vladimir putin grano pane

LA TRAPPOLA DEL GRANO – PUTIN SI IMPEGNA A “GARANTIRE LA SICUREZZA” DELL’EXPORT DEI CEREALI DAI PORTI UCRAINI, AGGIUNGE DI ESSERE PRONTO A OFFRIRE QUELLI DI MARIUPOL E BERDYANSK E INVITA KIEV A FAR PARTIRE LE MERCI RIMASTE DA ODESSA, MA IL GOVERNO DI ZELENSKY NON ABBOCCA – IL MINISTRO DEGLI ESTERI, KULEBA: “SIAMO PRONTI A RIPRENDERE LE ESPORTAZIONI. IL PUNTO À COME GARANTIRE CHE LA RUSSIA NON NE APPROFITTI PER ATTACCARE…”

Matteo Koffi Fraschini per “Avvenire”

 

macky sall vladimir putin

Qualcosa, finalmente, potrebbe muoversi sul fronte del grano ucraino. Ieri sera il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia si impegna a «garantire la sicurezza » dell'export dai porti ucraini e ha aggiunto che Kiev può esportare «dai porti che controlla, per esempio Odessa», ma anche «via Romania e Polonia» o Bielorussia «se vengono revocate le sanzioni» contro Minsk.

 

putin crisi del grano in ucraina 3

Il presidente russo si è detto pronto anche a offrire per il trasporto i porti di Mariupol e Berdyansk per i quali la Russia avrebbe quasi completato il lavoro di sminamento. Su Twitter il ministero degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha scritto che «l'Ucraina è pronta a creare le condizioni necessarie perché riprendano le esportazioni dal porto di Odessa. Il punto è come garantire che la Russia non approfitti della rotta commerciale per attaccare la città di Odessa. Ad oggi nessuna garanzia dalla Russia. Cerchiamo soluzioni insieme all'Onu e ai nostri partner».

 

Putin ha parlato dopo avere incontrato il presidente senegalese di turno dell'Unione Africana, Macky Sall. «Anche l'Africa è vittima della crisi ucraina» ha ricordato Sall, che ha incontrato Putin nella città russa di Sochi per parlargli della carestia che gran parte del continente africano sta attraversando.

ATTACCO ODESSA

 

Oltre il 40% del grano consumato in Africa proveniva dalla Russia o dall'Ucraina prima del conflitto tra Mosca e Kiev. «Anche se lontani dal conflitto, molti Stati africani subiscono le gravi conseguenze economiche provocate dalla crisi ucraina - ha spiegato Sall -. Molti Stati africani hanno comunque evitato di condannare presso le Nazioni unite l'operazione russa in Ucraina». È stato Putin ad invitare Sall e il ciadiano Moussa Faki, presidente della Commissione dell'Unione africana.

 

Entrambi hanno accettato perché vogliono innanzitutto riuscire a liberare dai magazzini nel porto ucraino di Odessa i milioni di tonnellate di cereali e fertilizzanti da cui dipendono molti Stati africani.

 

putin crisi del grano in ucraina 1

Nell'incontro con Sall, Putin ha espresso il desiderio di Mosca di sviluppare ulteriormente i legami con l'Africa e ha di nuovo accusato l'Occidente di essere «il maggiore responsabile dell'insicurezza alimentare in Africa». Accuse respinte dal portavoce del ministro degli Esteri tedesco: «Il fatto che ci sia la carestia in alcune parti del mondo, con esportazioni di grano bloccate è la conseguenza dell'aggressione bellica della Russia e non delle sanzioni dell'Occidente».

 

Secondo Vasyl Bodnar, ambasciatore ucraino in Turchia, è inoltre in atto un traffico di grano dell'Ucraina da parte dei russi. «Centinaia di migliaia di tonnellate di grano illegale passano attraverso le acque territoriali turche - ha denunciato ieri Bodnar -. L'Interpol ha aperto un'indagine sui fatti». Gli Stati africani non hanno comunque dimostrato una vera unione nell'affrontare la crisi ucraina, alcuni preferiscono agire da soli.

 

putin crisi del grano in ucraina 2

L'Egitto, il principale importatore, questa settimana ha firmato un accordo per comprarne oltre 465mila tonnellate da Russia, Bulgaria e Romania. «Sono stati pagati 480 dollari per ogni tonnellata - stimano gli analisti -. Il 41% per cento in più dei prezzi pre-invasione». Le autorità egiziane hanno anche accettato un'altra consegna di grano proveniente dall'India che la Turchia aveva rifiutato adducendo ragioni sanitarie. L'Egitto avrebbe poi l'intenzione di rivendere gran parte di queste tonnellate ad altri Paesi africani, in particolare la Somalia.

missili russi su odessaMISSILE COLPISCE UN APPARTAMENTO A ODESSA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”