coronavirus treno

IL TRASPORTO PUBBLICO VA IN QUARANTENA - CON I CONTAGI CHE DILAGANO E GLI ISOLAMENTI CHE SI MOLTIPLICANO, I TRENI SI FERMANO, SOPRATTUTTO IN LOMBARDIA: TRENORD HA GIÀ CANCELLATO UN CENTINAIO DI CORSE, E A GENNAIO LO SCENARIO È DA FINE DEL MONDO. LA SITUAZIONE È ANCORA GESTIBILE PER VIA DEL SERVIZIO RIDOTTO PER LE FESTIVITÀ NATALIZIA, MA CON L’ANNO NUOVO SARÀ PRATICAMENTE IMPOSSIBILE RISPETTARE LA FREQUENZA STANDARD…

Sara Bettoni per www.corriere.it

 

trenord

Corse cancellate, turni rivisti, assenze coperte grazie al rientro dalle ferie di chi non parte per le vacanze. La rapida diffusione del virus rallenta il trasporto pubblico locale. E se ora la situazione è ancora gestibile grazie al servizio ridotto per le festività natalizie, lo scenario che si prefigura a gennaio è fosco.

 

I «buchi» nei treni

CORONAVIRUS TRENI

Trenord in questo periodo programma 1.800 corse quotidiane in tutta la Lombardia, 250 in meno rispetto ai ritmi ordinari. Al taglio già studiato si aggiunge la cancellazione di un centinaio di treni (martedì 28 dicembre ne sono stati soppressi 88).

 

Il motivo? Gli isolamenti e le quarantene per Covid di altrettanti macchinisti e capitreno, che si sommano alla media di 50 assenze per malattia su un totale di 1.360 dipendenti previsti in turno. Va poi calcolata la mancanza di una trentina di lavoratori sprovvisti di green pass. Da qui la continua necessità di rivedere e riorganizzare le squadre in modo da incidere il meno possibile sul servizio.

coronavirus frecciarossa

 

Si «taglia» lungo le tratte coperte da più corse oppure si riduce la frequenza su alcune linee. L’obiettivo è dare ai passeggeri la possibilità di arrivare a destinazione, seppur in ritardo. Il consiglio dato dall’azienda è quello di verificare in anticipo su app e sito Internet quali treni correranno e quali verranno fermati.

 

Il trasporto pubblico

Anche Atm, l’azienda di trasporti milanese, deve fare i conti con l’effetto domino del Covid. Per ora si riescono a compensare le assenze di autisti dovute all’epidemia col rientro dalle ferie dei colleghi. Più semplice coordinare il via vai delle metropolitane, meno quello di bus e tram.

uomo tossisce in faccia a una signora e urla 'ho il virus'

 

Tuttavia, se i contagi continueranno a rimanere alti, sarà difficile assicurare ai viaggiatori il cento per cento delle corse dal 10 gennaio, quando si tornerà all’orario standard. Reggono il contraccolpo altri servizi pubblici. Le Poste garantiscono il recapito della corrispondenza, da Amsa spiegano di avere un livello di presenze tale da riuscire ad assicurare il ritiro dell’immondizia e la pulizia della città. Anche Palazzo Marino rispetta — per ora — gli orari d’apertura dei vari sportelli.

 

Il caos tamponi

TRENI DI TRENORD

Non accennano a diminuire, invece, le code ai punti tampone e alle farmacie. Ieri la Regione ha inviato a ospedali e Ats un promemoria con le indicazioni sulle priorità da assegnare a chi richiede il test. Al primo posto i pazienti con sintomi.

 

È stata confermata la validità dell’esito positivo del tampone rapido antigenico, senza bisogno della controprova del molecolare, per tutti i casi sintomatici, i contatti stretti di un contagiato che devono terminare la quarantena, la sorveglianza delle scuole e i rientranti dall’estero. Sì all’antigenico di nuova generazione anche per gli infetti che devono concludere l’isolamento, a meno che non si tratti di casi di variante Omicron o Beta comunicati da Ats.

 

La task force

coronavirus treni 3

La «task force tamponi» di Regione ha modificato alcuni provvedimenti annunciati ieri. Il nuovo hub per i test aprirà alla Fiera di Rho e non al Portello, in una data ancora da stabilire. Mentre il centro massivo a Gallarate verrà inaugurato domani. Nel Milanese proseguono inoltre i disagi nel sistema di prenotazione dei tamponi ad uso dei medici di famiglia. Impossibile trovare disponibilità prima di 5-6 giorni.

coronavirus treni 2

 

E non è pienamente efficace neppure la procedura d’urgenza autorizzata da Ats. Quando il portale non funziona, i camici bianchi inviano i pazienti agli ambulatori con la sola prescrizione medica. Nonostante agli ospedali sia stata comunicata la novità, decine di cittadini sono stati rispediti a casa e sono stati costretti a rivolgersi (pagando) alle strutture private.

controlli coronavirus stazione termini roma 1

 

In fila per il vaccino

Le file si allungano anche ai centri vaccinali. C’è chi si presenta per il richiamo anti-Covid senza aver fissato un appuntamento e a soli quattro mesi dal completamento del ciclo primario. Ma è troppo presto. La Regione spiega che solo dalla metà di gennaio 2022 l’intervallo minimo tra seconda e terza dose scenderà a quattro mesi, come deciso dal ministero della Salute.

 

treni trenord

Per ora resta valida la precedente regola (cinque mesi), così come la necessità di prenotazione. Pochi i casi in cui è consentito l’accesso diretto. Porte aperte a chi deve ancora ricevere la prima dose e a chi ha l’obbligo del richiamo vaccinale: personale sanitario e scolastico, forze dell’ordine. Tutti gli altri devono registrarsi tramite il sito o in farmacia. Al momento ha detto sì alla terza dose il 58 per cento della platea vaccinabile e 3,2 milioni di lombardi sono già tri-immunizzati.

coronavirus treni coronavirus treni 1convogli trenord

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…