUSA: SONO SIMBOLO DEL COLONIALISMO CULTURALE DELL' OCCIDENTE

 

Caterina Soffici per “la Stampa”

 

Un nuovo mondo «asiaticamente corretto» è in arrivo. E così anche la Disney è corsa ai ripari, come racconta Variety.

lilli e il vagabondo 5

Nel remake di Lilli e il vagabondo, che uscirà a novembre per lanciare la nuova piattaforma streaming, sparirà la scena dei gatti siamesi, accusata di discriminazione razziale verso gli asiatici e simbolo del colonialismo culturale dell' occidente, che si faceva beffa degli orientali rappresentandoli come infidi, cattivi e bugiardi.

lilli e il vagabondo 4

 

La scena del film del 1955 è un cult: i due gatti, con gli occhi marcatamente a mandorla devastano il salotto, rovesciano la boccia di vetro del pesce rosso e si apprestano ad attaccare la camera del bambino, ma quando la gattofila zia Sara torna a casa fingono di essere stati aggrediti dall' ingenua cagnolina Lilli, che si prenderà la colpa.

 

lilli e il vagabondo 2

Con i due felini sparirà anche la celebre canzone interpretata da Peggy Lee ( The Siamese Cat Song ): nelle versione inglese i due siamesi cantavano con un forte accento orientale, in quella italiana era addirittura parodiata con il più classico degli stereotipi, dove la «erre» diventa «elle». («...C' è un pupo là/Chissà quanto latte in gilo ci salà/Nella culla celto un po' ne tlovelem/ E un bel planzettin insieme ci falem»).

 

La questione era già stata sollevata qualche anno fa in America quando i due siamesi erano stati definiti «tra i personaggi più razzisti mai rappresentati in un cartoon». Niente accade mai per caso.

 

lilli e il vagabondo 1

E infatti sul sito culturale newyorkese Flaworwire un lungo saggio di Marcus Hunter ne spiega l' origine storica, risalendo alla II guerra mondiale, quando gli americani si sono trovati a combattere nel pacifico contro i giapponesi dell' Asse e la Thailandia era allora sostenitrice del Giappone. I campi di internamento giapponesi dei primi Anni 40 - in cui oltre 100.000 asiatici-americani, il 62 % dei quali erano cittadini statunitensi - sono stati un' altra fonte di aumento del sentimento anti-asiatico.

 

Alla fine, nell' iconografia e nell' immaginario popolare, siamese, giapponese, cinese sono diventati tutti uguali, in un gran pastone, dove l' occhio a mandarla e la «elle» erano comunque negativi.

 

lilli e il vagabondo 3

I due gatti Si e Am di Lilli e il vagabondo , uscito un decennio dopo la fine della guerra, ne sono l' esempio perfetto. Un'altra questione di revisionismo è in corso in questi giorni alla London School of Economics (Lse), dove un gruppo di studenti cinesi sta vivamente protestando per una questione di confini geografici: nel cortile dell' università è stata installata una scultura a forma di mappamondo rovesciato, come simbolo sia della vocazione internazionale della scuola (il 68 % degli studenti è straniero), sia dei tempi difficili che viviamo.

 

Nel globo Taiwan è rappresentato come stato indipendente e Lhasa è indicata come capitale del Tibet, il che ha fatto infuriare i cinesi, i quali rivendicano i due territori. Come finirà non si sa, certo è più facile cancellare due gatti da un film, che mettere a rischio i lauti proventi delle rette degli studenti cinesi, che sono l' 11 % del totale e pagano tre volte tanto gli inglesi.

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)