peppe provenzano

VEDO NERO – PROVENZANO TORNA A INVOCARE UN AIUTO PER I LAVORATORI IN NERO: “NON STIAMO PARLANDO DEGLI EVASORI, E TRA L’ALTRO CHI MI HA MESSO ALLA GOGNA GLI EVASORI LI HA DIFESI CON I CONDONI. NON STO GIUSTIFICANDO, MA VOGLIO CREARE NELLA CRISI DEI PERCORSI DI EMERSIONE NELLA LEGALITÀ” – “QUANTO FATTO FINORA NON È SUFFICIENTE A TENERE INSIEME IL TESSUTO SOCIALE. SERVE MAGGIORE CHIAREZZA CON LE BANCHE, MA LO SFORZO DEVE ESSERE FATTO DA TUTTI”

 

 

Da “Circo Massimo - Radio Capital”

 

peppe provenzano ritiro del pd all'abbazia di contigliano 32

Conte parla di graduali riaperture a fine mese in un'intervista alla BBC: è possibile? "Sì, l’elemento importante è la gradualità", risponde il ministro per il Sud Giuseppe Provanzano a Circo Massimo, su Radio Capital, "Non ci sarà un giorno in cui tutto d’incanto tornerà come prima. Già oggi il 35% delle attività industriali è aperto. Per la riapertura si farà valutazione, abbiamo incontri con le opposizioni e le parti sociali. La Fase 2 sarà di convivenza come il virus quindi serve focalizzarci più sulle modalità che sulle date. Dovremo fare una operazione di chiarezza sui comportamenti della vita di tutti i giorni. Non diamo mezze notizie, ci stiamo lavorando, la parola d’ordine, ripeto sarà gradualità”.

 

giuseppe conte roberto gualtieri

Il metodo per la Fase 2 prevederà distanziamento, tamponi, persone tracciate, uso delle mascherine, test sierologici, chi la decide? “Non dobbiamo fare gli stessi errori per la mancata omogeneizzazione nazionale – spiega - il ministero della Salute sta approntando la strategia. L’Iss e il Consiglio Superiore di Sanità stanno facendo accertamenti sui metodi più opportuni. Poi dovremo rafforzare ancora il SSN per affrontare nuove eventuali ondate di contagi e fare in modo che non sia impreparato come nei primi giorni dell’emergenza.

 

peppe provenzano

Servirà la diagnostica precoce centrata su presidi territoriali e non con il modello ospedalo-centrico. Infine poi la tracciabilità del contatto e su questo è in corso uno studio di esperti”. La questione sarà anche chi deciderà la strategia finale, il Governo o le Regioni e Provenzano dice che “ora serve prendere decisioni che valgano per tutto il territorio nazionale, certo con il consenso di tutti. Ricordo che nei momenti in cui abbiamo mostrato incertezza o lentezza è stato frutto della necessità di costruire consenso con le Regioni”.

 

chiusi per virus

A proposito delle lentezze nell’erogazioni degli aiuti e della liquidità alle imprese il rischio di aumento di tensioni sociali Provenzano risponde che “il governo ha preso in 3-4 giorni decisioni che hanno l’ampiezza di una manovra. Ma questo non giustifica ritardi burocratici. Sulla liquidità alle imprese il Ministro Gualtieri ha dato rassicurazioni. Sotto i 25 mila euro e anche sotto gli 800 mila euro le procedure devono essere molto rapide. Il decreto è autoapplicativo. Non sopporto il rimpallo di responsabilità ma alle banche vorrei dire che le imprese che hanno già rapporti attivi con le banche, e sono quasi tutte, non dovrebbero ripetere le istruttorie o altri passaggi burocratici se le istruttorie stesse erano già state compiute, fatte salve le norme, come l’autoriciclaggio. Serve maggiore chiarezza con il settore bancario, ma lo sforzo deve essere fatto da tutti”.

 

peppe provenzano elena bonetti paola pisano

“Io penso però – aggiunge il Ministro per il Sud - che quanto fatto finora non è certo sufficiente a tenere insieme il tessuto sociale. Teniamo in vita il tessuto produttivo ma dobbiamo aumentare le misure per il tessuto sociale con l’aumento, nel prossimo decreto, del contributo ai lavoratori autonomi e poi un sostegno al reddito per chi non è stato coperto dal Cura Italia”.

 

peppe provenzano 2disoccupazione crisi

Provenzano torna qui a parlare del tema per primo aveva sollevato ovvero l’aiuto da estendere anche a chi lavora in nero e ora non ha più reddito. “Non stiamo parlando qui degli evasori – spiega – e tra l’altro è curioso che io sia stato messo alla gogna da chi gli evasori li ha difesi facendo i condoni, ovvero la destra. Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia, il sommerso è al 15% in Italia al 30% al Sud. Non sto giustificando ma voglio creare nella crisi dei percorsi di emersione nella legalità. Ora ne parla il Procuratore Antimafia, il Capo della Polizia, l’attivismo delle mafie c’è perché nelle crisi succede questo, sia acquistando le imprese sia aiutando le famiglie. Dobbiamo contrastare tutto questo ma la repressione non basta. Dobbiamo dare liquidità alle imprese per evitare che subiscano ricatti dalla criminalità e per le famiglie vale la stessa cosa, basta vedere cosa è successo allo Zen, abbiamo letto quanto ha denunciato il giornalista di Repubblica Salvo Palazzolo del welfare mafioso. E’ stato minacciato gli va tutta la mia solidarietà”.

lo zen di palermo

 

MARK RUTTE ANGELA MERKEL

Nulla di fatto all’Eurogruppo? “L’Europa – risponde - dopo una iniziale sottovalutazione ha fatto passi avanti fino a qualche mese inimmaginabili. La fortezza dell’austerità comincia a sgretolarsi. Resta qualche bastione come il Mes. Abbiamo chiesto di eliminare condizionalità di un tempo ormai finito, quello del 2010-2011, quando c’erano shock asimmetrici. Ora finalmente l’Europa si è accorta che è una crisi sistemica e noi con la Francia abbiamo chiesto di fare passi avanti.

 

peppe provenzano

E’ in corso una mediazione, vedo aperture significative anche nelle opinioni pubbliche come in Germania. Poi si fa presto a dire Europa, qui ci sono in campo alcuni egoismi nazionali. Gli Stati non possono fare da soli, sarebbe è un rischio. Quando Conte ha detto faremo da soli ha lanciato un allarme, non era un auspicio. Dobbiamo far valere l’interesse nazionale ma costruendo delle alleanze, come abbiamo fatto fin qui chiedendo una risposta coordinata con otto paesi. Abbiamo ricostruito un asse con la Francia che si sta dimostrando validissimo. Lavoriamo sulle alleanze in Europa. L’Europa non deve più essere quella dei vincoli ma per valere nello scenario mondiale deve fare dei passi avanti”.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…