elon musk giorgia meloni vignetta by osho

LA TRATTATIVA STATO-MUSK – L’AFFARE STARLINK ERA PRONTO PER PARTIRE ENTRO TRE MESI: IL GOVERNO AVREBBE SGANCIATO 1,5 MILIARDI IN 5 ANNI ALLA SOCIETÀ DI ELON IN CAMBIO DI UNA PARTNERSHIP PER “PROTEGGERE” LE COMUNICAZIONI DI AMBASCIATE E CONSOLATI E CONNETTERE LE AREE REMOTE DEL PAESE – I REPORT PASSATI DALL’UFFICIALE DELLA MARINA, ANTONIO ANGELO MASALA, AL BRACCIO DESTRO DI MUSK IN ITALIA, ANDREA STROPPA, SAREBBERO QUATTRO: UNO DELLA FARNESINA, GLI ALTRI TRE DEL MINISTERO DELLA DIFESA. AL LORO INTERNO, ERANO ELENCATI I PACCHETTI IP, LE CHIAVI DA INTEGRARE AL SISTEMA AMERICANO E GLI "HTTP" DA METTERE A REGIME...

1. STARLINK, ECCO I 4 REPORT INOLTRATI ALL’UOMO DI MUSK

Estratto dell’articolo di Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto quotidiano”

 

ELON MUSK - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI

Sono quattro i documenti “riservati” – uno del ministero degli Esteri e tre del ministero della Difesa – che l’ufficiale della Marina militare, Antonio Angelo Masala, ha girato durante l’estate ad Andrea Stroppa, 30enne informatico referente in Italia del magnate Elon Musk, a margine di una serie di riunioni in corso presso il VI Reparto dello Stato Maggiore di Difesa sulla dotazione da parte del governo italiano della tecnologia Starlink, la connessione satellitare esclusiva della società americana SpaceX.

 

Masala e Stroppa, insieme all’ormai ex rappresentante legale di Olidata Spa, Cristiano Rufini, sono indagati per corruzione nell’ambito di una più ampia inchiesta della Procura di Roma relativa a un presunto giro di mazzette in capo ai vertici della partecipata statale Sogei Spa.

 

ELON MUSK ANDREA STROPPA

Secondo i pm (l’aggiunto Giuseppe Cascini e il sostituto procuratore, Lorenzo Del Giudice), in cambio di quelle informazioni, Masala e Rufini avrebbero potuto ottenere “ulteriori contratti di partnership” per Olidata, di cui la moglie di Masala deteneva il 60% delle azioni.

 

Il Fatto è ora in grado di raccontare il contenuto di quei documenti e, in particolare, di quello inoltrato al giovane informatico il 29 agosto, oggetto dell’indagine. Intanto si tratta di un report propedeutico, molto dettagliato, una sorta di bozza rispetto a una relazione definitiva che entro la metà di settembre sarebbe dovuta finire a Palazzo Chigi.

 

GIUSEPPE CASCINI

Un documento tecnico condiviso tra Difesa, Farnesina e Intelligence che avrebbe permesso di gettare le basi per far funzionare anche in Italia il sistema satellitare Starlink per proteggere le comunicazioni di ambasciate e consolati e permettere la connessione alle aree più remote in Italia.

 

Nel documento, su cui i finanzieri del Nucleo Pef di Roma hanno messo le mani, sono elencati i pacchetti Ip (internet protocol) da mettere a disposizione per far funzionare la ground station (le stazioni satellitari a terra), le chiavi da integrare al sistema adottato dagli americani e quanti e quali “http” (hypertext transfer protocol) mettere a regime.

 

L’altro punto chiave […] riguarda le aree da proteggere o comunque da connettere. Tre regioni italiane (Basilicata, Calabria e Sicilia) attualmente sprovviste di connessione veloce su tutto il territorio. Ma soprattutto un elenco di ambasciate e consolati, tra cui spiccano Kabul (Afghanistan), Tripoli e Bengasi (Libia).

 

 “Ci sono persone che in quei luoghi rischiano la vita ogni giorno”, spiegano fonti qualificate al Fatto. Le informazioni fornite in anticipo a Stroppa da parte di Masala […] sarebbero dovute dunque essere messe a disposizione di Palazzo Chigi, che poi avrebbe dovuto prendere le proprie decisioni.

