simonetta cesaroni via poma

LA VERA STORIA DEL DELITTO DI VIA POMA – IL 7 AGOSTO 1990 SIMONETTA CESARONI FU UCCISA DA 29 COLTELLATE. CHI È STATO? – PER L'OMICIDIO FU INDAGATO PRIMA PIETRINO VANACORE, IL PORTIERE DELLA SEDE DELL’AIAG DOVE È MORTA SIMONETTA, CHE SI È UCCISO NEL 2010 – POI FU LA VOLTA DI RANIERO BUSCO, CHE ALL’EPOCA AVEVA UNA RELAZIONE CON LA VITTIMA, MA CHE FU SCAGIONATO NEL 2012 MA… – LE FOTO CHOC DEL CORPO MARTORIATO – VIDEO

 

 

 

Da https://it.notizie.yahoo.com

 

simonetta cesaroni

Il delitto di via Carlo Poma è uno dei casi irrisolti in Italia che, a distanza di circa trent’anni, ancora sembra lontano dal trovare una conclusione che possa rendere giustizia alla famiglia Cesaroni.

 

Delitto di via Poma: chi era la vittima?

Il delitto accadde il 7 agosto 1990 e la vittima fu Simonetta Cesaroni, una ragazza di 21 anni che lavorava presso uno studio commerciale di Roma che vantava, tra i suoi clienti, anche A.I.A.G. Simonetta, di carattere molto riservato e rispettoso, aveva diversi compiti presso lo studio commerciale per il quale prestava servizio: doveva contattare i clienti, recarsi presso le varie sedi degli stessi a consegnare documenti e diverse altre mansioni che contraddistinguevano la sua professione.

 

il corpo di simonetta cesaroni 2

Il giorno del 7 agosto 1990, qualche giorno prima delle sue ferie estive, Simonetta dovete recarsi presso la sede dell’A.I.A.G. in Via Poma, dalla quale non uscirà viva. Saranno i famigliari, che alle 21.30 non vedendola rincasare iniziano a preoccuparsi, ad andare alla ricerca della figlia, che verrà ritrovata priva di vita nell’ufficio parallelo nel quale lei doveva prestare servizio.

 

Delitto di via Poma: la storia

il corpo di simonetta cesaroni

Secondo gli inquirenti Simonetta Cesaroni, oltre ricevere diverse telefonate anonime minatorie e completamente mute qualche giorno prima dell’omicidio, inizialmente non avrebbe opposto alcuna resistenza al suo aggressore. Questo dato, confermato dal fatto che non furono trovati segni di scasso nella porta dell’ufficio, fa presagire che la ragazza conoscesse colui che diverrà il suo assassino il quale una volta mostrate le sue intenzioni, pare abbia fatto in modo che Simonetta tentasse di reagire e fuggire.

 

pietro vanacore

La ragazza ricevette 29 coltellate, di cui circa sei sul volto, dopo essere stata tramortita con un colpo alla testa: l’arma del delitto, che non venne mai ritrovata, si presume fosse un taglia carte affilato, utilizzato come sorta di pugnale. Scomparvero anche le chiavi dell’ufficio dove la ragazza lavorava, la sua biancheria intima e diversi oggetti personali della vittima, come se l’assassino volesse far credere che si fosse trattata di una rapina terminata nel peggiore dei modi.

 

I sospettati dell’omicidio

simonetta cesaroni

Pietrino Vanacore fu il primo a essere indagato per l’omicidio di Simonetta Cesaroni: secondo i suoi colleghi, l’uomo continuava a provarci con la ragazza che lo avrebbe respinto diverse volte. Approfittando del periodo estivo e dell’orario nella quale Simonetta si recò presso lo stabilimento di Via Poma, Vanacore avrebbe seguito la ragazza per poi provare a stuprarla: gli inquirenti ipotizzarono che il portiere, in preda alla frustrazione per non essere riuscito ad eccitarsi sessualmente, abbia sfogato la sua rabbia nei confronti della vittima, uccidendola, per poi aver tentato di ripulire l’ufficio venendo interrotto da qualcosa/qualcuno, che lo avrebbe costretto ad abbandonare la scena del crimine. Questa teoria decadde visto che non furono trovate prove tangibili per accusare il portiere dello stabilimento romano.

raniero busco 2

 

Il secondo sospettato fu Raniero Busco, che all’epoca aveva una relazione molto difficile con Simonetta: il movente sarebbe stata la grande gelosia che il ragazzo avrebbe palesato frequentemente con scenate e minacce nei confronti della ragazza. Raniero venne accusato nel 2005 e grazie ai vari test del DNA, ripetuti diverse volte, le tracce di saliva trovati sugli indumenti della vittima corrispondono proprio al suo corredo genetico ma, nel 2012, il maggior indiziato venne scagionato in quanto le prove non vennero reputate sufficienti per incriminarlo.

pietro vanacore 1

 

Ancora oggi rimane il dubbio su chi possa essere stato il reale assassino e per quale motivo, quel 7 agosto 1990, decise di togliere la vita a Simonetta Cesaroni, colpevole solamente di essersi recata sul posto di lavoro abituale.

il corpo di simonetta cesaroni

la tomba di simonetta cesaronisimonetta cesaroni 5simonetta cesaroni 4simonetta cesaroni via pomasimonetta cesaroni 6simonetta cesaroni 7simonetta cesaroni 2simonetta cesaroni 1simonetta cesaroni 3la tomba di simonetta cesaroni 1pietro vanacore 2raniero buscoil delitto di via pomaraniero busco 1raniero busco 3

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)