la grande menzogna - david coco interpreta paolo borsellino

TRENTADUE ANNI SENZA VERITÀ – PALERMO RIEVOCA LA STRAGE DI VIA D’AMELIO IN CUI PERSERO LA VITA PAOLO BORSELLINO E CINQUE MEMBRI DELLA SCORTA: SUL PIAZZALE D’INGRESSO DEL TRIBUNALE È ANDATO IN SCENA “LA GRANDE MENZOGNA”, UN LUNGO MONOLOGO IN CUI L’ATTORE DAVID COCO, CHE INTERPRETA IL MAGISTRATO, LANCIA ACCUSE PESANTISSIME CONTRO ALTRI MAGISTRATI E INVESTIGATORI CHE MISERO IN PIEDI IL DEPISTAGGIO SULLA STRAGE – MA LA NEMESI DI UNA MAGISTRATURA CHE ACCUSA SE STESSA, NON SI FERMA AL MONOLOGO VISTO CHE…

 

Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera"

 

la grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 8

«Ogni anno vengono in via D’Amelio a portarmi fiori, mi hanno dedicato strade e piazze, mi hanno fatto diventare santo, martire e eroe, ma a me di tutto questo non me ne fotte una minchia! La verità, dedicatemi la verità!», grida Paolo Borsellino sotto le finestre di quello che fu il suo ufficio. A dargli voce è l’attore David Coco, che con questa invocazione chiude La grande menzogna, spettacolo andato in scena l’altra sera sul piazzale d’ingresso del palazzo di giustizia di Palermo; il palazzo dei «veleni» che hanno intossicato tante estati siciliane, compresa quella delle stragi del 1992; la sede della Procura che lo stesso Borsellino, da procuratore aggiunto, definì «nido di vipere» un mese prima di saltare in aria insieme ai cinque agenti di scorta

la grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 9

 

«Fumavo due pacchetti di sigarette al giorno, ma mi hanno ucciso 70 chili di tritolo», dice Borsellino-Coco nel testo scritto da Claudio Fava, già deputato europeo, nazionale e regionale della sinistra, drammaturgo e figlio di Pippo Fava, altra vittima di mafia; un monologo di quasi un’ora in cui l’attore che interpreta il magistrato lancia accuse pesantissime contro altri magistrati e investigatori che fin dai primi momenti successivi all’esplosione in via D’Amelio avvenuta alle 16,58 del 19 luglio di 32 anni fa, misero in piedi il depistaggio sugli autori della strage. Prima facendo sparire l’agenda rossa con gli appunti di Borsellino e poi costruendo quasi in laboratorio il falso pentito Vincenzo Scarantino, il «pupo» vestito apposta per fargli recitare la verità più comoda e indolore per tutti: il giudice buono ammazzato dalla mafia cattiva. E solo dalla mafia.

 

paolo borsellino

[…] Davanti a una platea di toghe di tutte le età: dal presidente Giuseppe Tango, che quando Borsellino morì era un bambino di 9 anni, all’ottantaquattrenne Leonardo Guarnotta, uno dei reduci del pool antimafia di Falcone e Borsellino; ai vertici della magistratura locale, alcuni dei quali protagonisti di indagini e processi che s’intrecciano con questa storia, dalla Trattativa Stato-mafia alla revisione delle ingiuste condanne scaturite dalle bugie di Scarantino; ai responsabili delle forze dell’ordine in città.

la grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 7

 

E a Manfredi Borsellino, il poliziotto figlio del magistrato assassinato, seduto in prima fila che a fine spettacolo fugge insieme al figlio Paolo, non prima di aver salutato e abbracciato l’attore e Fava: un segno di apprezzamento per le imprecazioni gridate a nome di suo padre contro nomi e cognomi di (alcuni) magistrati, poliziotti e funzionari dei Servizi segreti che organizzarono e resero credibile la sceneggiata del falso pentito.

 

paolo borsellino

[…] Ma la nemesi di una magistratura che accusa se stessa, non si ferma al monologo di Borsellino-Coco; torna a manifestarsi con indagini e processi che coinvolgono pm e investigatori dell’epoca. L’ultimo atto s’è appena aperto a Caltanissetta dove il procuratore Salvatore De Luca, che nel luglio ‘92 era appena approdato alla Procura di Palermo (il cui capo Pietro Giammanco si contrapponeva a Borsellino dopo averlo fatto con Falcone), ha inquisito l’ex pm Gioacchino Natoli: uno dei colleghi più vicini a Borsellino, tanto da raccoglierne le confidenze su un inatteso quanto inquietante incontro al Viminale col funzionario dl Sisde Bruno Contrada (uno dei nomi citati tra i registi della Grande Menzogna), subito dopo che un pentito aveva cominciato a parlare della sua contiguità con la mafia.

 

paolo borsellino strage via d amelio

Oggi Natoli è in pensione e indiziato dai suoi ex colleghi di aver insabbiato, 32 anni fa, un’indagine su mafia e appalti che per l’avvocato Fabio Trizzino (legale della famiglia Borsellino e marito della primogenita Lucia, anche lui in prima fila alla rappresentazione di mercoledì sera) è uno dei principali motivi per cui il magistrato che intendeva approfondirla fu isolato e ucciso. Natoli ha già respinto ogni accusa davanti alla commissione parlamentare antimafia dove Trizzino s’era presentato per denunciarne le mosse, e ora si ritrova sotto inchiesta insieme a un ufficiale della Guardia di finanza che nel frattempo ha fatto carriera all’interno del Corpo. […]

gioacchino natoli 6la grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 5paolo borsellinogiovanni arcangioli con la borsa di paolo borsellinola grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 10pietro giammanco paolo borsellinogiovanni falcone paolo borsellinogiovanni falcone paolo borsellinola grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 1la grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 2la grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 3la grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 4la grande menzogna david coco interpreta paolo borsellino 6

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”