I VESCOVI TEDESCHI SUONANO LA SVEGLIA A PAPA FRANCESCO: O SI CAMBIA O CI SARÀ UNA SCISSIONE – DAVANTI AGLI SCANDALI DEI PRETI PEDOFILI IN GERMANIA 360MILA CREDENTI HANNO ABBANDONATO LA CHIESA CATTOLICA E DALLA GERMANIA CHIEDONO UN CAMBIAMENTO - IL CAPO DEI VESCOVI TEDESCHI, GEORG BATZING, HA PRESSATO LA CURIA ROMANA PER DEI RINNOVAMENTI: BENEDIZIONI A COPPIE GAY E RIPENSAMENTO AL CELIBATO. MA DA ROMA È ARRIVATO UN CATEGORICO NO...

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Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi,Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

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L'emorragia di fedeli in Germania ha toccato vette inedite: 360mila credenti hanno voltato le spalle alla Chiesa cattolica in quest' ultimo anno, dopo gli ennesimi scandali sui preti pedofili. E se c'era una cosa che il capo dei vescovi, Georg Bätzing, non poteva permettersi, era tornare a mani vuote dalla settimana di confronto con i maggiorenti della Curia romana sul "cammino sinodale" tedesco, il percorso riformista che, innescato dall'epocale crisi degli abusi sessuali, ha dato il via a proposte - benedizione delle coppie gay, ripensamento del celibato obbligatorio, donne diacono se non donne prete - che da mesi fanno salire l'apprensione in Vaticano. Spinta rafforzata dal fatto che i tedeschi sono tra i maggiori contribuenti delle finanze della Chiesa.

 

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Venerdì era sembrato persino che la Curia potesse imporre una moratoria sulle riforme, in sostanza la fine del percorso sinodale. Proposta che, come recita un educato comunicato congiunto, «non ha trovato spazio». La discussione sui cambiamenti chiesti a gran voce dai vescovi tedeschi, dunque, continua.

 

Bätzing, costretto a un funambolismo complesso tra le resistenze vaticane e le spinte riformiste delle sue parrocchie, non ha mancato di tirare qualche linea rossa, prima di tornare in Germania. Il capo dei vescovi tedeschi ha dichiarato che «i problemi che abbiamo messo sul tavolo non si possono più rimuovere». E su uno dei nodi principali posti dalla Chiesa tedesca, l'accettazione delle coppie dello stesso sesso, il vescovo non arretra e ha promesso di «benedirle, senza se e senza ma». A Roma suggeriscono pazienza. […]

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L'irritazione dei vescovi tedeschi è palpabile anche per la scelta di papa Francesco di non presenziare al momento più vivo della discussione. «Servono coraggio e pazienza per trovare una soluzione», erano state le parole di Bergoglio, «la tensione è necessaria». E di certo questa non è mancata sotto le volte affrescate del Palazzo apostolico. Soprattutto quando il Papa ha deciso di disertare la discussione il giorno dopo, lasciando il campo alle due squadre. […]

 

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Papa Francesco sta in mezzo: è lui che ha rilanciato il metodo sinodale, ma vuole evitare le fughe in avanti. È consapevole che «quanto sembra normale per un vescovo di un continente, può risultare strano, quasi come uno scandalo - quasi! - per il vescovo di un altro continente». Teme che i cattolici tedeschi divengano un po' protestanti («In Germania c'è una Chiesa evangelica molto buona, non ce ne vogliono due»), ma sa che i problemi negli altri paesi sono analoghi.

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Il nodo, per la Santa Sede, è che una singola Chiesa non può «deliberare in modo vincolante» su temi che riguardano la dottrina della Chiesa universale. Ma alle «preoccupazioni», «perplessità» e «riserve» romane si contrappongono le impellenze dei tedeschi. Che respingono con sdegno il sospetto di voler fare uno scisma («Sono cose che si dicono da fuori per spaventare e intimidire»), ma vogliono recuperare credibilità, con risposte concrete, tra i fedeli che ogni anno lasciano la Chiesa.

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