 

La valutazione del progetto Starlink nasce in virtù delle incertezze su Iris2, il progetto europeo voluto dalla Francia: con il fallimento di Iris2, l’Italia sarebbe rimasta senza copertura satellitare. L’offerta sul piatto, spiegano le stesse fonti, era di 1,5 miliardi di euro per 5 anni. […]

 

2. L’ACCORDO GOVERNO-STARLINK POTEVA PARTIRE IN TRE MESI C’ERA LA DISPONIBILITÀ DEL MEF

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

MASSIMO ROSSI

Tre mesi per partire. Il ministero dell’Economia che già aveva espresso una disponibilità a valutare l’offerta. E i ministeri della Difesa e degli Esteri pronti con alcune indicazioni operative per poter utilizzare il sistema di Starlink.

 

In molti, anche nel governo, sapevano poco o nulla della trattativa in corso tra Palazzo Chigi e la società di Elon Musk […]. È vero, nei mesi scorsi è stato approvato un disegno di legge sullo spazio, ma il testo sembrava prospettare interventi molto più a lungo termine, visto che è ancora atteso in Parlamento.

 

Invece il dialogo con Musk […] era avviato da mesi, aveva già coinvolto diversi ministeri con i quali si stava discutendo di possibili tempi e dettagli per l’attuazione. Dettagli che interessavano direttamente l’uomo di Musk in Italia, Andrea Stroppa, che lavorava e sperava nella chiusura dell’affare: per questo il militare Angelo Masala si affannava a fornirgli quei dettagli (girandogli anche documenti delle riunioni riservate) nella speranza di far entrare nell’affare da un miliardo e mezzo anche Olidata, la società di cui la moglie aveva quote per tre milioni.

 

GUIDO CROSETTO - GIORGIA MELONI

Come detto, il dialogo con Starlink era in stato avanzato. La società di Musk aveva presentato una prima offerta per rispondere a un’esigenza della presidenza del Consiglio: «Una comunicazione satellitare altamente performante». Sul tavolo c’era già (o meglio: c’è sempre) la costellazione europea Iris2, considerata sicura e affidabile da tutti i Paesi della Ue, ma che non sarà pronta prima del 2027.

 

Allo stesso modo l’ipotesi di una infrastruttura nazionale, che pure era stata valutata, per quanto impegnativa dal punto di vista finanziario (era stato stimato un costo di 1,5 miliardi, la stessa cifra che la società di Musk aveva chiesto per cinque anni di affitto all’Italia) avrebbe comportato tempi troppo lunghi.

 

GIORGIA MELONI ELON MUSK

E, a credere a quanto sostiene Palazzo Chigi, di tempo non ce n’è troppo. Da qui la necessità di coprire le “zone bianche”, cioè le aree non garantite dal cellulare e dalla fibra ottica. E contestualmente di garantire le comunicazioni nelle aree critiche: in più occasioni negli ultimi anni è accaduto che, per decisioni politiche dei singoli Paesi, siano state interrotte tutte le comunicazioni, comprese quelle con le ambasciate e i nostri addetti militari e dell’intelligence.

 

starlink satelliti

Situazioni del genere, hanno fatto notare i nostri esperti di sicurezza, potrebbero ripetersi in più occasioni e per ragioni diverse: un attacco informatico, per esempio, da parte di un Paese straniero. Proprio per questi motivi la Farnesina sta già sperimentando in alcune aree critiche Starlink, per avere una seconda linea di sicurezza.

 

Musk si era detto pronto a partire […] in un trimestre. Ma prima c’erano da risolvere una serie di problemi posti dalle singole strutture. Il Mef […]  aveva chiesto il coinvolgimento di realtà italiane. La Difesa aveva chiesto rassicurazioni sulla sicurezza dei dati.

 

Mentre dagli Esteri, nel proporre un’intesa anche con il governo statunitense, avevano fatto notare come in alcuni Paesi (Russia, Cina e Iran) la tecnologia di Starlink non sia autorizzata. In calendario c’era una riunione al Comint (il Comitato per le politiche spaziali e aerospaziali) per concordare una posizione in vista dei negoziati con l’azienda. Chissà se con l’inchiesta della procura di Roma i programmi resteranno gli stessi.

ANDREA STROPPA E LA CITAZIONE DELLA DIVINA COMMEDIAstarlink satellitiantenna starlinkGIORGIA MELONI ELON MUSK MAYE MUSK

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…