VACANZE DA INCUBO! - BOOM DI RICHIESTE DI RIMBORSO, NEGLI ULTIMI ANNI SONO AUMENTATE DELL’85% - MOTIVI: CATAPECCHIE VENDUTE COME FOSSERO RESORT A CINQUE STELLE, APPARTAMENTI PRIVATI SPORCHI, DISSERVIZI NEI VILLAGGI - LA CASSAZIONE HA STABILITO CHE IL RISARCIMENTO E' DOVUTO QUANDO...

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Claudia Osmetti per www.liberoquotidiano.it

 

Doveva essere una settimana di relax (tutta spiaggia, sole e ombrellone) e invece è diventata un incubo. L' albergo che cade a pezzi, il volo in ritardo, in alcuni casi addirittura cancellato, e il cibo del buffet che non è solo insipido, è proprio immangiabile.

 

Non fate spallucce pensando a quanto siano sfortunati gli altri perché qualche piccolo inghippo, dentro e fuori la reception, è capitato a tutti. Ché le foto su internet sono sempre più belle della realtà: prenoti il bungalow in riva al mare, convinto che passerai le ferie in un piccolo Eden esclusivo, e capiti in un capanno dove, magari, manca pure l' acqua calda.

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Solo che adesso, e per fortuna, anche i turisti più sprovveduti si sono fatti furbi: e quando il viaggio diventa un calvario passano alle vie legali. Assoturista - un ente che da dieci anni di lavoro fa proprio quello, si occupa di vacanze - stima che, in Italia, i rimborsi per i viaggi rovinati (estivi e non) negli ultimi sei anni siano aumentati dell' 85%. Per la precisione del 17% ogni dodici mesi. Catapecchia venduta come se fosse un resort a cinque stelle, addio.

 

MOTIVI DI LAMENTELA Ne sa qualcosa Carlo che, due anni fa, in Kenia si è trovato in un villaggio bellissimo: peccato che si fossero dimenticati di dirgli che distava due chilometri dal primo centro abitato e si poteva raggiungere solo lungo una strada che in confronto le buche di Roma sono asfalto liscio. O Alex che, nel 2014, e proprio nella Capitale, si è ritrovato in un albergo con un bagno fatiscente, su un balconcino, con tanto di cavi elettrici che toccavano i piatto della doccia.

 

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O ancora Martina che, l' estate scorsa, è arrivata a Berlino e ha scoperto, dopo la corsa in taxi, che la camera debitamente già pagata non esisteva nemmeno. L' elenco potrebbe continuare all' infinito: il 49% dei viaggiatori imbufaliti lamenta disagi nella prenotazione tramite app, il 19% dichiara guerra all' agenzia che gli ha venduto un pacchetto fallato, il 22% ha vissuto qualche disservizio nelle strutture all-inclusive.

 

Poi ci sono quelli fermi all' aeroporto che fissano il tabellone delle partenze e imprecano. Quelli che si ritrovano dall' altro capo del mondo senza valigia, quelli che subiscono un furto in albergo e quelli a cui viene addebitato un importo diverso (sempre gonfiato, s' intende) rispetto alla cifra precedentemente concordata.Ma quale week-end di riposo, in questi casi è il nervosismo a prendere il sopravvento.

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SOLDI INDIETRO Però tranquilli, se quest' anno il reclamo è toccato a voi (e speriamo di no), una soluzione c' è: lo ha recentemente messo nero su bianco la Cassazione. Quando la vacanza si discosta un po' troppo dai servizi sbandierati nei cataloghi in questione il risarcimento è dovuto, e non si tratta neanche di spicci. Per una settimana si possono (ri)portare a casa dai 300 ai 600 euro, spiegano le statistiche di Assoturista, e in generale il 30% dell' esborso è garantito. Non sarà una soddisfazione piena, ma è qualcosa.

 

Sempre meglio che rientrare in città con un diavolo per capello e il portafoglio vuoto.

aeroporto scioperi aeroporto scioperi

Ma attenzione, bisogna provare che la vacanza di turno non è stata proprio un idillio. Il trucco sta tutto lì, il 67% dei ricorrenti scivola sulla documentazione fotografica: conviene immortalare non solo la passeggiata sul bagnasciuga ma anche il materasso bucato.

 

Idem per le valigie: se la compagnia di viaggio non la riconsegna entro 21 giorni, si possono chiedere fino a 1.200 euro.

 

Per quanto riguarda il fronte aereo, invece, fa sponda la normativa europea: eventuali scioperi, ritardi o condizioni meteo non ottimali possono fruttare anche 600 euro, ammesso che il preavviso sia risicato. Eppure - chiosa Assoturista - appena il 42% degli italiani alle prese con un disguido al gate presenta reclamo.

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